giovedì 29 settembre 2011

Il Kerygma 29 - Domus Galilaeae, 19 maggio 2011 (ITA/ESP.)




Convivenza dei Vescovi dei Seminari “Redemptoris Mater” Domus Galilaeae,
25 aprile – 2 maggio 2011


LODI: KERYGMA DURANTE LA PENITENZIALE

26 aprile 2011

Kiko:

Bene, fratelli, vi dovrei dire una parola breve, annunziarvi un kerygma.

Noi normalmente facciamo un kerygma nella penitenziale. Kerygma è una parola greca.
Come sapete, S. Paolo ha detto che Dio ha voluto salvare il mondo attraverso la stoltezza della
predicazione.
Se leggiamo questa lettera di S. Paolo in greco, egli non usa la parola predicazione,
ma usa un’altra parola: Dio ha voluto salvare il mondo attraverso la stoltezza del kerygma.
Kerygma: una parola tecnica che nel cammino è molto amata. Dio vuole salvare il mondo attraverso
la stoltezza del kerygma.
Ogni volta che si proclama il kerygma viene a noi la salvezza. Il kerygma!
Che cosa è il kerygma? Noi sappiamo che significa buona novella.
S. Pietro dice: voi che avete ascoltato la buona novella
Questo kerygma è una notizia non è un indottrinamento, neanche una filosofia, neppure una dottrina:è un fatto.
Il Kerygma annuncia un fatto! E’ un fatto che ogni volta che si proclama si realizza! Se io adesso proclamo il kerygma, la stessa notizia che io proclamo si attua in noi.
I fratelli del Cammino Neocatecumenale durante le domeniche di Pasqua vanno per le strade ad
annunciare il kerygma, due a due, nei giardini, per le strade. L’anno scorso o 2 anni fa, facendo
questo durante il periodo di Pasqua, abbiamo salvato 54 persone dal suicidio.
Due ragazzi sono andati in un parco, hanno visto un uomo seduto su una panchina, con la testa bassa, si
sono avvicinati e gli hanno detto se potevano dirgli una parola, una buona notizia ed hanno cominciato ad
annunciare l’amore al nemico in Cristo, il kerygma.
Sembrava che non ascoltasse; ma dopo mezz’ora che gli annunciavano l’amore di Dio in Cristo, e gli
dicevano che lui conosceva suoi problemi, che lo amava tanto, che li aveva inviati a lui per aiutarlo…, ben
questo uomo alza la testa, mette la mano sotto la panchina e tira fuori una corda e dice: “Ero venuto per impiccarmi” e ha consegnato loro la corda.
Si è alzato ed è andato via. Così tanti altri fatti.
Dicono i Padri del deserto che dal nostro battesimo sgorga un’acqua mansueta, calma, che dice:
“Oggi, convertiti”! Oggi!
Abbiamo sentito il salmo 94 “Se oggi ascoltate la sua voce”. C’è un oggi.
Molto importante l’oggi. E’ importante l’ora, infatti nelle beatitudini Gesù dice: Guai a coloro
che ora, ora sono soddisfatti!
Guai a quelli che ora… anche S. Paolo dice: ora è il momento della
salvezza, ORA è il giorno della salvezza! Dice: ora, adesso! Adesso è la salvezza, la liturgia ogni
volta che si attua, come nell’eucarestia, si fa presente il Signore.
Perché quando si annuncia il kerygma, esso si attua.
Guai a noi se non annunciamo il Vangelo che è la stessa cosa.
Il Vangelo non sono dei sermoni, non sono indottrinamenti. Annunciare il Vangelo!
Ha un nocciolo, ha un kerygma, ha un punto focale che è la notizia della vittoria di Cristo sulla
morte, la resurrezione di Cristo.
Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture, come è
scritto nella prima epistola ai Corinzi al capitolo 15: “Vi ho trasmesso anzitutto, quello che anch'io
ho ricevuto, che cioè Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato
il terzo giorno, secondo le Scritture, ecc.”. Perché si attua?
Questo lo dobbiamo capire molto profondamente, dobbiamo metterlo in relazione a quanto dice
l’epistola gli Ebrei: Cristo crocefisso è impronta della sostanza, l’impronta della sostanza divina,
immagine della sua gloria.
Ecco la sostanza divina! E’ una parola filosofica difficile.
Cosa è la gloria divina, che cosa è la sostanza? Dio nessuno lo ha visto, in Cristo crocefisso abbiamo visto
l’impronta. L’impronta è come un sigillo che si mette sulla cera, un’impronta. Questa croce è
un’impronta.
E che vediamo in questa impronta? Cosa vediamo? L’Immagine della sua gloria,
l’irradiazione della gloria divina.
Cosa è la gloria di Dio? Cosa è la sostanza di Dio?
Possiamo noi vedere questa impronta in una figura di bronzo? Che significa? Essa fa presente in un’immagine la sostanza di Dio, la sua essenza più profonda: che ci ama.
Ci ama in una maniera curiosa, non perché noi siamo buoni, perfetti, no!
Ci ama così come siamo. Non abbiamo bisogno di essere buoni per
