mercoledì 16 novembre 2011

Gertrude di Helfta - Esercizi Spirituali 2



Esercizi Spirituali di s. Gertrude la grande

quinto esercizio dell’amore divino

Ogni volta che vuoi essere completamente libera per dedicarti tutta all’amore , distogli il tuo cuore da tutti gli affetti disordinati, gli impedimenti e le vacue fantasie, scegliendo per questo un giorno e un tempo opportuno, almeno in tre momenti nell’arco della giornata, cioè al mattino, a mezzogiorno e alla sera, come riparazione per il fatto di non aver mai amato il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze [cf Dt 6,5; Mc 10,30]. Unisciti allora a Dio nella preghiera con tutto l’affetto, con tutta la devozione e l’intenzione, come se tu vedessi presente proprio lo Sposo, Gesù, che è di certo presente nella tua anima. E di primo mattino, come se andassi incontro al tuo Dio dì questa preghiera con questi tre versetti:

Dio mio, Dio mio, per te veglio da l sorgere della luce. È assetata di te l’anima mia, quanto intensamente ha bisogno di te la mia carne! In terra deserta, senza strade e senza acqua, così mi presento davanti a te nel santuario, per contemplare la tua potenza e la tua gloria [Sal62,2-3].

O Dio amore, tu solo sei il mio totale e vero amore. Tu sei la mia carissima salvezza. Tu sei la mia speranza e la mia gioia, il mio supremo e ottimo bene. Davanti a te, Dio mio, carissimo amore mio, fin dal mattino mi porrò e contemplerò [cf Sal 5,5] te che sei la perenne soavità e dolcezza. Tu sei la sete del mio cuore. Tu sei capace di saziare completamente il mio spirito. Quanto più ti gusto, tanto più ho fame. Quanto più bevo, più ho sete [cf Sir 24,29].

O Dio amore, la visione di te è per me come un giorno sfolgorante: quel giorno solo che, trascorso negli atri del Signore [Sal 83,11], è preferibile a mille altrove, quel giorno solo a cui sospira la mia anima, la mia vita, che tu hai redento perché fosse tua. Quando mi sazierai con la dolcezza del tuo volto che stilla miele? L’anima mia arde e vien meno dal desiderio [Sal 83,3] della sovrabbondanza della tua soavità. Ecco, ho scelto e preferito di essere un rifiuto nella casa del Signore [Sal 83,11] per poter aspirare ad essere ristorata dal tuo dolcissimo volto.

O amore, vedere te è migrare con la mente in Dio. Aderire a te, è unirsi a Dio con il patto nuziale. O luce serenissima della mia anima, e mattino luminosissimo, sorgi ormai in me, e comincia a risplendere a me in modo tale che nella tua luce io veda la luce [Sal 35,10] e grazie a te la mia notte si converta in giorno! O mio carissimo Mattino, tutto ciò che tu non sei, per amore dell’amore tuo possa io stimarlo come niente e vanità [Is 40,17]. Vieni a visitarmi fin dal primo mattino [Gb 7,18], perché io mi trasformi tutta quanta immediatamente in te.

O amore, che porti non la luce, ma Dio stesso, vieni ora a me con larghezza, perché grazie a te io mi disciolga in dolcezza: da me, una volta annientata, io fluisca integralmente in te, in modo che io d’ora innanzi non possa mai più ritrovarmi in me in questo tempo limitato, ma io rimanga strettamente unita a te per l’eternità.

O amore, tu sei quella bellezza singolare, quello splendore senza pari che in questo mondo non si può vedere se non sotto le ali dei serafini [cf Es 37,6-9]. Quando mi rianimerà tale e tanta bellezza? O augusta stella del mattino [Ap 22,16], che sfolgori di luminosità divina! Quando mi rischiarerà al tua presenza?

O amabilissimo splendore, quando mi sazierai di te? Oh, se soltanto potessi percepire qui per breve tempo deboli raggi della tua avvenenza, così da poter assaporare in anticipo almeno un po’ della tua dolcezza e pregustare soavemente te, mia parte migliore [Lc 10,42]! Volgiti ora un pochino verso di me, perché in te, fiore dei fiori, possa fissare il mio sguardo.

Tu sei il fulgido specchio della Santa Trinità, che là si può vedere faccia a faccia, qui invece solamente in modo velato [1Cor 13,12], con l’occhio di un cuore puro [cf Mt 5,8]. Aspergimi con la tua purezza e sarò mondata! Tocca con la tu purezza l’intimo del mio cuore e sarò resa più candida della neve [cf Sal 50,9]. Prevalga, ti prego, l’ampiezza della tua carità, e mi avvolga la sovrabbondante santità dei tuoi meriti, affinché non mi tenga lontana da te la dissomiglianza tra la tua bellezza e la mia.

Volgi il tuo sguardo su di me e vedi [cf Sal 79,15], e fa’ che io ti riconosca e ti comprenda. Tu mi hai amato per primo [1Gv 4,10.19; cf Gv 15,16]. Sei stato tu a scegliere me, quando io non avevo ancora scelto te. Tu corri incontro spontaneamente a chiunque abbia sete di te: il candore dell’eterna luce [Sap 7,26] splende sulla tua fronte.

Mostrami il tuo volto e fammi contemplare la tua bellezza [cf Ct 2,14; cf Es 33,18; Sal79,4]! Il tuo volto è soave e splendido [cf Ct 2,14; 6,3]: lo irradia la bellissima aurora della divinità. Le tue gote sono rese meravigliosamente rosee dall’Omega e dall’Alfa [cf Ap 1,8]. Nei tuoi occhi sfavilla in modo inestinguibile la splendente eternità. Lì per me manda bagliori, come una lampada, la salvezza di Dio. Lì la radiosa carità gioca gioiosamente con la luminosa verità. Profumo di vita spira a me da te. Miele e latte stilla per me dalla tua bocca[Ct 4,11].

Quanto sei bella, o carità che sei Dio, e quanto deliziosa, quanto ammirabile e degna di compiacenza, o te che sei la più cara tra le delizie [cf Ct 4,1; 7,6]! Tu siedi regina, al primo posto, sul trono divino, ricolma delle ricchezze dell’augusta Trinità. Tu, consorte e sposa del sommo Dio, godi sempre della sua familiarità, congiunta al Figlio di Dio da un amore indissolubile.

O amore, al tramonto della mia vita, degnati di sorgere per me di buon mattino [cf Mc16,2], e quando mi vedrai abbandonare questa dimora, fammi attingere in te la vita eterna; concedimi poi di terminare questo esilio in modo tale da poter entrare con te senza impedimento alle nozze dell’Agnello [cf Ap 19,7.9] e fa’ che sotto la tua guida io trovi il vero sposo e amico e che, tra le tue braccia, io mi stringa a lui con tale tenerezza da non poter mai più, in eterno, separarmi dal suo abbraccio.

