sabato 11 aprile 2015

Testo completo della Bolla "Misericordiae vultus" - Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia



Testo completo della Bolla "Misericordiae vultus" - Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia 
Sala stampa della Santa Sede
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Misericordiae vulnus - Sintesi della Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia (Italiano, Français, English, Español) 
Sala stampa della Santa Sede
[Text: Italiano, Français, English, Español]
La Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia dal titolo “Misericordiae vultus” si compone di 25 numeri. Papa Francesco ha descritto i tratti più salienti della misericordia ponendo anzitutto il tema alla luce del volto di Cristo. La misericordia non è una parola astratta, ma un volto da riconoscere, contemplare e servire. La Bolla si snoda in chiave trinitaria (nn. 6-9) e si estende nel descrivere la Chiesa come segno credibile di misericordia: “L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia” (n. 10).
Papa Francesco indica le tappe salienti del Giubileo. L’apertura coincide con il 50° anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II: “La Chiesa sente il bisogno di mantenere vivo quell’evento. 
Per lei iniziava un nuovo percorso della sua storia. I Padri radunati nel Concilio avevano percepito forte, come un vero soffio dello Spirito, l’esigenza di parlare di Dio agli uomini del loro tempo in un modo più comprensibile. Abbattute le muraglie che per troppo tempo avevano rinchiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata, era giunto il tempo di annunciare il Vangelo in modo nuovo” (n. 4). La conclusione avverrà “nella solennità liturgica di Gesù Cristo Signore dell’universo, il 20 novembre 2016. In quel giorno, chiudendo la Porta Santa avremo anzitutto sentimenti di gratitudine e di ringraziamento verso la SS. Trinità per averci concesso questo tempo straordinario di grazia. Affideremo la vita della Chiesa, l’umanità intera e il cosmo immenso alla Signoria di Cristo, perché effonda la sua misericordia come la rugiada del mattino per una feconda storia da costruire con l’impegno di tutti nel prossimo futuro” (n. 5).
Una peculiarità di questo Anno Santo consiste nel fatto che non sarà celebrato solo a Roma ma anche in tutte le altre diocesi del mondo. La Porta Santa sarà aperta dal Papa a s. Pietro l’8 dicembre e la domenica successiva in tutte le Chiese del mondo. Un’altra novità è che il Papa concede la possibilità di aprire la Porta Santa anche nei Santuari, dove tanti pellegrini si recano in preghiera. Papa Francesco, recupera l’insegnamento di s. Giovanni XXIII che parlava della “medicina della Misericordia” e di Paolo VI che identificava la spiritualità del Vaticano II con quella del Samaritano. La Bolla spiega, inoltre, alcuni aspetti salienti del Giubileo: anzitutto il motto “Misericordiosi come il Padre”, poi il senso del pellegrinaggio e soprattutto l’esigenza del perdono. Il tema particolare che sta a cuore al Papa è espresso al n. 15: le opere di misericordia corporale e spirituale dovranno essere riprese per “risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina”. Un’altra indicazione è offerta per la Quaresima con l’invio dei “Missionari della Misericordia” (n. 18). Un’iniziativa nuova e originale con la quale il Papa intende evidenziare più concretamente la sua cura pastorale. Il Papa affronta ai nn. 20-21 il tema del rapporto tra giustizia e misericordia, mostrando di non fermarsi a una visione legalista, ma di voler puntare su un percorso che sfocia nell’amore misericordioso.
Il n. 19 è un forte richiamo contro la violenza organizzata e contro le persone “fautrici o complici” di corruzione. Parole molto forti con le quali il Papa denuncia questa “piaga putrefatta” e insiste perché in questo Anno Santo vi sia una vera conversione: “Questo è il momento favorevole per cambiare vita! Questo è il tempo di lasciarsi toccare il cuore. Davanti al male commesso, anche a crimini gravi, è il momento di ascoltare il pianto delle persone innocenti depredate dei beni, della dignità, degli affetti, della stessa vita. Rimanere sulla via del male è solo fonte di illusione e di tristezza.