essere amati da Dio.
Dio non né ha bisogno. Ti ama così come sei, anche se sei un assassino, un pederasta, un malvagio, ti ama.
Ti ama a tal punto da dare la vita totalmente per te malvagio, per te vendicatore, per te ipocrita, falso. Non mi ha giudicato mai. In Cristo crocefisso appare la giustizia di Dio.
Dio ci ama di un amore talmente grande; l’amore porta all’unione. Se amo una donna mi
voglio unire a lei, sono due in una sola carne, e questo è un sacramento dell’amore che Cristo ha per
la mia anima. L’amore che Cristo ha per la sua Chiesa. Che grande mistero è questo: Cristo e la
Chiesa!
L’essenza divina: è questa volontà di essere uno con me, con il mio spirito. S. Paolo dice una cosa
molto profonda: sapete che chi va a letto con una prostituta si fa una carne sola con essa?
Guardate come considera l’atto sessuale: anche se non sei sposato, anche se vai con una prostituta, il fatto
di fare un atto, di andare a letto con una donna, già siete una sola carne. “Prenderò dunque le membra
di Cristo e ne farò membra di una prostituta?
Non sia mai!” (1 Cor. 6, 15).
Ma chi si unisce a Cristo nello spirito, si fa un solo spirito con Cristo.
Questo di farsi un solo spirito con Cristo è tutto il segreto del cristianesimo, della Santa Trinità.
Il Signore dice: Padre, come tu sei in me ed io, Figlio, in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, siano
perfettamente uno, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
Tutto il mistero del cristianesimo
è che appaia una comunità dove siano perfettamente uno, perché vedendo questa comunione di
amore, così perfetta, il mondo rimanga colpito, allibito!
Si diventa luce del mondo perché si fa presente il mistero della Trinità che sono tre persone in un solo Dio. Il Padre ed il Figlio, uno!
Il Padre ed il Figlio nello Spirito Santo, uno! Questa è la sostanza divina. Mentre io predico, dove sta
Cristo?
Cristo è il sacerdote eterno, adesso è davanti al Padre e presenta le sue piaghe piene di luce:
ha sofferto per noi. E che sta facendo? Sta intercedendo per noi e sta chiedendo al Padre il perdono
dei nostri peccati.
Perché vuole il perdono dei peccati? Perché vuole scendere, venire da noi, perché dove c’è la
tenebra, il peccato non può abitare il Signore.
Ma se noi oggi diamo i nostri peccati a Cristo, ecco, il sangue di Cristo, che è scorso come acqua mansueta ed ha irrigato la terra per i nostri peccati, ha il potere di pulire i nostri peccati, di lavarci, ed immediatamente
può scendere su di noi lo Spirito Santo.
Questo che discende su di noi lo Spirito Santo è profondissimo!
Perché?
Perchè si attua l’essenza divina, che è essere uno in noi. “Guarda, dice l’Apocalisse, io sto alla porta e
busso se tu mi apri il tuo cuore, mio Padre ed io scenderemo in te, dentro di te, faremo dimora in te”!
Allora,Dio che ci ama tanto, più di ciò che prova un innamorato per la sua fidanzata, molto di più,
vorrebbe essere dentro di noi come il Padre è nel Figlio e nello Spirito Santo: uno, vorrebbe essere
Padre e Figlio uno con te con lo Spirito Santo.
Questo che sto dicendo non è così facile. E’ necessaria la conversione costante. Credere!
Avete creduto al Vangelo? Alla buona notizia?
Come diceva Karl Barth: annunziare il Vangelo significa
lasciarsi giudicare dalla croce di Cristo. Dobbiamo guardare a Cristo crocefisso e guardare a Cristo
crocefisso per noi. Tu vivi in questa verità?
Tu ti lasci crocefiggere? Se sei vescovo forse dai preti,
se sei sposato dalla moglie, dai difetti della moglie, dai figli?
Ci lasciamo veramente giudicare?
Si attua davvero in noi quello che Cristo ha detto su questo monte nel Sermone della Montagna: Se
qualcuno ti percuote sulla guancia destra, tu porgigli la sinistra? Se qualcuno ti fa causa per rubarti
il vestito, tu lasciagli anche il mantello?
Se qualcuno ti ruba quello che ti appartiene, tu non lo reclamare?
Quello che piace a te, fallo anche tu agli altri! Se amate quelli che vi amano, cosa fate di straordinario Questo lo fanno tutti. Voi amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano.
Ecco il disegno dell’uomo celeste. Questo è il disegno!
Lo abbiamo proclamato a tutti i fratelli nel cammino e lo abbiamo proclamato come una profezia come
qualcosa che lo Spirito Santo, lungo un cammino di iniziazione cristiana, realizza dentro di noi.
Non solo livello personale, ma a livello comunitario, questo è quello che sta aspettando il mondo.