O amore, o chiave di Davide [cf Ap 3,7], tu allora dischiudimi e aprimi il Santo dei Santi, affinché, da te introdotta, io possa senza indugio vedere con gioia il Dio degli dei in Sion [Sai83,8+, il cui dolcissimo volto ora l’anima mia desidera e brama con ardore.

A mezzogiorno accostati allo Sposo che brucia d’amore per te, perché egli, che è il Sole di giustizia, infiammi te, che sei tanto tiepida, con gli ardori del suo amore, in modo che il carbone dell’amore divino arda in modo inestinguibile sull’altare del tuo cuore; fallo dicendo questa preghiera con questi versetti:

Che io ami te,Signore, mia forza. Dio mio, aiuto mio. Mio protettore e roccia della mia salvezza [Sa 17,2-3].

Preghiera:

O amore, primo fiore del mio amore, tu sei il mio carissimo pegno di fidanzamento e la mia dote nuziale. Ecco, a causa tua ho provato disgusto del secolo e ho stimato come fango dei piedi ogni gioia del mondo, per poter aspirare all’unione con te.

Ammettimi al segreto della tua carità! Ecco, il mio cuore già arde dal desiderio del bacio del tuo amore [cf Ct 1,1]. Aprimi la camera più riservata della tua bella dilezione. Ecco l’anima mia ha sete dell’abbraccio della tua intima unione.

Prepara ora il banchetto della tua copiosa misericordia, invitandomi alla mensa delle tue dolcezze. Servimi il dolcissimo piatto del tuo perdono eterno, che solo può corroborare il mio spirito.

E or ceniamo insieme, o mio carissimo e sommo bene! Tu in te stesso abbondi e sovrabbondi di tutti i beni in modo inestimabile e comunichi te stesso alla tua creatura in modo mirabile.

Saziami abbondantemente di te stesso! Come infatti potrebbe vivere una scintilla, se non nel suo fuoco? O come potrebbe esistere una goccia, se non nella sua fonte?

Mi divori ormai e mi avvolga per intero, spirito e anima insieme, il tuo caro ardore, nella misura in cui la tua liberalità onnipotente prevale su una manciatina di polvere. O amore, o dolcissimo ardore del meriggio, il tuo santo riposo, nella pienezza della pace, mi delizia sopra ogni cosa. I tuoi sabati tanto desiderati sono coperti della presenza di Dio e traboccano di grazia sul serenissimo volto della sposa.

O mio diletto, scelto e prescelto al di sopra di ogni creatura, fammi conoscere ora in te, e mostrati dove vai a pascolare, dove riposi al meriggio [Ct 1,6]. Ecco, il mio spirito ferve e arde al pensiero della dolcezza del tuo riposo.

O amore, qui, sotto l’ombra dolce come miele della tua carità, riposa tutta la mia speranza e la mia fiducia. Nel grembo della tua pace Israele abita con fiducia [Ger 23,6]. La mia anima brama con passione le solennità di questo sabato sospirato.

O amore, godere di te è l’unione del Verbo e dell’anima, frutto di amorevolissima degnazione, operata dalla perfetta unione di Dio. Aver relazione con te è essere legati con Dio. Godere di te è divenire una cosa sola con Dio. Tu sei quella pace che supera ogni sentimento [Fil 4,7] e là è il percorso che conduce alla stanza nuziale.

Oh, se capitasse a me, misera, di poter riposare, anche solo per un momento, sotto il tuo carissimo manto d’amore, perché il mio cuore sia rinfrancato anche da una sola parola di consolazione del vivo tuo Verbo, e la mia anima ascolti dalla tua bocca questa buona e soave parola: “Io sono la tua salvezza [Sal 34,3]; ecco, è ormai aperta per me la camera del mio Cuore”.

Perché mai, infatti, o eccellente amore, hai amato una creatura tanto ripugnante, tanto turpe, se non per farla bella in te? La tua amorevole carità mi attrae e mi seduce, o fiore delizioso della Vergine Maria.

Non deludermi nella mia attesa [Sal 118,16], ma concedimi di trovare in te la pace dell’anima mia. Non ho trovato nulla di più desiderabile, non ho giudicato nulla di più caro che essere stretta, o amore, nei tuoi abbracci, riposare sotto le ali del mio Gesù e abitare nelle tende della divina carità.

O amore, o splendido meriggio, vorrei morire mille volte per aver riposo in te. Oh, se tu chinassi su di me, carissimo, il volto così maestoso e così attraente del tuo bell’amore!

Oh, se mi fosse concesso di venire così vicino a te da non trovarmi più accanto a te, ma dentro di te! Così da te, sole di giustizia, in me, polvere e cenere [Gen 18,27], germoglierebbero i fiori di tutte le virtù. Avendo te per marito, o mio Signore, la mia anima sarebbe raggiunta da una tale fecondità che nascerebbe in me la gloriosa prole di tutta la perfezione, fino a che, strappata dalla valle di questa miseria, davanti al tuo volto, oggetto dei miei desideri, io possa gloriarmi in perpetuo del fatto che tu, specchio senza macchia [Sap 7,26], non abbia sdegnato in verità di unirti a una simile e tanto vile peccatrice quale sono io.

O carità, nell’ora della morte mi confortino le tue parole più gradite del vino e mi consolino le tue labbra più dolci del miele e di un favo stillante [Ct 1,4; 4,11; Sal 18,11; Sir24,27]! Tu stesso, inoltre, sii per me la via, affinché io non vada errabonda per vie sbagliate, ma da te aiutata, o regina, io possa giungere senza ostacoli ai pascoli splendidi e abbondanti del divino deserto, dove meriterò di godere in eterno con gioia della dolcissima presenza del mio Sposo, Dio e Agnello. Tutti dicano: Amen.

Alla sera, struggendoti tutta quanta e venendo meno dal desiderio di poter godere per sempre della visione del dolcissimo volto del Dio e Agnello, gettati negli abbracci di Gesù, il tuo Sposo che ti ama; come un’ape operosa [cf Sap 7,26 LXX], aderendo tutta con un bacio al suo Cuore innamorato, domandagli un bacio tanto efficace che, morendo a te stessa, ora e nel momento della tua morte, tu possa passare in Dio e divenire un solo spirito con lui [1Cor 6,17], gridando nella tua sete:

Come una cerva anela alle fonti d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia ha sete del Dio forte, vivo; quando verrò e comparirò davanti al volto di Dio? Le lacrime sono mio pane giorno e notte, mentre mi dicono ogni giorno: “Dov’è il tuo Dio?” [Sal 41,2-4].

O amore, il cui bacio è dolce, tu sei quella fonte di cui ho sete. Ecco, il mio cuore arde dal desiderio per te: oh, se tu, mare immenso, potessi assorbire in te questa piccola stilla che sono io! Tu sei per la mia anima quel vivo e dolcissimo ingresso che solo mi può permettere di uscire da me per passare in te.

