lunedì 26 settembre 2011

Colazione col morto



La notizia si commenta da sola: quando l'uomo si allontana da Cristo, si allontana fatalmente anche dal fratello, e allora l'unico orizzonte è quello dei "100 turisti in arrivo da Milano", del locale pieno di gente, degli stipendi ai dipendendenti (i soldi, sempre i soldi) e della probabile volontà della cara estinta. Che Dio abbia misericordia dell'anima sua e di tutti coloro che hanno perduto le speranze e che meditano il suicidio. Preghiamo soprattutto per noi, perchè lo Spirito Santo venga incontro alla nostra debolezza e ci spinga ad annunciare la Buona Notizia della Vittoria sul peccato, sul male e sulla morte; perchè da domani possiamo spenderci per ogni fratello che incontriamo, per il quale Gesù è morto sulla Croce. Ma come non evangelizzare? Guai a noi se non annunciamo il Vangelo. Chiediamo perdono a Dio per tutte le nostre "omissioni", per tutte le volte che siamo fuggiti di fronte alla sofferenza, alla solitudine, alla depressione dei nostri fratelli, e semplicemente abbiamo preferito pensare a noi. Noi che ci diciamo "cristiani": che Dio abbia pietà e che cambi il nostro cuore così duro a convertirsi. Così sia.

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"Ieri mattina al caffé Platti di Torino, storico locale della città, una donna francese di 66 anni si è tolta la vita sparandosi un colpo di pistola alla tempia. Cristine Melliant, residente alla Crocetta, si è uccisa nel bagno del locale che, dopo l'accaduto, la titolare ha deciso di non chiudere proseguendo regolarmente la sua attività.

Per uccidersi la vittima ha utilizzato la pistola del marito ormai defunto. A quanto pare la signora francese meditava da tempo il suicidio. La sua era ormai una storia di solitudine e di depressione. Da quando il marito, un torinese, se ne era andato, viveva sola; la figlia, sposata, vive a Parigi con la famiglia.

Al momento dello sparo clienti e personale del caffé Platti hanno sentito una boato sordo provenire dal bagno. Sul posto è subito arrivata la polizia per effettuare i dovuti rilievi e rimuovere il corpo. Nel frattempo, però, il bar non ha chiuso. La sua normale attività è continuata. Ecco l'unica eccezione: per i clienti (ovviamente) non era possibile utilizzare il bagno. A quanto pare, nessuno si è impressionato o è rimasto scandalizzato.

La titolare del caffé ha spiegato: 'Non ho chiuso il bar perché non mi è sembrato opportuno, si è trattato di un fatto molto grave, ma voluto dalla signora. Perché chiudere il bar? Aspettavo per pranzo 100 turisti in arrivo da Milano ed il locale era pieno di gente. Io devo pensare al locale, a pagare i dipendenti e poi forse la signora avrebbe preferito questa riservatezza'. Di questa vicenda, senza dubbio, oltre alla storia drammatica della vittima, colpisce l'indifferenza generale".