sabato 3 maggio 2014

Papa Francesco all'Azione Cattolica Italiana: Ho pensato di consegnarvi tre verbi...



Papa Francesco all'Azione Cattolica Italiana: "Assumere il dinamismo missionario per arrivare a tutti, privilegiando chi si sente lontano e le fasce più deboli e dimenticate della popolazione. Si tratta di aprire le porte e lasciare che Gesù possa andare fuori"

"Ho pensato di consegnarvi tre verbi, che possono costituire per tutti voi una traccia di cammino: rimanere, andare, gioire"
Alle ore 12.30 di questa mattina, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha incontrato l’Azione Cattolica Italiana a conclusione dei lavori della 15ma Assemblea Nazionale sul tema: Persone nuove in Cristo Gesù, corresponsabili della gioia di vivere (Roma, 30 aprile - 3 maggio 2014).
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai partecipanti all’Udienza:
Cari amici dell’Azione Cattolica,
dò il benvenuto a tutti voi, che rappresentate questa bella realtà ecclesiale! Saluto i partecipanti all’Assemblea nazionale, i presidenti parrocchiali, i sacerdoti assistenti e gli amici dell’Azione Cattolica di altri Paesi. Saluto il presidente Franco Miano, che ringrazio per la presentazione che ha fatto, e il nuovo assistente generale, mons. Mansueto Bianchi, al quale auguro ogni bene per questa nuova missione, e il suo predecessore mons. Domenico Sigalini, che ha lavorato tanto: lo ringrazio per la dedizione con cui ha servito per tanti anni l’Azione Cattolica. Un saluto speciale va al cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, e al segretario generale mons. Nunzio Galantino.
Il tema della vostra Assemblea, "Persone nuove in Cristo Gesù, corresponsabili della gioia di vivere", si inserisce bene nel tempo pasquale, che è un tempo di gioia. È la gioia dei discepoli nell’incontro con il Cristo risorto, e richiede di essere interiorizzata dentro uno stile evangelizzatore capace di incidere nella vita. Nell’attuale contesto sociale ed ecclesiale, voi laici di Azione Cattolica siete chiamati a rinnovare la scelta missionaria, aperta agli orizzonti che lo Spirito indica alla Chiesa ed espressione di una nuova giovinezza dell’apostolato laicale. Questa scelta missionaria: tutto in chiave missionaria, tutto. E’ il paradigma dell’Azione Cattolica: il paradigma missionario. Questa è la scelta che oggi fa l’Azione Cattolica. Anzitutto le parrocchie, specialmente quelle segnate da stanchezza e chiusure – e ce ne sono tante. Parrocchie stanche, parrocchie chiuse… ce ne sono! Quando io saluto le segretarie parrocchiali, domando loro: Ma Lei è segretaria di quelli che aprono le porte o di quelli che chiudono la porta? Queste parrocchie hanno bisogno del vostro entusiasmo apostolico, della vostra piena disponibilità e del vostro servizio creativo. Si tratta di assumere il dinamismo missionario per arrivare a tutti, privilegiando chi si sente lontano e le fasce più deboli e dimenticate della popolazione. Si tratta di aprire le porte e lasciare che Gesù possa andare fuori. Tante volte abbiamo Gesù chiuso nelle parrocchie con noi, e noi non usciamo fuori e non lasciamo uscire fuori Lui! Aprire le porte perché Lui vada, almeno Lui! Si tratta di una Chiesa "in uscita": sempre Chiesa in uscita.
Questo stile di evangelizzazione, animato da forte passione per la vita della gente, è particolarmente adatto all’Azione Cattolica, formata dal laicato diocesano che vive in stretta corresponsabilità con i Pastori. In ciò vi è di aiuto la popolarità della vostra Associazione, che agli impegni intraecclesiali sa unire quello di contribuire alla trasformazione della società per orientarla al bene. Ho pensato di consegnarvi tre verbi che possono costituire per tutti voi una traccia di cammino.