Si apra per me il vivifico ingresso del tuo carissimo Cuore! Ecco ormai non ho più con me il mio cuore, ma tu, o mio carissimo tesoro, lo conservi con te nella tua camera segreta. Tu sei l’unica, totale e carissima essenza del mio cuore. A te solo si è unita con fervore la mia piccola anima.

Oh, cosa non è la tua compagnia! Veramente, veramente la familiarità con te è gran lunga migliore della vita [cf Sal 62,4]. Il tuo profumo è come l’intimo balsamo della pace di Dio e della sua clemenza. Tu sei la dispensa sovrabbondante e fin troppo ricca della divina consolazione. Oh, se tu, regina carità, mi introducessi nelle tue cantine, perché io possa gustare con piacere i tuoi vini migliori che lì sono nascosti [Ct 1,2]! Ecco, tutte le tue giare sono ricolme di Dio e traboccano di Spirito Santo.

Potesse capitarmi quaggiù ciò che desidero e mi fosse concesso l’avverarsi del mio sogno più caro: se tu in verità ti volgessi verso di me e mi rianimassi con il dolcissimo bacio della tua misericordia! O mio caro, a me carissimo, potessi io stringerti a me nell’intimo di me stessa e baciarti, per potere, unita a te in verità, aderire a te inseparabilmente!

O amore, tu sei il soavissimo bacio della santa Trinità, che unisce con tanta potenza il Padre e il Figlio. Tu sei questo bacio salvifico che l’augusta divinità ha impresso sulla nostra umanità tramite il Figlio.

O dolcissimo bacio, il tuo legame non trascuri me, manciatina di polvere! Non mi risparmi il tuo contatto, insieme con il tuo abbraccio, fino a che io diventi un solo spirito con Dio [1Cor6,17]! Fammi sperimentare in verità quale straordinaria delizia sia l’abbracciare te, Dio vivo, dolcissimo amore mio, in te stesso, e unirsi a te.

O Dio che sei amore, tu sei il mio più caro possesso, senza il quale in cielo e in terra non spero, né voglio, né desidero altro [cf Sal 72,25-26]. Tu sei la mia vera eredità e tutta la mia attesa, a cui tende il mio scopo e la mia intenzione.

O amore, la tua dilezione, in me giunta al culmine, sia la mia fine e il mio compimento. Il patto dell’alleanza nuziale che il mio cuore ora ha stretto con te, mostralo a me sul far della sera [cf Lc 24,29]. Sul volto del mio carissimo Dio tu sei la luce della stella della sera. Al momento della mia morte, degnati di apparirmi tu, o mia cara e luminosa Sera! Che io trovi in te il desiderato tramonto di questo mio esilio, addormentandomi soavemente e riposandomi [cf Sal4,9] sul tuo petto pieno di ogni dolcezza.

O Dio che sei amore, la mia morte sia per me l’avvolgersi dell’anima mia in te. Così rivestita di te, nella tua regale bellezza, apparirò in modo degno dinanzi allo Sposo immortale, nella veste nuziale, con la dote sponsale.

Ti prego, o amore, l’ora del mio compimento sia segnata dal sigillo della tua cara dilezione, porti impresso il marchio della tua eterna misericordia, affinché la ricchezza della tua benedizione, che si effonde con larghezza, mi conduca senza ostacoli ad accedere al luogo in cui sarò accolta in te in eterno, potrò godere per sempre di te e ti possederò in perpetuo.

O amore, o mia carissima Sera, nell’ora della morte possa io vederti con gioia e letizia. Quella santa fiamma, che nel vigore infuocato della divinità arde sempre in te, elimini veramente dalla mia anima ogni macchia.

O mia dolcissima Sera, quando sera arrivata per me la sera di questa vita, fa’ che mi addormenti dolcemente in te e che sperimenti quel beatissimo riposo che hai preparato in te per coloro che ti sono cari. Lo sguardo tanto mite e amabile del tuo bell’amore ordini e disponga nella sua affabilità i preparativi delle mie nozze. Con la ricchezza della tua bontà copri e rivesti la povertà e l’indigenza della mia vita che ha perso la sua originaria dignità. Tra le delizie della tua carità l’anima mia abiti con infinita fiducia [Ger 23,6].

O amore, tu stesso sii per me una sera tale che, grazie a te, la mia anima possa dire con gioia ed esultanza un dolce addio al mio corpo, e il mio spirito, facendo ritorno al Signore che lo ha dato [Qo 12,7], riposi soavemente in pace alla tua ombra. Allora dimmi chiaramente con la tua voce dal dolcissimo suono, melodioso come quello della cetra: “Ecco, lo Sposo viene [Mt25,6]; esci orami e unisciti più strettamente a lui, perché ti colmi di ogioia con la gloria del suo volto [cf Sal 20,7] ”. Quanto è felice, quanto è beato, colui la cui dimora terrena ha fine in te [Sal119,5]! Ahimè, ahimè, quanto a lungo dovrà ancora durare per me? Quale sarà quell’“allora”, quando giungerà per me questo delizioso e amabile “ora”, quando mi si manifesterà e apparirà la gloria del mio Dio, del mio Re [Sal 67,25] e del mio Sposo, con la possibilità di godere di lui senza fine e con una letizia eterna! Quando contemplerò nella verità e vedrò quel volto del mio Gesù, oggetto di tanti desideri e aspirazioni e di tanto amore, della cui bellezza la mai anima ha avuto tanto a lungo sete e brama! Di certo allora mi sazierò in pienezza al torrente di quella delizia [Sal 35,9] che ora per me tanto a lungo rimane chiusa e nascosta e contemplerò il mio Dio, il carissimo amore mio, sospirando il quale vengono meno il mio spirito e il mio cuore [cf Sal72,26].

Quando, quando mi mostrerai te stesso, perché io ti veda e attinga con gioia [cf Is 12,3] in te, Dio, fonte viva [cf Sal 41,3]? Allora berrò e mi inebrierò per l’abbondanza di dolcezza della fonte viva che zampilla dalle delizie di quel dolcissimo volto che la mia anima desidera.

O dolce volto, quando mi sazierai di te? Allora entrerò nel luogo della tenda mirabile [Sal41,5], fino a vedere Dio; ma io attualmente sono ancora soltanto all’ingresso e il mio cuore geme per la lunga durata della mia dimora terrena. Quando mi colmerai di gioia con il tuo volto che stilla miele [Sal 15,11]? Allora contemplerò e bacerò il vero Sposo dell’anima mia, il mio Gesù, a cui essa, nella sua sete, si è già attaccata e dietro il quale se ne va anche tutto il mio cuore.