Non soltanto il mondo, ma anche la creazione intera, come dice S. Paolo, che geme con dolori di parto
perché si manifestino i figli di Dio.
Tutti stanno aspettando questo miracolo che appaia il corpo di Cristo: la comunità cristiana è il
corpo di Cristo, questa perfetta unità. Un amore che si fa visibile, si fa sacramento di salvezza.
Le nostre comunità, dopo 40 anni, sono tutti là, si vogliono bene, questa sì che suscita l’invidia dei
pagani.
Come diceva un donna lontana dalla Chiesa: “Sono ammirata del modo in cui vi relazionate.
Mai ho visto una cosa simile”. Perché i pagani si relazionano sempre per qualche interesse:
che sei simpatico, che sei una donna bella…, sempre c’è un interesse, ma la nostra
relazione è nello Spirito Santo.
Qui non c’è nessuno interesse e questo lascia sorpresi i pagani.
Bene fratelli finisco dicendo che Dio oggi vorrebbe stare dentro di me, ma perché Dio possa entrare
dentro di me devo riconoscere che voglio vivere così, voglio vivere crocefisso, perché come dice S.
Paolo “Noi portiamo sempre nel nostro corpo il morire di Cristo”, perché si veda nel mio corpo che
Cristo è vivo.
Perché il vero punto oggi nella Chiesa è uno solo: in che cosa consiste essere cristiani?
Concretamente, in che cosa consiste? Nell’andare a messa, nel pregare…? Ci sono
musulmani che pregano molto! Nell’essere onesti sul lavoro? Ci sono molto atei, marxisti che già lo
fanno. Nel non andare a prostitute? Ma anche altri non lo fanno.
In che cosa consiste l’essere cristiani?
Qui si gioca tutto!
Ogni epoca ha avuto la sua accentuazione pastorale: le cattedrali sono un’accentuazione pastorale in una epoca concreta per l’evangelizzazione; anche il sociale è una opera concreta.
In che consiste oggi? Nel sociale? No, nell’aprire il cielo, nell’escatologia. E come si apre il cielo?
Ecco, questo è il punto.
Qui si gioca la nuova evangelizzazione.
Convertitevi e credete alla buona notizia.
Convertirsi non significa stringere i pugni: non mi devo masturbare più o altro!
No, non è così. Dice Cristo: “Convertitevi e credete alla buona notizia”, ma
credere significa avere la fede e la fede è un dono che viene dal cielo. Allora se oggi il Signore mi
ha mandato a fare questo ministero, di annunciarvi il Kerygma, vuole dire che oggi vi vuole dare la
fede, perché nessuno può dire che Cristo è il Signore senza lo Spirito Santo, come dice S. Paolo (cf
1 Cor 12,3).
E ciò che ti fa riconosce che questo poveretto che è stato crocefisso è il Signore, è il
fatto che Dio lo ha risuscitato e lo costituito Kyrios, Signore dei vivi e dei morti e che ritornerà a
giudicare i vivi e i morti.
Ma per credere questo bisogna che, nel nome di Cristo Gesù, sia annunziata a tutte le nazioni la conversione, questo verità, questo amore, perché cessino le guerre, cessi l’odio nel mondo.
E voi siete rettori, presbiteri, vescovi! Che cosa fantastica sarebbe se, grazie a questo sacramento
della riconciliazione, noi dessimo oggi a Cristo i nostri peccati!
Io, che sono pieno di superbia, che non accetto di essere umiliato, che cerco in tutto la mia
comodità, che sono un peccatore, che sono una frana…
Abbi pietà di me, Signore: “Signore, figlio di Davide, abbi pietà di me che sono un peccatore”.
Questa è la preghiera costante dei monaci dell’oriente “Kyrie, eleison”. Signore, abbi pietà di me.
Il Signore, che ha tantissima pietà, vuole oggi perdonarci, riconciliarci con lui in questa convivenza.




