martedì 14 aprile 2015

Presentazione del Padiglione Expo della Santa Sede.



Presentazione del Padiglione Expo della Santa Sede. Intervento di Mons. Giampietro Dal Toso, segretario del Pontificio Consiglio Cor Unum

Gentili  Signori, 
Cor Unum, in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura, ha contribuito all’allestimento di due pareti del padiglione della Santa Sede. 
L’idea del nostro coinvolgimento è nata da un incontro con Sua Em. Card. Ravasi, che ringrazio per la collaborazione, e dalla necessità che sentivamo, come Santa Sede, di considerare il concetto di pane nelle sue diverse sfaccettature. Non a caso il titolo del nostro padiglione, come ha ricordato Sua Eminenza, è “NON DI SOLO PANE”.
Ci siamo cioè chiesti, preparando questa manifestazione, se parlare di nutrimento, oggi, significhi solamente parlare di cibo e alimentazione. E ovviamente la risposta è stata no.
Ed è no, perché il nutrimento non può essere solo materiale, ma anche spirituale. In secondo luogo perché parlare di nutrimento e di pane, almeno per la Chiesa, vuol dire rispondere alle ferite che l’uomo sopporta: al di fuori di esso, nelle guerre e nella distruzione del Creato. Ma anche all’interno di esso: le ferite dell’anima e del cuore, quelle che si creano quando la persona si allontana da Dio. Capite che i contraltari del cibo e del nutrimento, quindi, sono la fame e la sete, a cui la Chiesa e, nello specifico, la Santa Sede risponde con opere di promozione integrale della persona. 
Vorrei poi richiamarvi al fatto che sia necessario uscire dal cliché che la promozione integrale dell’uomo vada fatta solo nei paesi del cosiddetto Terzo mondo, o in via di sviluppo. Siamo di fronte a una fame e una sete, invece, che riguardano da vicino anche tutto l’Occidente. Si tratta delle “nuove povertà”, che colpiscono New York come Milano, Sydney come Parigi o come Roma: banalmente basterebbe uscire da questa Sala Stampa e fare pochi passi per rendercene conto, per esempio entrando in una sala per le scommesse o in un bar con le slot machine. Solo per fare degli esempi.
Come rendere le ferite, i problemi che l’uomo e il creato presentano?
Come rendere allo stesso modo le risposte che la Chiesa ritiene si possano e si debbano dare?
Cor Unum ha deciso di farlo promuovendo la realizzazione di due pareti del padiglione: 
1)    la prima, la parete fotografica si intitola “FERITE DEL CUORE, FERITE DEL PIANETA”. Questa presenta in tre sezioni principali i problemi e le sfide a cui l’uomo va incontro quando rompe l’alleanza con il Dio-creatore: conflitti, disequilibrio, de-creazione. Visivamente rappresenta l’onda del tempo che passa, l’onda dell’umanità in cammino e in ricerca. Sono immagini raccolte in ogni angolo del mondo e che provengono da fotografi internazionali, che ce le hanno donate gratuitamente, ci tengo a sottolinearlo. Presentano la fame dell’uomo, la fame intesa nel suo senso più ampio, che è fame materiale e spirituale, quindi le ferite del corpo, del cuore, della mente, del creato. E’ la narrazione di un’umanità che si muove alla ricerca del nutrimento per placare la fame del corpo e dello spirito.
2)    la seconda, la parete cinematografica, che è speculare alla prima nella struttura del padiglione, si intitola “ACQUA, CIBO, DIO”. Questa parete, che contiene tre film di circa 4’ l’uno, racconta le risposte della Chiesa ai problemi narrati dalle fotografie. Sono tre film cortometraggi che presentano il valore della carità cristiana, che non è assistenzialismo o pietismo, ma aiuto materiale e spirituale a chi soffre. Più volte Papa Francesco ci ha richiamati al concetto che "la Chiesa non è una Ong, ma e' una storia d'amore". Nei tre film viene narrato il senso dell’impegno del Santo Padre e degli organismi di carità della Chiesa a sostegno dello sviluppo integrale della persona, e viene data forma visiva ai concetti del farsi poveri per i poveri, e del dare autonomia, dignità e vera libertà alle persone che vivono nel bisogno. L’impronta della Chiesa è data dall’ “attributo” di Dio a cui ciascuno di questi progetti si appoggia (gratuità, carità, paternità). Vi abbiamo voluto agganciare un riferimento biblico visivo, che è quello di Abramo alle querce di Mamre (Genesi 18). Per questo i tre titoli dei film sono: 
-    UN PO’ D’ACQUA, ambientato in Burkina Faso, con riferimento alla donna al pozzo di Sicar (gratuità), e che rappresenta uno dei progetti sull’acqua della Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel; 
-    UN BOCCONE DI PANE, in Ecuador, la moltiplicazione dei pani (carità), girato nel Banco Alimentare di Guayaquil, realizzato su un progetto della Fondazione Populorum Progressio; 
-    RINFRANCATEVI IL CUORE, girato nei campi sfollati di Erbil, Kurdistan iracheno, che rappresenta l’istituzione dell’eucarestia (e quindi la paternità di Dio che ci rende tutti fratelli).
Non si tratta di foto e film di carattere documentaristico. Sono opere artistiche, che quindi hanno una simbologia propria e come tali vanno viste.  
Devo fare numerosi ringraziamenti. Anzitutto al Card. Ravasi e al Pontificio Consiglio della Cultura, per lo spirito di collaborazione con il quale abbiamo lavorato, e al CTV che ci ha concesso le riprese di Papa Francesco, che vedrete al termine di ogni film con delle frasi legate alle singole storie. Poi a coloro senza i quali questi progetti (i pozzi d’acqua in Burkina Faso, il Banco Alimentare a Guayaquil e i campi per i rifugiati a Erbil), non esisterebbero, tra il resto le due Fondazioni Giovanni Paolo II per il Sahel e la Populorum Progressio per l’America Latina, la CEI che ci aiuta a sostenerle, nonché gli operatori degli organismi di carità cattolici che lavorano in loco assieme alle Chiese locali. Infine, ma soprattutto direi, chi ci ha aiutato a realizzare questa galleria fotografica e questi bellissimi film: la direttrice artistica Lia Giovanazzi Beltrami e la sua società Aurora Vision, nonché la società di produzione Settima Entertainment, e tutto il gruppo di collaboratori, fotografi, montatori, sceneggiatori, registi…che hanno lavorato presto e bene in questi pochi mesi. Trovate tutti nomi nelle cartelle stampa. A loro va il nostro grazie più grande per il coinvolgimento e per la condivisione dello spirito che anima il lavoro della Santa Sede, non riconducibile, come sapete, a pure logiche commerciali. Grazie a tutti.
Cor Unum

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"Terra e Cibo": libro del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace
Il 16 aprile, alle ore 17.00, presso la Radio Vaticana sarà presentato il libro "Terra e Cibo" del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Interverrann: il card. Peter Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; mons. Mario Toso, Vescovo di Faenza-Modigliana, già Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; il dott. Tebaldo Vinciguerra, Officiale del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; il prof. Mario Lubetkin, Giornalista e Direttore dell’Ufficio per la Comunicazione Istituzionale della FAO: l'avv.ssa Adriana Opromolla, Responsabile dell’advocacy sui temi della sicurezza alimentare e del cambiamento climatico in Caritas Internationalis e il prof. Stefano Masini, Responsabile ambiente e consumi della Coldiretti.