Chi mi libererà [cf Rm 7,24] dall’esilio di questo pellegrinaggio? Chi mi strapperà dal laccio [cf Sal 123,7] di questo mondo? Quando lascerò questo misero corpo per vedere senza intermediario te, o amore che sei Dio, stella delle stelle? In te, o caro amore, sarò liberata dalla prova di questa morte: in te, o Dio che mi ami, scavalcando la muraglia del corpo [Sal 17,30], con sicurezza ed esultanza potrò vederti faccia a faccia, nella verità e non in modo confuso [1Cor13,12]. Tu che sei la fonte della luce eterna [Gc 1,17], riconducimi nell’abissale flusso delle tue onde dal quale ha avuto inizio il mio corso, là dove potrò conoscere così come sono conosciuta [1Cor 13,12], amare come sono amata: affinché io possa vedere te, Dio mio come sei [cf 1Gv3,2], resa beata per sempre dalla visione, dalla gioia e dal possesso di te. Amen.

Nello stesso giorno dell’amore offrirai sette volte al Signore la tua anima per rinfrescare in te l’amore del suo Cuore divino. Innanzitutto, a Mattutino, prega il Signore che lui stesso, che è il sommo Maestro, ti insegni, mediante l’unzione dello suo Spirito, l’arte dell’amore, prendendoti come sua discepola, affinché, avendo lui come insegnante, tu possa esercitarti instancabilmente nella virtù della carità. E dì:

Signore Gesù Cristo, in te mi sono rifugiata: insegnami a fare la tua volontà perché sei tu il mio Dio [Sal 142,9-10].

Preghiera:

O amore, Rabbi, mio Signore, più elevato dei cieli e più profondo dell’abisso! La tua ammirabile sapienza con la sola sua vista rende beati tutti gli esseri viventi. Tu, dall’alto della perfetta pienezza di carità dei cherubini, chini il tuo sguardo su tutto ciò che è umile nella valle del pianto e raccogli chi è piccolo per insegnargli i tuoi precetti di salvezza: ti prego, la tua istruzione non escluda questa vile lordura ch’io sono, ma mi ricrei, te ne supplico, il tuo insegnamento di vita! Vorrei, e mille volte vorrei che tu mi adottassi come figlia, perché tu miavessi e possedessi come se fossi proprio tua. O amore, inizia già da ora ad esercitare su di me la tua attività di maestro, separando me da me stessa per il servizio della tua viva carità e dilezione, possedendo, o amore, santificando e riempiendo tutto il mio spirito.

Amen.

All’ora di Prima prega il Signore che ti introduca nella scuola dell’amore , dove potrai imparare a conoscere e amare Gesù. Lo farai con la seguente preghiera e il versetto:

Io sono tua serva, o Gesù che ami immensamente, dammi intelligenza perché io impari i tuoi comandamenti [cf Sal 118,73].

O Dio che sei amore, con quanta bontà e quanta cura tu scaldi e nutri nel grembo della carità i tuoi piccoli! Vorrei e mille volte vorrei che tu mi aprissi già la scuola della casta dilezione, perché io vi possa sperimentare il tuo carissimo insegnamento e grazie a te ricevere un’anima non solo buona, ma anche veramente santa e perfetta [Sap 8,19].

O amore, immergi i miei sensi nel midollo della tua carità, affinché col tuo aiuto io diventi una scolara acuta [Sap 8,19] e tu stesso sia in verità il mio padre, insegnante e maestro e sotto la tua paterna benedizione il mio spirito sia completamente purificato al fuoco da ogni scoria di peccato. Che esso sia per intero reso pronto e adatto a ricevere le tue infuocate parole e che il tuo santo, retto e sovrano spirito [Sal 50,12-14] inabiti, o amore, tutta la mia persona.

Amen.

A Terza prega il Signore di scrivere sul tuo cuore con le lettere vive del suo Spirito [cf Ger 31,33; 2Cor 3,3] la legge infuocata del suo divino amore, perché tu aderisca inseparabilmente a lui in tute le ore. Fallo con la seguente preghiera e il versetto:

O Gesù che ami immensamente, tutti i miei pensieri, le mie parole e le mie opere siano indirizzati a custodire in ogni tempo i tuoi giudizi.

O Dio che sei amore, come sei presente a coloro che ti cercano, quanto dolce, quanto amabile per chi ti trova! Oh, se tu ora mi spiegassi il tuo ammirabile alfabeto, perché il mio cuore intraprenda insieme con te un solo studio! Dimmi ora, facendomene fare viva esperienza, che cosa sia e quale sia il glorioso e iniziale Alfa della tua augusta sapienza che riempie di sé tutte le generazioni. Con il dito del tuo Spirito [cf Dt 9,10; Lc 11,20] mostrami con cura e ad una ad una le singole lettere della tua carità, affinché, pregustando fino al midollo le tue dolcezze, io le possa in verità, con l’occhio puro del cuore, scrutare e osservare, apprendere, conoscere e riconoscere in pienezza, per quanto è possibile in questa vita.

Insegnami, con la cooperazione del tuo Spirito, il Tau della somma perfezione e conducimi fino all’omega del pieno compimento. Fammi imparare in questa vita la tua scrittura piena di carità e di dilezione in modo tanto perfetto che in me non rimanga un solo iota privo dell’adempimento della tua carità, cosa che mi costerebbe una dilazione di tempo quando tu, o Dio amore, dolce amor mio, mi chiamerai perché ti contempli in te stesso in eterno.

Amen.

A Sesta prega il Signore di poter progredire tanto nell’arte de suo amore, che il suo amore ti possegga come suo strumento per ogni sua volontà e tu sia totalmente secondo il Cuore di Dio, Dirai la preghiera e il versetto seguenti:

Dammi la tua dolcissima benedizione, o mio caro Gesù, vero legislatore, affinché io proceda di virtù in virtù e giunga a vedere te, Dio degli dei, in Sion [Sal 83,8].

O Dio che sei amore, chiunque non ti ama è senza lingua e incapace di parlare; e solo chi aderisce a te per intero progredisce, amando tesolo ininterrottamente. Nella scuola della tua carità ch’io non sia sempre lasciata così sola, come un tenero pulcino, affidato a te perché lo allevi, ancora chiuso nell’uovo, ma in te e per te, anzi con te, ch’io avanzi e progredisca di giorno in giorno, di virtù in virtù [Sal 83,8], portando frutto per te, o mio diletto, ogni giorno in un nuovo campo del tuo amore. Non mi basta conoscere te solamente ‘sillabando’: desidero, voglio e mille volte bramo conoscere te anche nella contemplazione, amarti con forza, non solo con dolcezza; ma anche volerti bene con gusto e aderire a te inseparabilmente, per iniziare ormai a vivere non più in me, ma in te, per te solo. Ora, o amore, fa’ che io ti riconosca nella verità e colloca il tuo trono nell’anima mia in tutta santità.

Amen.

A Nona prega il Signore che egli stesso, Re dei re, ti faccia iniziare il servizio militare dell’amore e ti insegni a prendere su di te il suo giogo soave e il suo carico leggero [Mt 11,30], perché u segua il tuo Signore con la tua croce []Mt 16,24; Mc 8,34; Lc 9,23], aderendo al tuo Dio con amore indivisibile. Fallo con la preghiera e il versetto:

Tu sei, Signore, la mia speranza, il mio sostegno e il mio rifugio [Sal 90,2]: tu sei con me in ogni mia tribolazione [Sal 90,15].