* * *






Kerygma predicado por Kiko Arguello
jueves, 19 de mayo de 2011
Convivencia de Obispos de los Seminarios “Redemptoris Mater”
Domus Galilaeae, 25 abril – 2 mayo 2011

26 abril 2011
LAUDES: KERYGMA DURANTE LA PENITENCIAL

Kiko:
Lectura 1 Pedro 2, 1 - 10
Bien, hermanos, os tengo que decir una palabra breve, anunciaros el kerigma. Nosotros normalmente hacemos un kerigma en la penitencial. Kerigma es una palabra griega. Como sabéis, San Pablo ha dicho que Dios ha querido salvar al mundo a través de la necedad de la predicación. Si leemos esta carta de San Pablo en griego, él no usa la palabra predicación, sino que usa otra palabra: Dios ha querido salvar al mundo a través de la necedad del “kerigma”. Kerigma: una palabra técnica que en el Camino es muy amada. Dios quiere salvar al mundo a través de la necedad del kerigma. Cada vez que se proclama el kerigma viene a nosotros la salvación. ¡El kerigma! ¿Qué es el kerigma? Nosotros sabemos lo que significa: Buena Noticia. San Pedro dice: vosotros que habéis escuchado la Buena Noticia. Este kerigma es una noticia, no es un adoctrinamiento, ni siquiera una filosofía, ni tampoco una doctrina: es un hecho. ¡El kerigma anuncia un hecho! Es un hecho que cada vez que se proclama se realiza: si yo ahora proclamo el kerigma, la misma noticia que yo proclamo se realiza en nosotros.

