giovedì 2 aprile 2015

La pornografia e le dodicenni




di Mario Adinolfi
Secondo una recentissima indagine britannica un dodicenne su cinque ha già visto un intero film hard in rete. Dato impressionante, ma quel che dovrebbe preoccupare di più è quel 12% che ha già postato via web o cellulare foto di sé sessualmente esplicite. In una classe di seconda media, dunque, tre o quattro sono attivi propagatori di proprie immagini pornografiche, cinque o sei usano internet per guardarsi i film, sempre porno. Dite voi se non è un quadro da far gridare atterriti. Ora, il problema è che quando escono fuori queste indagini si tende a dare “la colpa” a internet o a varare teorie strampalate sull’assenza di valori delle nuove generazioni. Eh no, qui la responsabilità è una sola e si potrebbe definire “culpa in vigilando”: le famiglie dove sono? I papà e le mamme?
La dissoluzione della dimensione familiare porta a queste conseguenze, non sorprende che l’indagine sia britannica dove abortismi e divorzismi e infine gaymatrimonismi e uteroinaffittismi hanno prodotto una società dove persino la parola “famiglia” non ha più significato. Dissolvi la famiglia e avrai questo prodotto, i bambini lasciati a loro stessi e alle loro pulsioni puberali e persino preadolescenziali. La dipendenza da pornografia, peraltro, innescata così presto in menti giovanissime produce conseguenze assai pericolose, per una volta su questo tutti gli psicologi sono d’accordo. Ci sarà bisogno prima o poi di ragionare sui regali che stiamo facendo ai nostri figli con l’idea balzana che abbiamo di modernità, con i nostri falsi miti di progresso.
02/04/2015 La Croce quotidiano