O Dio che sei amore, chiunque è riconosciuto valido e pronto nell’opera del tuo amore starà veramente davanti al tuo volto regale in ogni tempo. O carità, regina delle regine, fa’ che mi allei con te con giuramento, per la tua gloria, nella nuova milizia della tua dilezione. Insegnami a stendere la mano [Pr 31,19] ad imprese valorose ed in te e per te a intraprendere e a portare a termine velocemente e senza stancarmi le fedelissime opere della tua dilezione. Tu, o potentissimo, cingi il mio fianco con la spada del tuo Spirito [Sal 44,4; Ef 6,17] e fammi rivestire di forza e coraggio in ogni virtù e, ben consolidata in te, perseveri con spirito invincibile inseparabilmente unita a te.

Tutte le mie forze diventino così assimilate alla tua carità, e i miei sensi così fondati e consolidati in te, che, pur nella debolezza della femminilità, grazie al vigore dell’animo e alla fortezza virile della mente, io raggiunga questo genere di amore che conduce al talamo nella camera interiore dell’unione perfetta con te. Ora, o amore, tienimi e possiedimi come tua personale proprietà, poiché ormai non ho più né spirito, né anima, se non in te.

Amen.

Ai Vespri, insieme con Gesù che ti ama, avanza sicura, nell’armatura dell’amore, incontro ad ogni tentazione, perché in lui, la cui misericordia sempre ti aiuta e ti consola, tu possa vincere la tua carne, il mondo e il diavolo e trionfare gloriosamente su ogni tentazione. Domando con questa preghiera e il versetto:

O Dio che sei amore, tu stesso sei il mio muro e baluardo [cf Is 26,1; Sal 18,3; 31,30; 71,70]. Coloro che in questo mondo portano il peso delle tribolazioni sanno quale tenda sia stata distesa sopra di loro nella tua pace per ripararli dalla calura così come dalla pioggia [Is 4,6]. Ora volgi il tuo sguardo e vedi [Sal 79,15-16] la mia battaglia e addestra tu stesso le mie dita alla guerra [Sal 143,1]. Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non avrà timore [Sal26,3], poiché tu stesso, mio fedele baluardo e fortissima torre, sei con me dentro e fuori.

Se tu mi aiuti, dov’è il mio avversario? Se tu mi stai davanti, mi si avvicini pure [Is 50,8]! Solamente col tuo sguardo tu mi sveli e rendi palesi le suggestioni di satana e con la tua parola le dissipi dinanzi a me [2Ts 2,8]. Se il mio nemico mi farà precipitare anche mille volte, io, cadendo sulla tua carissima mano destra, la abbraccerò e la bacerò con tutto il cuore ed essendo tu il mio protettore e difensore, resterò saldamente in piedi, forte, rimanendo illesa da ogni pericolo.

Tu schiaccia in me satana sotto i piedi [cf Sal 90,13; Rm 16,20], e distruggi e metti completamente in fuga in me ogni genere di difetti. Alla tua vista, cadano in mille al mio fianco e in mille migliaia alla mia destra [cf Sal 90.7]. A me invece non si accosti il male [cf Sal 90,10], poiché sei con me proprio tu, la mia più sicura verità e il mio bene più caro. Vorrei, e mille volte vorrei che le tue frecce acute [cf Sal 44,6] si volgessero infine verso di me, perché portando nel mio intimo la lancia della tua dilezione, in mezzo a te, o carità, e in te io possa abitare con la massima fiducia [Ger 23,6]. Adesso o amore, possa io ormai cader qui sotto di te, in modo tale da non sfuggire mai più dalle tue mani.

Amen.

A Compieta desidera inebriarti [cf Ct 1,3; 2,4],in compagnia del tuo diletto, con il vino dell’amore, addormentati al mondo nell’unione con Dio, nell’abbraccio del tuo diletto spirare da te stessa in Dio e, ormai quasi tutta spogliata di ciò che è umano, addormentati dolcemente sul petto di Gesù, affinché nell’amore, morendo ogni giorno a te stessa e vivendo per Dio solo, nell’ora della morte tu possa correre incontro alla morte con fiducia, considerandola come la fine del tuo esilio, l’ingresso del regno e la porta del cielo. Fallo con la preghiera e il versetto:

Nascondimi, o Gesù che ami immensamente, al riparo del tuo volto [Sal 30,21], da tutti coloro che mi tendono insidie e la mia anima non resti confusa quando tratterà alla porta con i suoi nemici [Sal 126,5]; colmala invece di gioia con il tuo dolcissimo volto [Sal 15,11].

O Dio che sei amore, tu sei il compimento e la fine di ogni bene: tu ami fino alal fine ciò che scegli [cf Gv 13,1]; qualsiasi cosa tu accolga tra le mani, non la getti fuori, ma la conservi per te con immensa cura [cf Gv 6,37]. Appropriati ora, con il diritto di un perpetuo possesso, di tutta me stessa e della fine della mia consumazione. Ormai non risparmiarmi più oltre, ma ferisci il mio cuore [cf Ct 4,9] fino al midollo dello spirito, per non lasciare in me proprio nessuna scintilla di vita. Anzi, porta via con te tutta quanta la mia vita, riservando in te per te stesso la mia anima.

Chi mi concederà [Sal 54,7], o carità, di giungere alla perfezione in te e di essere sciolta, grazie alla tua morte, dal carcere del mio corpo e liberata da questo esilio? Quale grane bene,o amore, è vedere te, avere te, e possederti in eterno! Nel giorno della mia morte, tu stesso sii a me vicino con lo sguardo della tua grande consolazione e benedicimi allora nella bella aurora che mi consentirà di contemplarti in tutta chiarezza. Ora, o amore, a te lascio e affido qui la mia vita e la mia anima [cf Sal 30,6]: lascia orami, lascia che in te io riposi e mi addormenti nella pace [cfSal 4,9].

Amen.

Ancora, durante quel giorno in cui ti dedichi all’amore, per accendere i tuoi sensi alla luce del vero sole che è Dio e far sì che tale fiamma non si spenga mai in te, ma tu possa crescere di giorno in giorno nell’amore, andrai ripetendo assiduamente nel tuo cuore uno di questi versetti:

Beati gli occhi ti vedono [Lc 10,23], o Dio che sei amore. Quando, quando giungerò là dove sei tu, Dio, vera luce, Dio e Agnello? So che infine ti vedrò coi miei occhi [cf Gb 19,27], o Gesù, Dio della mia salvezza. Amen.