Los hermanos del Camino Neocatecumenal durante los domingos de Pascua van por las calles a anunciar el kerigma, de dos en dos, por los parques, por las calles. El año pasado o hace dos años, haciendo esto durante el periodo de Pascua hemos salvado a 54 personas del suicidio. Dos chicos han ido a un parque, han visto a un hombre sentado en un banco, con la cabeza baja, se han acercado a él y le han dicho si le podían decir una palabra, una buena noticia y han empezado a anunciarle el amor al enemigo en Cristo: el kerigma. Parecía que no estaba escuchando, pero después de media hora que le anunciaban el amor de Dios en Cristo, y que le decían que El conocía todos sus problemas, que lo amaba mucho, que les había enviado a ellos para ayudarle…, bien, este hombre levanta la cabeza, mete la mano debajo del banco, saca una cuerda y dice: “Había venido aquí para ahorcarme” y les dio la cuerda. Se ha levantado y se ha ido. De igual forma otros muchos.
Dicen los Padres del desierto que de nuestro bautismo mana un agua mansa, calma, que dice: “Hoy conviértete” ¡Hoy! Hemos escuchado en el salmo 94: “Si hoy escucháis su voz”. Hay un hoy. Es muy importante el hoy. Es importante la hora, de hecho en las bienaventuranzas Jesús dice: ¡Ay de vosotros, los que ahora estáis hartos! ¡Ay de vosotros los que ahora…! (Lc 6,25). También San Pablo dice: “Mirad ahora el momento favorable, mirad ahora el día de salvación” (2 Cor 6,2). Dice: ¡ahora! Ahora es la salvación, en la liturgia cada vez que se realiza, como en la Eucaristía, se hace presente el Señor.
¿Por qué cuando se anuncia el kerigma, éste se realiza? ¡Ay de nosotros si no anunciamos el Evangelio!. El Evangelio no son sermones, no son adoctrinamientos. Anunciar el Evangelio tiene un núcleo, un kerigma, un punto focal que es la noticia de la victoria de Cristo sobre la muerte, la Resurrección de Cristo. Cristo ha muerto por nuestros pecados, según las Escrituras, como está escrito en la primera carta a los Corintios, capítulo 15: “Porque os transmití en primer lugar, lo que a mi vez recibí: que Cristo murió por nuestros pecados, según las Escrituras, que fue sepultado y que resucitó al tercer día, según las Escrituras, etc”. ¿Por qué se realiza?

Esto lo tenemos que entender muy profundamente, lo tenemos que poner en relación a lo que dice la epístola a los Hebreos: Cristo crucificado es impronta de la sustancia divina, imagen de su gloria (Heb 1,3). ¡La sustancia divina! Es una palabra filosófica difícil. ¿Qué es la sustancia divina? ¿Qué es la sustancia? A Dios nadie le ha visto, en Cristo crucificado hemos visto su impronta. La impronta es como un sello: esta cruz es una impronta. Y ¿qué vemos en esta impronta? ¿Qué es lo que vemos? La imagen de su gloria, la irradiación de la gloria divina. ¿Qué es la gloria de Dios? ¿Cuál es la sustancia de Dios? ¿Podemos ver nosotros esta impronta en una figura de bronce? ¿Qué significa? Ella hace presente en una imagen la sustancia de Dios, su esencia más profunda: que nos ama. Nos ama de una manera curiosa, no porque seamos buenos, perfectos, ¡no! Nos ama así, como somos. No tenemos necesidad de ser buenos para ser amados por Dios, te ama así como eres; aunque seas un asesino, un pederasta, un malvado, él te ama. Te ama hasta el punto de dar la vida totalmente por ti malvado, por ti vengativo, por ti hipócrita, falso. No nos ha juzgado nunca. En Cristo crucificado aparece la justicia de Dios. ¡Dios nos ama con un amor tan grande! El amor lleva a la unión. Si amo a una mujer me quiero unir a ella, son dos en una sola carne, y esto es un sacramento del amor que Cristo tiene por mi alma. El amor que Cristo tiene por su Iglesia. ¡Qué gran misterio es éste: Cristo y la Iglesia!