Il primo è: rimanere. Ma non rimanere chiusi, no. Rimanere in che senso? Rimanere con Gesù, rimanere a godere della sua compagnia. Per essere annunciatori e testimoni di Cristo occorre rimanere anzitutto vicini a Lui. È dall’incontro con Colui che è la nostra vita e la nostra gioia, che la nostra testimonianza acquista ogni giorno nuovo significato e nuova forza. Rimanere in Gesù, rimanere con Gesù.
Secondo verbo: andare. Mai un’Azione Cattolica ferma, per favore! Non fermarsi: andare! Andare per le strade delle vostre città e dei vostri Paesi, e annunciare che Dio è Padre e che Gesù Cristo ve lo ha fatto conoscere, e per questo la vostra vita è cambiata: si può vivere da fratelli, portando dentro una speranza che non delude. Ci sia in voi il desiderio di far correre la Parola di Dio fino ai confini, rinnovando così il vostro impegno a incontrare l’uomo dovunque si trovi, lì dove soffre, lì dove spera, lì dove ama e crede, lì dove sono i suoi sogni più profondi, le domande più vere, i desideri del suo cuore. Lì vi aspetta Gesù. Questo significa: andare fuori. Questo significa: uscire, andare uscendo.
E infine, gioire. Gioire ed esultare sempre nel Signore! Essere persone che cantano la vita, che cantano la fede. Questo è importante: non solo recitare il Credo, recitare la fede, conoscere la fede ma cantare la fede! Ecco. Dire la fede, vivere la fede con gioia, e questo si chiama "cantare la fede". E questo non lo dico io! Questo lo ha detto 1600 anni fa sant’Agostino: "cantare la fede"! Persone capaci di riconoscere i propri talenti e i propri limiti, che sanno vedere nelle proprie giornate, anche in quelle più buie, i segni della presenza del Signore. Gioire perché il Signore vi ha chiamato ad essere corresponsabili della missione della sua Chiesa. Gioire perché in questo cammino non siete soli: c’è il Signore che vi accompagna, ci sono i vostri Vescovi e sacerdoti che vi sostengono, ci sono le vostre comunità parrocchiali, le vostre comunità diocesane con cui condividere il cammino. Non siete soli!
Con questi tre atteggiamenti, rimanere in Gesù, andare ai confini e vivere la gioia dell’appartenenza cristiana, potrete portare avanti la vostra vocazione, ed evitare la tentazione della "quiete", che non ha niente a che fare con il rimanere in Gesù; evitare la tentazione della chiusura e quella dell’intimismo, tanto edulcorata, disgustosa per quanto è dolce, quella dell’intimismo… E se voi andate, non cadrete in questa tentazione. E anche evitare la tentazione della serietà formale. Con questo rimanere in Gesù, andare ai confini, vivere la gioia evitando queste tentazioni, eviterete di portare avanti una vita più simile a statue da museo che a persone chiamate da Gesù a vivere e diffondere la gioia del Vangelo. Se voi volete ascoltare il consiglio del vostro Assistente generale – è tanto mite, perché porta un nome mite, lui, è Mansueto! – se voi volete prendere il suo consiglio, siate asinelli, ma mai statue di museo, per favore, mai!
Chiediamo al Signore, per ognuno di noi, occhi che sanno vedere oltre l’apparenza; orecchie che sanno ascoltare grida, sussurri e anche silenzi; mani che sanno sostenere, abbracciare, curare. Chiediamo soprattutto un cuore grande e misericordioso, che desidera il bene e la salvezza di tutti. Vi accompagni nel cammino Maria Immacolata, e anche la mia Benedizione. E vi ringrazio perché so che pregate per me!
Adesso vi invito a pregare la Madonna, che è nostra Madre, che ci accompagnerà in questo cammino. La Madonna sempre andava dietro a Gesù, fino alla fine, lo accompagnava. Preghiamola che ci accompagni sempre nel nostro cammino, questo cammino della gioia, questo cammino dell’uscire, questo cammino del rimanere con Gesù.
Ave o Maria, …