Beate le orecchie che ascoltano [Mt 13,16] te, o Dio che sei amore, Parola di vita. Quando, quando mi consolerà la tua voce, piena di dolcissima soavità, chiamandomi a te? Che io non debba temere di udire le parole di sventura [Sal 11,7], ma possa subito udire la voce della tua gloria [Is 30,30]. Amen.

Beate le narici che aspirano te, o Dio che sei amore, dolcissimo aroma di vita. Quando spirerà verso di me la fragranza della tua divinità dolce come il miele? Ch’io possa giungere presto ai floridi e ridenti pascoli della tua eterna visione! Amen.

Beata la bocca che gusta, o Dio che sei amore, le parole della tua consolazione, più dolci del miele e di un favo stillante [Sal 18,11]. Quando, quando la mia anima sarà ricolma della fiorente ricchezza della tua divinità e si inebrierà dell’abbondanza delle tue delizie [cf Sal 35,9]? Possa io gustare quaggiù quanto sei dolce [Sal 33,9], o mio Signore, in modo da poter godere di te in eterno lassù, nella più perfetta felicità, o Dio della mia vita. Amen.

Beata l’anima che si unisce a te nell’abbraccio di un amore inseparabile, e beato il cuore che sente il bacio del tuo Cuore, o Dio che sei amore, stringendo con te il patto di un’amicizia indissolubile! Quando, quando mi sentirò stringere dalle tue beate braccia e vedrò senza mediazioni te, o Dio del mio cuore? Presto, presto, strappata da questo esilio, possa io vedere nel giubilo il tuo dolcissimo volto! Amen.

Infine, per confermare il tuo amore, abbandona e consegna tutta te stessa in potere dell’amore, aderendo interamente a Dio che ti ama; perché egli possa avere te come strumento che diletta il suo Cuore divino tutte le volte che vuole e ti conservi per sé per la vita eterna, essendo tu in lui e lui in te, dì questa preghiera:

Ti trattengo per amore, o Gesù che ami immensamente, e non ti lascerò andare [cf Ct3,4], poiché la tua benedizione non mi basta affatto [Gen 32,26], se non ti trattengo e non ti possiedo come la mia parte migliore, tutta la mia speranza e la mai attesa. O amore, vita vivificante, vivificami con la Parola viva di Dio, che sei tu stesso, riparando per opera tua tutto ciò che nel mio amore per Dio è disperso e spento.

O Dio che sei amore, che mi hai creato, nel tuo amore ricreami. O amore che mi hai redenta, sii tu stesso a completare e redimere in me tutto ciò che nell’amore per te è trascurato in me. O Dio che sei amore, che nel sangue del tuo Cristo mi hai acquistata [cf At 20,28] perché fossi tua, santificami nella tua verità [Gv 17,17]. O Dio che sei amore, che mi hai adottata come figlia, nutrimi, nutrimi secondo il tuo Cuore. O amore, che mi hai scelta per te e non per altri, fammi aderire totalmente a te. O Dio che sei amore, che mi hai amato gratuitamente [Rm 3,24] concedimi di amarti con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze [Dt 6,5; Lc 10,27].

O Dio, amore onnipotentissimo, confermami nel tuo amore. O amore sapientissimo, concedimi di amarti con sapienza. O amore dolcissimo, concedimi di gustarti soavemente. O amore carissimo, concedimi di vivere per te solo. O amore fedelissimo, consolami e aiutami in ogni tribolazione. O perfetto amore sponsale, compi in me tutte le mie opere [Is 26,12]. O amore vittoriosissimo, concedimi di perseverare sino alla fine in te. O amore d’infinita tenerezza, che non mi ha mai lasciato, a te affido il mio spirito [Sal 30,6; Lc 23,46].

Nell’ora della morte accoglimi presso di te, chiamandomi a te con la tua bocca, dicendomi: “Oggi sarai con me [Lc 23,43]; esci oramai dall’esilio per accedere al solenne Domani dell’incorruttibile eternità. Lì troverai me, Gesù, il vero Oggi del divino fulgore, principio e fine di ogni creatura [Ap 21,6]. Non sopraggiungerà più per te il domani di questo mondo mutevole, ma in me vero Oggi, avrai l’eterno Oggi, cosicché come io vivo, anche tu vivrai [cf Gv 14,19] in me, Gesù, Dio innamorato di te, esultando senza fine nella più perfetta felicità”.

Tutte le forze, i sensi e i movimenti del mio corpo e della mia anima, dicano: Amen.


Esercizi Spirituali di s. Gertrude la grande

sesto esercizio di lode e di rendimento di grazie

Fissati, di tanto in tanto, un giorno in cui tu possa dedicarti senza intralci alla lode divina come compensazione di tutta la lode e il rendimento di grazie che hai trascurato di rivolgere al tuo Dio, in tutti i giorni della tua vita, per tutti i suoi benefici. Questo sarà un giorno di lode e di rendimento di grazie e un giorno ‘giubilare’; vi celebrerai [Es 12,14] la memoria di quella lode in cui in eterno canterai con giubilo al Signore, quando sarai saziata dalla presenza di Dio e la gloria del Signore riempirà la tua anima [1Re 8,11]. A ciò si mescolano pertanto i devoti sospiri dell’anima che cerca di vedere il volto di Dio. Tra queste lodi ve ne sono però alcune tanto divine da assomigliare più a quelle dei beati nella patria che a quelle dei pellegrini sulla terra.

Per prima cosa, dunque, in spirito di umiltà, vieni al cospetto del tuo Dio, perché ti mostri la grazia del suo volto, dicendo:

Parlerò al mio Signore, pur essendo polvere e cenere [Gen 18,27]. O Dio mio, eccelso e sublime, che ti chini a guardare in basso ciò che è umile [Sal 112,6], la mia anima e il mio spirito vengono meno per i tuoi infiniti benefici. Aprimi il tesoro del tuo Cuore immensamente misericordioso, dove è riposta per me la somma dei miei desideri. Svelami la grazia del tuo volto che stilla dolcezza, perché al tuo cospetto io effonda il mio cuore [cf Sal 141,3; 61,9; Lam 2,19]. Dischiudi quella dolcissima indulgenza che in te mi donerà la pace, farà gioire la mia anima e scioglierà la mia lingua nella tua lode.

O amore, entra tu al mio posto al cospetto del gran Dio e lì pronuncia il grido del mio desiderio, poiché ormai ogni mia forza si è estinta nella sete che provo per Dio. Attira e innalza fino a te, alla tua bellezza, il mio spirito, poiché ormai la mia carne e il mio cuore vengono meno [Sal 72,26] nell’attesa della salvezza di Dio. Presentami al Signore mio re, poiché ormai la mia anima si è sciolta per l’amore e l’attesa del mio Sposo [Ct 5,6]. O amore, porta ora a compimento assai velocemente il mio desiderio: se tarderai, ecco che già muoio venendo meno per amore.