La esencia divina es esta voluntad de ser uno conmigo, con mi espíritu. San Pablo dice una cosa muy profunda: ¿sabéis que quien se acuesta con una prostituta se hace una sola carne con ella? Mirad cómo considera el acto sexual: aunque no estés casado, si vas con una prostituta, el hecho de hacer un acto, de ir a la cama con una mujer, ya sois una sola carne. “¿Tomaré yo los miembros de Cristo para hacerlos miembros de prostituta? ¡De ningún modo! (1 Cor 6,15) mas el que se une a Cristo en el espíritu, se hace un solo espíritu con Cristo”. Esto de hacerse un solo espíritu con Cristo es todo el secreto del cristianismo, de la Santa Trinidad. El Señor dice: “Padre, como tú estás en mí y yo, Hijo, en ti, que ellos también sean uno en nosotros, que sean perfectamente uno, para que el mundo crea que tú me has enviado” (Jn 17,21-22).
Todo el misterio del cristianismo es que aparezca una comunidad donde sean perfectamente uno, para que viendo esta comunión de amor, tan perfecta, el mundo se quede impresionado, sobrecogido. Se convierte en la luz del mundo porque se hace presente el misterio de la Trinidad que son tres personas en un solo Dios. El Padre y el Hijo ¡uno! El Padre y el Hijo en el Espíritu Santo uno! Ésta es la sustancia divina. Mientras yo predico ¿dónde está Cristo? Cristo es el sacerdote eterno, ahora está delante del Padre y presenta sus llagas llenas de luz: ha sufrido por nosotros. ¿Y qué está haciendo? Está intercediendo por nosotros y está pidiendo al Padre el perdón de nuestros pecados.
¿Por qué pide el perdón de los pecados? Porque quiere descender, venir a nosotros, porque donde hay tinieblas, donde está el pecado no puede habitar el Señor. Pero si nosotros hoy damos nuestros pecados a Cristo, he aquí que la sangre de Cristo, que ha manado como agua mansa y ha irrigado la tierra por nuestros pecados, tiene el poder de limpiar nuestros pecados, de lavarnos e inmediatamente puede descender sobre nosotros el Espíritu Santo. ¡Esto de que desciende sobre nosotros el Espíritu Santo es profundísimo! ¿Por qué? Porque se realiza la esencia divina, que es ser uno en nosotros. “Mira -dice el Apocalipsis- que estoy a la puerta y llamo, si tú me abres tu corazón, mi Padre y yo descenderemos a ti, dentro de ti, moraremos en ti”. Entonces, Dios que nos ama tanto, mucho más de lo que siente un enamorado por su enamorada, muchísimo más, querría estar dentro de nosotros como el Padre está en el Hijo y en el Espíritu Santo: el Padre y el Hijo quisieran ser uno contigo con el Espíritu Santo.
Esto que estoy diciendo no es tan fácil. Es necesaria la conversión constante. ¡Creer! ¿Habéis creído en el Evangelio? ¿A la Buena Noticia? Como decía Karl Barth: anunciar el Evangelio significa dejarse juzgar por la cruz de Cristo. Tenemos que mirar a Cristo crucificado, a Cristo crucificado por nosotros. ¿Vives tú en esta verdad? ¿Tú te dejas crucificar? Si eres obispo ¿te dejas crucificar quizás por tus curas?, si estás casado, ¿por tu mujer, por los defectos de tu mujer, de tus hijos? ¿Nos dejamos verdaderamente juzgar? ¿Se cumple en nosotros de verdad lo que Cristo ha dicho en el Sermón de la Montaña: si alguno te golpea en la mejilla derecha, preséntale también la izquierda? ¿Si alguno quiere pleitear contigo para quitarte la túnica, déjale también el manto? ¿Si alguno te roba lo que es tuyo no se lo reclames? ¿Lo que te gusta a ti, hazlo tú también a los otros! Si amáis a los que os aman, ¿qué hacéis de extraordinario? Esto lo hacen todos. Vosotros, amad a vuestros enemigos, haced el bien a los que os odian. Éste es el diseño del hombre celeste. ¡Éste es el diseño! Lo hemos proclamado a todos los hermanos del Camino y lo hemos proclamado como una profecía, como algo que el Espíritu Santo, a lo largo de un camino de iniciación cristiana, realiza dentro de nosotros. No sólo a nivel personal, sino a nivel comunitario, esto es lo que está esperando el mundo. No solamente el mundo, sino también la creación entera, como dice San Pablo, que gime con dolores de parto para que se manifiesten los hijos de Dios.