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Come l’asino di Gesù

Sarà ora l’Evangelii gaudium a scandire il cammino di testimonianza dell’Azione cattolica. Lo ha detto il presidente dell’associazione Franco Miano presentando al Papa stamani, 3 maggio, nell’aula Paolo VI, i rappresentanti della più grande associazione laicale italiana, accompagnati dai parroci assistenti, che danno vita a oltre seimila realtà parrocchiali in ogni diocesi del Paese. L’Azione cattolica, dunque, è venuta a presentarsi a Papa Francesco per consegnargli idealmente i contenuti essenziali dell’assemblea nazionale, appena conclusa.
«Siamo qui — ha detto il presidente Miano al Pontefice — per rinnovare il nostro impegno a vivere la sequela del Signore risorto tra la gente».

La parrocchia, ha spiegato, «è per noi il luogo dove ci si conosce per nome, si sperimenta la bellezza di essere Chiesa, si accoglie il dono della fede, si cresce nella carità, ci si apre alla speranza cristiana». La parrocchia, ha proseguito, «è anche il luogo dove viviamo la gioia e la bellezza di camminare insieme come popolo di Dio, il luogo dove impariamo a vedere il mondo e la storia con gli occhi di Dio e a spalancare il cuore alle necessità dei fratelli, soprattutto dei più poveri».
L’incontro con Papa Francesco, ha affermato Miano, «rappresenta per tutti noi un impegno e una promessa». L’impegno, ha precisato, «a essere sempre più laici che sanno stare nella storia». E davanti al Papa l’Azione cattolica nel suo insieme «ha rinnovato la promessa di essere uomini e donne in cammino, che ogni giorno si stupiscono e sanno rendere lode delle meraviglie che il Signore opera nella loro vita e nel cuore degli uomini». Inoltre, ha aggiunto Miano, «desideriamo continuare a camminare a fianco dei nostri pastori, continuare a vivere con loro la passione per Cristo e la sua Chiesa, la passione per ogni uomo e per ogni donna, non stancandoci mai di raccontare quanto è buono il Signore, quanto è grande il suo nome su tutta la terra, perché a tutti non manchi mai una parola di speranza».
Alle parole del presidente hanno fatto seguito quelle di monsignor Mansueto Bianchi, nuovo assistente ecclesiastico generale dell’associazione, che ha parlato di «testimonianza e speranza». Rivolgendosi al Papa ha detto: «Conti su di noi per quel progetto di Chiesa che ci ha raccontato nella Evangelii gaudium. Conti su di noi per quello che è stato lungamente desiderato, un sogno, una preghiera dentro ciascuno di noi e che oggi lei ci dona come una proposta di impegno e di realizzazione». Poi, citando una nota espressione del cardinale Jean-Marie Lustiger, monsignor Bianchi ha confidato di vedere l’Azione cattolica «come l’asino su cui Gesù compì il suo ingresso a Gerusalemme». E ha spiegato: «Non siamo eccezionali come i cavalli di razza, di solito non compariamo nei monumenti equestri, siamo anche un po’ grigi, ma tenaci, e soprattutto desideriamo con tutto il cuore portare il Signore dentro la città». E, ha concluso, «in questo crediamo di somigliare un po’ alle nostre parrocchie, alla Chiesa di tutti i giorni, per tutte le persone che sentiamo di amare e che vogliamo servire».
Tra i doni che l’Azione cattolica ha presentato stamani al Pontefice ci sono una serie di volumi e, da parte dei ragazzi, una valigia con dentro disegni e scritti. «È un segno — spiegano — che racconta il nostro cammino di fede».
All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il cardinale Angelo Bagnasco e il vescovo Nunzio Galantino, presidente e segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Tra i presuli anche monsignor Eduardo Horacio García, vescovo ausiliare di Buenos Aires. E sempre dall’Argentina è giunto anche Emilio Inzaurraga, coordinatore del Forum internazionale dell’Azione cattolica e presidente dell’Azione cattolica argentina. Erano presenti anche i componenti appena eletti del nuovo consiglio nazionale dell’associazione per il triennio 2014-2017.
L'Osservatore Romano