A questo punto entra per lodare il Signore:

Rialzati, o anima mia, rialzati, scuoti via la polvere, sorgi [Is 51,17;52,2] ed entra al cospetto del Signore Dio tuo, per celebrare innanzi a lui tutti gli atti di misericordia e di compassione che egli ti ha dimostrato. Ma che cosa sono io davanti al Signore, o come potrò ricambiargli anche solo l’uno per mille [Gb 9,3.14]? O amore, patisco violenza: rispondi tu al posto mio, poiché non so che cosa dire al Dio della mia vita. Sono rimasta ammutolita nell’ammirazione della gloria del suo volto e ormai non ho più voce né sensi, poiché allo splendore della sua maestà sono avvizziti il mio cuore e la mia forza. O amore, rispondi tu per me in Dio, Gesù mio, Verbo di vita, e commuovi a mio favore questo Cuore divino, in cui risplende con tanta chiarezza tutta la tua forza.

O amore, ecco io che, riprendendo le forze, grazie a te potrò dire al Dio della mia salvezza: “Tu sei il sostegno della mai anima [Sal 53,6]. Tu sei la vita del mio spirito. Tu sei il Dio del mio cuore [Sal72,26]. O amore, accarezza tu con estrema dolcezza la gloriosissima lira della voce di Gesù mio Sposo, affinché lui stesso, il Dio della mia vita, faccia risuonare al mio posto in suo onore la voce più insigne della lode e così avvolga con il piacere della sua lode la mia vita e la mia anima. O amore, ciò ce adesso devi fare, fallo al più presto [Gv 13,27]! Infatti non sono forse più in grado di sopportare la ferita che mi hai inflitto.

A questo punto incita la tua anima a dilettarsi in Dio:

Ora, o anima mia, alza i tuoi occhi, guarda e considera la potenza del tuo Re [cf Gb 35,5], la grazia del tuo Dio, la carità del tuo salvatore, a cui ti sei avvicinata. Sii ormai libera da altri pensieri, gusta e vedi [Sal 45,11; 33,9] quanto è dolce e degno di ammirazione lo Sposo che hai scelto a preferenza di mille [Ct 5,10]. Vedi quale e quanto immensa è la gloria per la quale hai disprezzato il mondo. Vedi quale bene prezioso è quello che hai desiderato. Vedi chi è, quale e quanto grande è il tuo Dio, che hai amato, che hai adorato, che hai sempre desiderato.

O Dio della mia vita, non so quali lodi rivolgere a te in modo degno, o che cosa rendere a te, o mio diletto, in cambio di tutti i beni che mi hai donato [Sal 115,12]. Offro dunque te in me e me in te, o mio caro Gesù, in sacrificio di lode per te [Sal 49,14.23]: non ho nulla di più, ma quello che in te sono e vivo, te lo do proprio tutto [At 3,6].

Tu sei la mia vita. Tu sei la pienezza di quanto mi basta. Tu sei la mia gloria. Tu sei la chiarezza della misericordia che risplende nella mia anima. A te sia lode e supremo rendimento di grazie! Quando brucerò l’intimo della mia anima sul tuo altare e con quel fuoco santo, che arde lì ininterrottamente, fonderò il mio cuore ed immolerò a te tutta me stessa in sacrificio di lode [cf Sal 115,17]?

O Dio, mia santa dolcezza, dilata in te il mio cuore [Sal 118,32] ed estendi la mia anima, perché tutto il mio intimo si riempia della tua gloria. Quando si dirà all’anima mia: “Torna alla tua pace, poiché il Signore di ha beneficato” [Sal 114,7]? Quando potrò udire quella piacevolissima voce: “Vieni, entra [cfMt 25,21] nella stanza nuziale del tuo Sposo”? quando mi riposerò e addormenterò [Sal 4,9] in te, o Gesù, mia dolcissima pace, per poter vedere la tua gloria [Sal 62,3]? Ma tu, o vita del mio spirito, sei capace di conservare per me ciò che mi hai affidato [2Tm 1,12] e di ricondurre la mia anima a te che mi hai creato.

O amore, o amore, quando farai uscire dal carcere l’anima mia? Quando scioglierai l’unico mio bene [Sal 21,21; 34,17] dalla catena del corpo? Quando, quando mi introdurrai nella stanza nuziale del mio Sposo, perché io possa unirmi a lui in un godimento che non conoscerà mai divisioni? O amore, affetta le mie nozze, poiché desidererei morire mille volte, per poter sperimentare tali delizie, cercando tuttavia non il mio vantaggio, ma il tuo beneplacito.

In seguito, quasi venendo meno per l’ammirazione della gloria del tuo Dio, poniti dinanzi al suo volto, in cui gli angeli desiderano fissare lo sguardo [1Pt 1,12] e leggi con il cuore e con la bocca il primo salmo “Benedici” [Sal 102], salutando l’aspetto glorioso del tuo Dio con queste parole:

Benedetto sei tu, Signore, nel firmamento del cielo [Dn 3,56]. Ti benedica tutto il mio intimo e la forza del mio spirito. Ti benedica tutta la mia anima e il mio corpo. Ti glorifichi tutto il mio intimo. Tutti i miei desideri si uniscano nell’elevare a te un unico canto di gioia, poiché tu solo sei degno di lode e di gloria nei secoli [Dn 3,52.56]. Il mio cuore e la mia forza mi hanno già abbandonato [cf Sal 37,11] e l’intimo del mio spirito se n’è andato dietro di te, o Dio che mi ami, che mi hai creato per te. La mia anima, che tu hai riscattato [Sal 70,23], gemendo per il ritardo causato dalla mia esistenza terrena, ti segue con la mente nel santuario dove tu stesso, o mio Re e mio Dio, dimori con la sostanza della mia carne.

Quanto sono beati coloro che abitano nella tua casa [Sal 83,5]! Infinitamente beati coloro che stanno dinanzi al tuo dolcissimo volto! Veramente, veramente ti loderanno nei secoli per la tua immensa gloria. Quando, quando la mia anima entrerà nel luogo della tua ammirabile dimora [Sal 41,5], perché la mia bocca possa lodarti in compagnia di questi beati, proclamando in eterno, con immensa gioia, dinanzi al tuo dolcissimo volto: Santo, Santo, Santo [Is 6,3; Ap 4,8]?

Quanto sei glorioso tu, o Dio mio, quanto sei degno d’amore e di lode sopra il santo trono della tua divinità! Quanto diletto dona agli occhi la tua luce [cf Qo 11,7]! Quale beatitudine, vedere te, Sole vero! Quanto è bella, quanto piacevole e quanto armoniosa la tua lode [cf Sal 146,1], là dove migliaia di migliaia stanno dinanzi a te per servirti [cf Dn 7,10]! Salendo lassù fino a te, Dio vivo, ed uscendo da me, già esultano il mio cuore e la mia anima [cf Sal 83,3]. Quanto immensa e di quale fulgore è la tua gloria, Dio mio, mia santa dolcezza, davanti al trono santo del tuo regno [cf Dn 3,54], dove ti lodano tutti i tuoi angeli e i tuoi santi!