La vera vita è ben altro. Dio non si stanca di tendere la mano. È sempre disposto ad ascoltare, e anch’io lo sono, come i miei fratelli vescovi e sacerdoti. È sufficiente solo accogliere l’invito alla conversione e sottoporsi alla giustizia, mentre la Chiesa offre la misericordia” (n. 19). Il richiamo all’Indulgenza come tema tradizionale del Giubileo è espresso al n. 22. Un ultimo aspetto originale è offerto da Papa Francesco riguardo alla misericordia come tema comune a Ebrei e Musulmani: “Questo Anno Giubilare vissuto nella misericordia possa favorire l’incontro con queste religioni e con le altre nobili tradizioni religiose; ci renda più aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenderci; elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione” (n. 23).
Il desiderio del Papa è che questo Anno, vissuto anche nella condivisione della misericordia divina, possa diventare un’occasione per “vivere nella vita di ogni giorno la misericordia che da sempre il Padre estende verso di noi. In questo Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore per ripetere che ci ama e vuole condividere con noi la sua vita. […] In questo Anno Giubilare la Chiesa si faccia eco della Parola di Dio che risuona forte e convincente come una parola e un gesto di perdono, di sostegno, di aiuto, di amore. Non si stanchi mai di offrire misericordia e sia sempre paziente nel confortare e perdonare. La Chiesa si faccia voce di ogni uomo e ogni donna e ripeta con fiducia e senza sosta: «Ricordati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre» (Sal 25,6)” (n. 25).

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Misericordiae vultus - Sintesi della Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia.  “Misericordiosi come il Padre”
Sala stampa della Santa Sede
(Sussidio di lavoro per i giornalisti, a cura della Radio Vaticana
Premessa
Lo scorso 13 marzo, nel corso della Celebrazione penitenziale nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco ha annunciato l’indizione di un Anno Giubilare straordinario della Misericordia che avrà inizio il prossimo 8 dicembre, con l’apertura della Porta Santa in Vaticano, per poi concludersi il 20 novembre 2016, Solennità di Cristo Re. Ora, l’11 aprile, in occasione dei Primi Vespri della Domenica della Divina Misericordia (12 aprile, II Domenica di Pasqua), Papa Francesco provvede alla pubblicazione della Bolla di indizione del Giubileo: in essa, il Pontefice spiega le motivazioni che sono all’origine dell’Anno giubilare ed indica le linee-guida per viverlo nel modo migliore.
La Bolla si può dividere, grosso modo, in tre parti: nella prima, Papa Francesco approfondisce il concetto di misericordia; nella seconda, offre alcuni suggerimenti pratici per celebrare il Giubileo, mentre la terza parte contiene alcuni appelli. La Bolla si conclude poi con l’invocazione a Maria, testimone della misericordia di Dio.
Prima parte: il concetto di misericordia
In principio, il Papa sottolinea che l’apertura della Porta Santa della Basilica Vaticana avverrà l’8 dicembre per due motivi: il primo, perché la data coincide con la Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, di Colei che Dio ha voluto “santa e immacolata nell’amore” “per non lasciare l’umanità sola ed in balia del male”. In secondo luogo, l’8 dicembre coincide con il 50.mo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II che ha abbattuto “le muraglie che per troppo tempo avevano richiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata”, portandola ad “annunciare il Vangelo in modo nuovo”, usando – come diceva Giovanni XXIII – “la medicina della misericordia, invece di imbracciare le armi del rigore”.
Una Porta Santa anche nelle Diocesi
Quindi, Papa Francesco annuncia che domenica 13 dicembre, Terza di Avvento, si aprirà la Porta Santa della Cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano. Successivamente, si apriranno le Porte Sante delle altre Basiliche Papali. Inoltre, il Pontefice stabilisce che in ogni Chiesa particolare ed anche nei Santuari si apra per tutto l’Anno Santo un’uguale Porta della Misericordia, affinché il Giubileo possa essere celebrato anche a livello locale, “quale segno di comunione di tutta la Chiesa”. Misericordia, architrave della Chiesa
“Via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre, nonostante il limite del nostro peccato”; “legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona”; “architrave che sorregge la vita della Chiesa”; “ideale di vita e criterio di credibilità per la nostra fede”: sono numerose le definizioni che Papa Francesco dà della misericordia, sottolineando che essa non è affatto “un segno di debolezza, ma piuttosto la qualità dell’onnipotenza di Dio”. La misericordia di Dio è “eterna”, sottolinea ancora il Papa, perché “per l’eternità l’uomo sarà sempre sotto lo sguardo misericordioso del Padre”. In Gesù “tutto parla di misericordia e nulla è privo di compassione”, perché “la sua persona non è altro che amore, un amore che si dona gratuitamente”.