Todos están esperando este milagro: que aparezca el cuerpo de Cristo. La comunidad cristiana es el cuerpo de Cristo, unidad perfecta: un amor que se hace visible, se hace sacramento de salvación. Nuestras comunidades, después de 40 años, continúan todos, se quieren, esto suscita la envidia de los paganos. Como decía una señora alejada de la Iglesia: “Estoy admirada del modo en que os relacionáis, jamás he visto algo parecido”. Porque los paganos se relacionan siempre por algún interés: porque eres simpático, porque eres guapa…, siempre hay algún interés; pero nuestra relación es en el Espíritu Santo. Aquí no hay ningún interés y esto deja sorprendidos a los paganos.
Bien, hermanos, acabo diciendo que Dios hoy querría estar dentro de nosotros, pero para que Dios pueda entrar dentro de mí debo reconocer que quiero vivir así, quiero vivir crucificado, porque como dice San Pablo: “Nosotros llevamos siempre en nuestro cuerpo el morir de Cristo, para que se vea en mi cuerpo que Cristo está vivo”. Porque el verdadero punto hoy en la Iglesia es uno sólo: ¿en qué consiste ser cristiano? Concretamente, ¿en qué consiste? ¿En ir a Misa, en rezar? ¡Hay muchos musulmanes que rezan mucho! ¿En ser honestos en el trabajo? ¡Hay muchos ateos, marxistas que los son! ¿En no ir con prostitutas? ¡Hay muchos que no lo hacen! ¿En qué consiste el ser cristiano? ¡Aquí se juega todo! Cada época ha tenido su acentuación pastoral: las catedrales son una acentuación pastoral en una época concreta para la evangelización; también lo social es una obra concreta. Pero, en qué consiste hoy ¿en lo social? ¡No! En abrir el cielo, en la escatología. ¿Y cómo se abre el cielo? Aquí está el punto. Aquí se juega la nueva evangelización.
Convertíos y creed la Buena Noticia. Convertirse no significa apretar los puños: tengo que dejar de masturbarme… No, no es esto. Dice Cristo: “Convertíos y creed la Buena Noticia”, pero creer significa tener fe y la fe es un don que viene del cielo. Entonces si hoy el Señor me ha mandado hacer este ministerio de anunciaros el kerigma, quiere decir que hoy os quiere dar la fe, porque ninguno puede decir que Cristo es el Señor sin el Espíritu Santo, como dice San Pablo (cf 1 Cor 12,3). Y lo que te hace reconocer que este pobrecillo que ha sido crucificado es el Señor, es el hecho de que Dios lo ha resucitado y lo ha constituido Kyrios, SEÑOR de vivos y muertos que volverá a juzgar a los vivos y a los muertos. Pero para creer esto, para que cesen las guerras, para que cese el odio en el mundo es necesario que, en el nombre de Cristo Jesús, sea anunciada a todas las naciones la conversión, esta verdad, este amor.
¡Y vosotros sois rectores, presbíteros, obispos! ¡Qué fantástico sería si, gracias a este sacramento de la reconciliación, nosotros hoy diésemos a Cristo nuestros pecados!
Yo, que estoy lleno de soberbia, que no acepto ser humillado, que busco en todo mi comodidad, que soy un pecador, que soy un desastre… ¡Ten piedad de mí, Señor! ¡Señor, hijo de David, ten piedad de mí que soy un pecador! Ésta es la oración constante de los monjes de Oriente, “Kyrie, eleison”. ¡Señor, ten piedad de mí!