A questo punto, il Papa fa una sottolineatura importante: la misericordia, spiega, “non è solo l’agire del Padre, ma diventa il criterio per capire chi sono i suoi veri figli”. In pratica, tutti “siamo chiamati a vivere di misericordia perché a noi per primi è stata usata misericordia”: “il perdono delle offese”, dunque, “è un imperativo da cui i cristiani non possono prescindere”. Tante volte sembra difficile perdonare, sottolinea il Pontefice, eppure “il perdono è lo strumento posto nelle fragili mani dell’uomo per raggiungere la serenità del cuore”, “per vivere felici”.
Anche “la credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole”, aggiunge il Pontefice: “forse per tanto tempo abbiamo dimenticato di indicare e di vivere la via della misericordia”, cedendo alla tentazione di “pretendere sempre e solo giustizia”, mentre nella cultura contemporanea “l’esperienza del perdono si fa sempre più diradata”. Di qui, l’esortazione alla Chiesa affinché si faccia “carico dell’annuncio gioioso del perdono”, “forza che risuscita a vita nuova ed infonde coraggio per guardare al futuro con speranza”.
“Misericordiosi come il Padre”, motto del Giubileo
Il Papa ricorda, poi, che il tema della misericordia gli è particolarmente caro, tanto da averlo scelto come motto episcopale, “Miserando atque eligendo”, un’espressione che “mi ha sempre impressionato”, scrive. Citando, quindi, l’Enciclica Dives in misericordia di Giovanni Paolo II, Papa Francesco sottolinea “l’urgenza di annunciare e testimoniare la misericordia nel mondo contemporaneo”, con “un nuovo entusiasmo e con una rinnovata azione pastorale”, perché ciò “è determinante per la Chiesa e per la credibilità del suo annuncio”. “Là dove la Chiesa è presente – scrive il Papa – là deve essere evidente la misericordia del Padre” e “dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia”.
La prima parte della Bolla si conclude con l’annuncio del motto del Giubileo, ovvero “Misericordiosi come il Padre”, tratto dal Vangelo di Luca (Lc, 6,36). Si tratta di “un programma di vita tanto impegnativo, quanto ricco di gioia e di pace”, sottolinea il Pontefice, che richiede la capacità di “porsi in ascolto della Parola di Dio”, così da “contemplare la sua misericordia” ed assumerla come proprio stile di vita.
Seconda parte: come vivere al meglio il Giubileo
Nella seconda parte della Bolla, Papa Francesco offre alcune indicazioni pratiche per vivere il Giubileo straordinario in pienezza spirituale:
• Compiere un pellegrinaggio, perché esso sarà “un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere che richiede impegno e sacrificio”:
• Non giudicare e non condannare, ma perdonare e donare, restando lontani dalle “chiacchiere”, dalle parole mosse da “gelosia ed invidia” e cogliendo “il buono che c’è in ogni persona”, diventando “strumenti del perdono”.
• Aprire il cuore alle periferie esistenziali, portando consolazione, misericordia, solidarietà e attenzione a quanti vivono “situazioni di precarietà e sofferenza nel mondo di oggi”, “ai tanti fratelli e sorelle privati della dignità”. “Che il loro grido diventi il nostro – esorta il Papa – e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo”. • Compiere con gioia le opere di misericordia corporale e spirituale, per “risvegliare le nostre coscienze assopite davanti al dramma della povertà”. D’altronde, sottolinea il Papa, la missione di Gesù è proprio questa: portare consolazione ai poveri, annunciare la liberazione ai prigionieri delle moderne schiavitù, restituire la vista a chi è curvo su se stesso, ridare dignità a chi ne è stato privato, divenendo capaci di “vincere l’ignoranza in cui vivono milioni di persone, soprattutto i bambini privati dell’aiuto necessario per essere riscattati dalla povertà”. Come dice San Giovanni della Croce, “alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore”.
• Incrementare nelle diocesi l’iniziativa “24 ore per il Signore”, da celebrarsi nel venerdì e sabato della IV settimana di Quaresima. In particolare, il Papa evidenzia che tanti giovani si stanno riavvicinando al sacramento della Riconciliazione, che “permette di toccare con mano la grandezza della misericordia”, grazie alla quale molti di loro sentono di poter “riscoprire il senso della propria vita”.
Sacerdoti autorizzati alla remissione dei peccati riservati alla Sede Apostolica
Un paragrafo a parte il Papa lo dedica al tema della remissione dei peccati: innanzitutto, auspica che “i confessori siano un vero segno della misericordia del Padre”, non improvvisandosi in questo compito, ma divenendo “per primi penitenti in cerca di perdono”. “Fedele servitore del perdono di Dio”, dunque, ogni confessore dovrà accogliere i fedeli “come il padre della parabola del figliol prodigo”, ovvero “un padre che corre incontro al figlio, nonostante abbia dissipato i suoi beni”. I confessori, quindi, “non porranno domande impertinenti”, perché “sapranno cogliere nel cuore di ogni penitente l’invocazione di aiuto e la richiesta di perdono”, chiamati ad essere “sempre, dovunque, in ogni situazione e nonostante tutto, il segno del primato della misericordia”.
In secondo luogo, il Papa annuncia che nella Quaresima dell’Anno Santo invierà i Missionari della Misericordia, ovvero sacerdoti a cui verrà data “l’autorità di perdonare anche i peccati che sono riservati alla Sede Apostolica”. “Segno della sollecitudine materna della Chiesa per il popolo di Dio”, spiega il Papa, essi saranno gli artefici, presso tutti, di “un incontro carico di umanità, sorgente di liberazione, ricco di responsabilità per superare gli ostacoli e riprendere la vita nuova del Battesimo”. Allo stesso tempo, il Papa chiede che nelle diocesi si organizzino “missioni al popolo”, in modo che tali Missionari “siano annunciatori della gioia del perdono”.
L’indulgenza
Elemento caratteristico del Giubileo, l’indulgenza – spiega il Pontefice – dimostra che “il perdono di Dio per i nostri peccati non conosce confini”. Tuttavia, mentre nel sacramento della Riconciliazione i peccati vengono cancellati dal perdono di Dio, con l’indulgenza il peccatore viene liberato “dall’impronta negativa”, “da ogni residuo della conseguenza del peccato”, che rimane “nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri”. In questo senso, chi ottiene l’indulgenza, viene “abilitato ad agire con carità, a crescere nell’amore, piuttosto che a ricadere nel peccato” stesso.
Terza parte: Appelli contro criminalità e corruzione
Nella terza parte della Bolla Giubilare, Papa Francesco lancia alcuni appelli:
• Ai membri di gruppi criminali: “Per il vostro bene, vi chiedo di cambiare vita”, scrive il Pontefice, invitandoli a non restare indifferenti di fronte alla chiamata a sperimentare la misericordia di Dio. “Il denaro non dà la vera felicità – incalza il Santo Padre – Ciò è solo un’illusione” e “la violenza usata per ammassare soldi che grondano sangue non rende potenti, né immortali” e “nessuno potrà sfuggire al giudizio di Dio”.
• Alle persone fautrici o complici di corruzione: “Questo è il momento favorevole per cambiare vita! – dice loro il Papa – E’ sufficiente accogliere l’invito alla conversione e sottoporsi alla giustizia, mentre la Chiesa offre la misericordia”. Il Pontefice sottolinea, inoltre, che la corruzione è “piaga putrefatta della società, grave peccato che grida verso il cielo, perché mina fin dalle fondamenta la vita personale e sociale”; è “un accanimento nel peccato, che intende sostituire Dio con l’illusione del denaro come forma di potenza; è “un’opera delle tenebre, sostenuta dal sospetto e dall’intrigo”; è una tentazione dalla quale “nessuno può sentirsi immune”. Di qui, l’invito a debellare tale piaga “dalla vita personale e sociale”, usando “prudenza, vigilanza, lealtà, trasparenza, unite al coraggio della denuncia”.
• Al dialogo interreligioso: ricordando che l’Ebraismo e l’Islam considerano la misericordia “uno degli attributi più qualificanti di Dio”, e che “anch’essi credono che nessuno può limitare la misericordia divina, poiché le sue porte sono sempre aperte”, il Pontefice auspica che il Giubileo possa “favorire l’incontro con queste religioni e con le altre nobili tradizioni religiose”, rendendo “più aperti al dialogo, eliminando ogni forma di chiusura e disprezzo ed espellendo ogni forma di violenza e di discriminazione”.
• Al rapporto tra giustizia e misericordia: esse “non sono due aspetti in contrasto tra loro, ma due dimensioni di un’unica realtà”, ricorda il Papa, che si sviluppano fino a raggiungere l’apice “nella pienezza dell’amore”. Discostandosi da una visione puramente “legalista”, ovvero dalla “mera osservanza della legge”, Gesù mostra “il grande dono della misericordia che ricerca i peccatori per offrire loro il perdono e la salvezza”. “La giustizia di Dio è il suo perdono”, spiega il Papa, ed è questo “il primato della misericordia”, “dimensione fondamentale della missione di Gesù”, perché “non è l’osservanza della legge che salva, ma la fede in Gesù Cristo”. In questo senso, “la misericordia non è contraria alla giustizia”, perché tramite essa Dio offre al peccatore la possibilità di “ravvedersi, convertirsi e credere”. Naturalmente, aggiunge il Pontefice, “ciò non significa svalutare la giustizia o renderla superflua, al contrario: chi sbaglia, dovrà scontare la pena. Solo che questo non è il fine, ma l’inizio della conversione, perché si sperimenta la tenerezza del perdono”. In fondo, sottolinea il Santo Padre, “l’amore è a fondamento di una vera giustizia”.
Conclusione
In chiusura del documento, Papa Francesco si richiama alla figura di Maria, “Madre della Misericordia”, la cui vita è stata plasmata “dalla presenza della misericordia fatta carne”. “Arca dell’Alleanza tra Dio e gli uomini”, Maria “attesta che la misericordia del Figlio di Dio non conosce confini e raggiunge tutti, senza escludere nessuno”. Nella stessa ottica, il Pontefice ricorda anche Santa Faustina Kowalska, “che fu chiamata ad entrare nella profondità della divina misericordia”.
La Bolla si conclude, quindi, con l’invito a “lasciarsi sorprendere da Dio che non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore” agli uomini. Il primo compito della Chiesa, dunque, “è quello di introdurre tutti nel grande mistero della misericordia di Dio, contemplando il volto di Cristo, soprattutto in un momento come il nostro, colmo di grandi speranze e forti contraddizioni”.

L’Anno Giubilare si concluderà il 20 novembre 2016, Solennità di Cristo Signore dell’Universo. “Come desidero che gli anni a venire siano intrisi di misericordia, per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio! – conclude il Papa – A tutti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della misericordia come segno del Regno di Dio, già presente in mezzo in noi”.

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Francese
Dans la bulle d'indiction du Jubilé extraordinaire de la miséricorde, Misericordiae Vultus, qui comporte vingt-cinq chapitres, le Pape parcourt les traits saillants de la miséricorde divine à commencer par le visage lumineux du Christ. Miséricorde n'est pas un concept abstrait mais une réalité à découvrir, admirer et servir. Le texte se développe selon une forme trinitaire pour décrire l'Église comme signe crédible de la miséricorde. La vie de l'Église ne repose-t-elle pas sur la miséricorde!
Ensuite, le Saint-Père décrit les étapes du jubilé, dont l'ouverture (8 décembre) coïncide avec le cinquantième anniversaire de la clôture du concile Vatican II: L'Église ressent la nécessité de le garder vivant un événement qui a marqué une nouvelle étape de son histoire. Les pères conciliaires avaient fortement ressenti le souffle de l'Esprit, l'exigence de parler de Dieu à leurs contemporains d'une manière plus compréhensible. Étant abattus les murs qui depuis trop de temps avaient fait de l'Église une forteresse close, il convenait d'annoncer l'Évangile d'une façon nouvelle. La conclusion de l'année sainte extraordinaire est fixée au 20 novembre 2016, solennité du Christ Roi. La fermeture de la Porte Sainte sera l'occasion de rendre grâce à la Trinité pour cette période de grâce, de confier l'Église, l'humanité et l'univers à la souveraineté du Christ, afin qu'il distribue sa miséricorde comme la rosée du matin en vue d'une histoire féconde bâtie ensemble.
Une des particularités de ce jubilé est qu'il peut être célébré dans tous les diocèses. À Rome, la Porte Sainte de la basilique vaticane sera ouverte par le Pape le 8 décembre, et le dimanche suivant dans toutes les églises du monde désignées à cet effet, cathédrales ou sanctuaires fréquentés par les pèlerins. Reprenant l'enseignement de Jean XXIII, qui parlait de la médecine de la miséricorde, et celui de Paul VI, qui identifiait la spiritualité de Vatican II à celle du Samaritain, le bulle du Pape François précise les points saillants de ce jubilé extraordinaire: Le sens de la formule Miséricordieux comme le Père est miséricordieux, celui du pèlerinage et avant tout l'exigence du pardon qui est particulièrement chère au Pape. Quant aux oeuvres de miséricordes matérielles comme spirituelles devront réveiller une conscience personnelle souvent assoupie face au drame de la pauvreté, nous faire mieux entrer au coeur de l'Évangile où les pauvres sont les préférés de la divine miséricorde. Le carême sera l'occasion d'envoyer en mission des agents de la miséricorde, une initiative originale par laquelle le Saint-Père entend souligner l'attention pastorale de l'Église. Ensuite le Pape François traite du rapport entre justice et miséricorde qui, sans vouloir s'en tenir à une vision légaliste, tende à la manifestation d'un amour miséricordieux. Puis il lance un appel contre la violence organisée, mais aussi contre les auteurs de la corruption et leurs complices. Ainsi dénonce-t-il cette plaie infectée en insistant pour que l'année sainte de la miséricorde soit un parcours de conversion, une occasion de changer de vie, un temps de compassion cordiale. Face au mal, à des crimes graves, il faut écouter la plainte des innocents, privées de leurs biens, de leur dignité, de leurs affections, et parfois de leur vie. Le mal ne produit qu'illusion et tristesse, alors que la vie véritable est toute autre chose. Dieu ne cesse de nous tendre la main, dit le Pape: Il est toujours disposé à l'écoute, comme je le suis avec mes frères évêques et prêtres. Prenons acte de l'appel à la conversion et à rechercher la justice, car c'est la miséricorde que l'Église offre. Le rappel à l'indulgence comme caractère fondamental de tout jubilé permet au Pape de souligner que la divine miséricorde est commune aux chrétiens, aux musulmans et aux juifs: Puisse cette année sainte, vécue selon la miséricorde, favoriser le dialogue avec ces religions et les autres traditions spirituelles. Puisse-t-elle nous rendre plus aptes à l'ouverture et à la compréhension, éliminer en nous toute forme de préjugé ou de mépris, évacuer toute violence ou discrimination. Le Saint-Père espère que ce jubilé, vécu en symbiose avec la divine miséricorde, sera une occasion de vivre au quotidien cette grâce que le Père nous a toujours accordée. Laissons nous surprendre par Dieu au cours de cette année sainte extraordinaire car il ne cesse de nous ouvrir son coeur, de nous dire son amour et sa volonté de nous faire partager sa vie. Faisons donc écho à la parole de Dieu qui résonne pour nous pardonner, nous aider et nous aimer. Il est patient dans le réconfort et le pardon. L'Église, conclue le Pape François, doit être l'interprète de chaque femme et de chaque homme pour répéter sans cesse: Souviens-toi Seigneur de ta miséricorde et de ton amour éternel.
Inglese
The Bull of Indiction of the Extraordinary Jubilee of Mercy, entitled “Misericordiae Vultus”, is made up of 25 numbered sections. Pope Francis has described the most salient features of mercy, focusing primarily on the theme of the light of Christ’s face. Mercy is not an abstract word, but rather a face to recognise, contemplate and serve. The Bull is developed in a Trinitary fashion (Nos. 6-9) and extends to a description of the Church as a credible sign of mercy: “Mercy is the very foundation of the Church’s life” (No.10).
Pope Francis indicates the salient phases of the Jubilee. The opening coincides with the 50th anniversary of the closing of the Vatican II Ecumenical Council: “The Church feels a great need to keep this event alive. With the Council, the Church entered a new phase of her history. The Council Fathers strongly perceived, as a true breath of the Holy Spirit, a need to talk about God to men and women of their time in a more accessible way. The walls which too long had made the Church a kind of fortress were torn down and the time had come to proclaim the Gospel in a new way” (No. 4). The conclusion will take place “with the liturgical Solemnity of Christ the King on 20 November 2016. On that day, as we seal the Holy Door, we shall be filled, above all, with a sense of gratitude and thanksgiving to the Most Holy Trinity for having granted us an extraordinary time of grace. We will entrust the life of the Church, all humanity, and the entire cosmos to the Lordship of Christ, asking him to pour out his mercy upon us like the morning dew, so that everyone may work together to build a brighter future.” (no.5).
A special feature of this Holy Year is the fact that it will be celebrated not only in Rome, but also in all the other dioceses of the world. The Holy Door will be opened by the Pope at St. Peter’s on 8 December, and on the following Sunday in all the Churches of the world. Another novelty is that the Pope will grant the possibility of opening the Holy Door also in Sanctuaries, where many pilgrims will go in order to pray. Pope Francis resumes the teaching of St. John XXIII, who spoke of the “medicine of Mercy”, and of Paul VI who identified the spirituality of Vatican II with that of the Samaritan. The Bull explains, furthermore, various salient aspects of the Jubilee: firstly, the motto, “Merciful like the Father”, then the meaning of pilgrimage and above all the need for forgiveness. The theme that is particularly close to the Pope’s heart is found in section No. 15: the works of corporal and spiritual mercy are to be resumed in order to “reawaken our conscience, too often grown dull in the face of poverty. And let us enter more deeply into the heart of the Gospel where the poor have a special experience of God’s mercy”. A further indication is offered by Lent, with the sending out of the “Missionaries of Mercy” (No. 18), a new and original initiative by which the Pope intends to emphasise his pastoral care in a more concrete way. In paragraphs 20 and 21 the Pope considers the theme of the relationship between justice and mercy, showing that he does not stop at a legalistic view, but rather aims at a path that leads to merciful love.
Paragraph 19 is a powerful appeal against organised violence and against those who are “advocates and accomplices” of corruption. The Pope uses strong words to denounce this “festering wound”, and insists that during this Holy Year there must be true conversion: “This is the opportune moment to change our lives! This is the time to allow our hearts to be touched! When confronted with evil deeds, even in the face of serious crimes, it is the time to listen to the cry of innocent people who are deprived of their property, their dignity, their feelings, and even their very lives. To stick to the way of evil will only leave one deluded and sad. True life is something entirely different. God never tires of reaching out to us. He is always ready to listen, as I am too, along with my brother bishops and priests.
All one needs to do is to accept the invitation to conversion and submit oneself to justice during this special time of mercy offered by the Church” (No. 19).
The granting of indulgences as a traditional theme of the Jubilee year is expressed in section No. 22. A final original aspect is offered by Pope Francis with regard to mercy as a theme shared also by Jews and Muslims: “I trust that this Jubilee year celebrating the mercy of God will foster an encounter with these religions and with other noble religious traditions; may it open us to even more fervent dialogue so that we might know and understand one another better; may it eliminate every form of closed-mindedness and disrespect, and drive out every form of violence and discrimination” (No. 23).
The Pope’s wish is that this Year, experienced also in the sharing of divine mercy, may be “dedicated to living out in our daily lives the mercy which the Father constantly extends to all of us. In this Jubilee Year, let us allow God to surprise us. He never tires of throwing open the doors of his heart and repeats that he loves us and wants to share his love with us. … In this Jubilee Year, may the Church echo the word of God that resounds strong and clear as a message and a sign of pardon, strength, aid, and love. May she never tire of extending mercy, and be ever patient in offering compassion and comfort. May the Church become the voice of every man and woman, and repeat confidently without end: ‘Be mindful of your mercy, O Lord, and your steadfast love, for they have been from of old’”.
Spagnolo
La Bula de convocación del Jubileo Extraordinario de la Misericordia titulada "vultus Misericordiae" se compone de 25 números. El Papa Francisco describe los rasgos más sobresalientes de la misericordia situando el tema, ante todo, bajo la luz del rostro de Cristo. La misericordia no es una palabra abstracta, sino un rostro para reconocer, contemplar y servir. La Bula se desarrolla en clave trinitaria (números 6-9.) y se extiende en la descripción de la Iglesia como un signo creíble de la misericordia: "La misericordia es la viga maestra que sostiene la vida de la Iglesia" (n. 10).
Francisco indica las etapas principales del Jubileo. La apertura coincide con el quincuagéismo aniversario de la clausura del Concilio Vaticano II:'' La Iglesia siente la necesidad de mantener vivo este evento. Para ella iniciaba un nuevo periodo de su historia. Los Padres reunidos en el Concilio habían percibido intensamente, como un verdadero soplo del Espíritu, la exigencia de hablar de Dios a los hombres de su tiempo en un modo más comprensible. Derrumbadas las murallas que por mucho tiempo habían recluido la Iglesia en una ciudadela privilegiada, había llegado el tiempo de anunciar el Evangelio de un modo nuevo''.(n. 4). La conclusión tendrá lugar "en la solemnidad litúrgica de Jesucristo Rey del Universo, el 20 de noviembre de 2016. En ese día, cerrando la Puerta Santa, tendremos ante todo sentimientos de gratitud y de reconocimiento hacia la Santísima Trinidad por habernos concedido un tiempo extraordinario de gracia. Encomendaremos la vida de la Iglesia, la humanidad entera y el inmenso cosmos a la Señoría de Cristo, esperando que difunda su misericordia como el rocío de la mañana para una fecunda historia, todavía por construir con el compromiso de todos en el próximo futuro. "(n. 5) .
Una peculiaridad de este Año Santo es que se celebra no sólo en Roma, sino también en todas las demás diócesis del mundo. La Puerta Santa será abierta por el Papa en San Pedro el 8 de diciembre y el domingo siguiente en todas las iglesias del mundo. Otra de las novedades es que el Papa da la posibilidad de abrir la Puerta Santa también en los santuarios, meta de muchos peregrinos.
El Papa Francisco, recupera la enseñanza de San Juan XXIII, que hablaba de la "medicina de la Misericordia" y de Pablo VI que identificó la espiritualidad del Vaticano II con la del samaritano. La Bula también explica algunos aspectos sobresalientes del Jubileo: primero el lema "Misericordiosos como el Padre", a continuación el sentido de la peregrinación y sobre todo la necesidad del perdón. El tema particular que interesa al Papa se encuentra en el n. 15: las obras de misericordia espirituales y corporales deben redescubrirse "para despertar nuestra conciencia, muchas veces aletargada ante el drama de la pobreza, y para entrar todavía más en el corazón del Evangelio, donde los pobres son los privilegiados de la misericordia divina.". Otra indicación atañe a la Cuaresma con el envío de los "Misioneros de la Misericordia" (n. 18). Nueva y original iniciativa con la que el Papa quiere resaltar de forma aún más concreta su cuidado pastoral. El Papa trata en los nn. 20-21 el tema de la relación entre la justicia y la misericordia, demostrando que no se detiene en una visión legalista, sino que apunta a un camino que desemboca en el amor misericordioso.
El n. 19 es un firme llamamiento contra la violencia organizada y contra las personas ''promotoras o cómplices'' de la corrupción. Son palabras muy fuertes con las que el Papa denuncia esta "llaga putrefacta" e insiste para que en este Año Santo haya una verdadera conversión: "¡Este es el tiempo oportuno para cambiar de vida! Este es el tiempo para dejarse tocar el corazón. Delante a tantos crímenes cometidos, escuchad el llanto de todas las personas depredadas por vosotros de la vida, de la familia, de los afectos y de la dignidad. Seguir como estáis es sólo fuente de arrogancia, de ilusión y de tristeza. La verdadera vida es algo bien distinto de lo que ahora pensáis. El Papa os tiende la mano. Está dispuesto a escucharos. Basta solamente que acojáis la llamada a la conversión y os sometáis a la justicia mientras la Iglesia os ofrece misericordia."(n. 19).
La referencia a la Indulgencia como tema tradicional del Jubileo se expresa en el n. 22. Un último aspecto original es el de la misericordia como tema común a Judios y Musulmanes: "Este Año Jubilar vivido en la misericordia pueda favorecer el encuentro con estas religiones y con las otras nobles tradiciones religiosas; nos haga más abiertos al diálogo para conocerlas y comprendernos mejor; elimine toda forma de cerrazón y desprecio, y aleje cualquier forma de violencia y de discriminación. "(n. 23).

El deseo del Papa es que este Año, vivido también en la compartición de la misericordia de Dios, pueda convertirse en una oportunidad para "vivir en la vida de cada día la misericordia que desde siempre el Padre dispensa hacia nosotros. En este Jubileo dejémonos sorprender por Dios. Él nunca se cansa de destrabar la puerta de su corazón para repetir que nos ama y quiere compartir con nosotros su vida.. [...] En este Año Jubilar la Iglesia se convierta en el eco de la Palabra de Dios que resuena fuerte y decidida como palabra y gesto de perdón, de soporte, de ayuda, de amor. Nunca se canse de ofrecer misericordia y sea siempre paciente en el confortar y perdonar. La Iglesia se haga voz de cada hombre y mujer y repita con confianza y sin descanso: « Acuérdate, Señor, de tu misericordia y de tu amor; que son eternos ».