Ecco che ormai la mia anima languisce e viene meno per il tedio di questa vita [Sal 118,28] e con tutto il cuore desidero venire sciolta da questi legami ed essere con te [Fil 1,23], affinché anch’io, il rifiuto [1Cor 4,13] di tutte le tue creature, possa offrire a te pingui olocausti [Sal 65,15] di gioia tra quelle beatissime schiere che cantano con giubilo la tua lode nell’alto dei cieli. Lì, sull’altare d’oro del tuo Cuore divino [cf Ap 8,3], brucerò per te il prezioso incenso del mio spirito e della mia anima, con il grasso della tua unzione tanto soave, della tua grande e abbondante dolcezza, con cui tu, mio Padre e Signore, mi hai consolato in tutte le mie tribolazioni e angosce.

Qui prorompi in esclamazioni di lode:

Ti benedicano, ti glorifichino e ti magnifichino per me tutte le tue ammirabili opere e tutti i tuoi generosissimi doni, che io ricevo da te, o Dio della mia vita. Ti benedicano i tuoi numerosi e grandi atti di compassione e di misericordia, e gli infiniti benefici con cui te, o Do del mio cuore, hai beneficato la mia anima. ti benedicano tutto il mio intimo [cf Sal 102,1] e tutto il mio essere e la mia forza, poiché tu sei il Dio della mia salvezza e il sostegno dell’anima mia [Sal 53,6; cf 61,3].

Qui esprimerai al Signore, davanti al trono di Dio e dell’Agnello [Ap 22,1], la tua gioia per tutti i suoi benefici:

Acclamino con gioia a te i desideri del mio cuore e i miei voti e ti celebrino i doni delle tue numerose grazie. Cantino con gioia a te i gemiti ei sospiri della mia infelice dimora terrena e ti benedica quella mia aspettativa che sei tu stesso, mio Dio, la mia pazienza e la mia lunga attesa. Canti con gioia a te la speranza e la fiducia che ripongo in te, poiché alla fine mi salverai dalla polvere per ricondurmi a te, o vita beatissima, Dio mio.

Canti con gioia a te il sigillo della fede, con cui mi hai contraddistinto perché fossi tua, poiché credo che infine, o mio caro Redentore, ti vedrò nella mia carne [cf Gb 19,26]. Ti canti con gioia il desideri oche provo per te, la sete che soffro per te, poiché dopo questa vita verrò infine a te, o vera patria, Dio mio. Anche l’amore divino, che prevenendo il mio amore mi obbliga ad amarti incessantemente, canti con gioia a te al di sopra di tutto, poiché tu, Dio mio, dolce amor mio, sei l’unico Dio benedetto nei secoli.

Qui ti prostrerai in adorazione dinanzi al volto del Signore tuo, pregando con devozione del cuore e della bocca che Gesù supplisca per te:

Quando, quando, Gesù d’immenso amore, entrerò nella tua casa con olocausti [Sal 65,13], per offrirti lì sacrifici di esultanza [Sal 26,6] e sciogliere a te i miei voti, che le mie labbra, pronunciarono nella mia tribolazione [Sal 65,14]? Quando, quando verrò e mi presenterò davanti al tuo trono santo, per contemplare il tuo dolcissimo volto, la cui divinissima luce sazia in se stessa il desiderio di tutti i santi e converte in dolce giubilo i loro cuori unitamente alle loro voci e alle loro labbra?

O diletto da me tanto desiderato, sii attento al mio grido [Sal 5,2]! Ascolta la mia preghiera [Sal60,2] ed esaudiscimi, poiché, te, o mio Re e mio Dio, te chiama, te vuole, te ricerca il sospiro del mio cuore e il desiderio della mia anima. Cercando te i miei occhi grondano lacrime e verso di te si protende il mio sguardo. Sei proprio tu il mio Dio, la mia dolcezza e l’oggetto di tutto il mio amore, la mia speranza fin dalla mia giovinezza [Sal 70,5]: sei tu tutto ciò che voglio, che spero, che bramo.

Ed ora, o mio diletto, in quel vittoriosissimo amore in cui tu, sedendo alla destra del Padre nella mia stessa carne, mi tieni disegnata per te [cf Is 49,16] sulle tue mani e sui tuoi piedi e insieme nel tuo dolcissimo Cuore, affinché in eterno tu non abbia a dimenticare la mia anima, che hai redento a un prezzo tanto caro [1Cor 6,20; Sal 70,23], Dio mio, misericordia mia [Sal 58,18], innalza ormai al mio posto in tuo onore, per tutti gli atti di bontà che hai compiuto verso di me, che ora compi e che anche in futuro compirai, lodi eterne, immense ed immutabili. Lodi di tal genere tu puoi elevarle. In te stesso ne sei mirabilmente capace e sai farlo in modo adeguato alla reverendissima tua gloria e all’onore della tua maestà, prorompendo al mio posto, mio caro Gesù, nell’esclamazione di un tale e tanto intenso rendimento di grazie, quale a te si conviene, o mio Signore, veramente grande e mirabile. Loda te in te, in me e per me, con tutta la forza della tua divinità, con tutto l’affetto della tua umanità, da parte e con l’affetto di tutto l’universo, fino a che tu conduca me, atomo dell’intera tua creazione, attraverso di te che sei la via, con te che sei la verità e in te che sei la vita [Gv 14,6] mi introduca e mi nasconda [cf Col 3,3], affinché il tuo dolcissimo volto pieno di grazie sia la mia sorte in eterno [Sal 72,26]

Qui, come compiaciuta e rianimata nell’ammirazione della gloria di Dio, saluta il >Dio che ti ama con queste parole, leggendo il salmo celeste: “ Ti esalterò”, Dio, mio Re…” [Sal 144,1]:

Mio re e mio Dio, amore che sei Dio e gioia, a te canta con esultanza la mia anima e il mio cuore. Tu sei la vita dell’anima mia, mio Dio, Dio vivo e vero, fonte di luci eterne, e la luce del tuo dolce volto è stata impressa su di me, benché indegna; il mio cuore desidera salutarti, lodarti, magnificarti e benedirti! A te offro il fior fiore delle mie forze e dei miei sensi come olocausto di una nuova lode e di un intimo rendimento di grazie.

Che cosa renderò, o mio Signore, per tutti i beni che tu mi hai donato [Sal 115,12]? Ecco, come vedo, tu mi hai amato al di sopra della tua gloria, e non hai risparmiato te stesso per me [cf Rm 8,32; Gal2,20]. A questo fine, inoltre, mi hai creata per te e mi hai redenta e scelta per te: per condurmi a te, per donarmi di vivere beatamente in te e di godere in eterno di te nella massima felicità. Che cosa infatti c’è ora per me in cielo all’infuori di te, o che cosa voglio o desidero al di là di tutti i tuoi beni, se non te [Sal 72,25]

Tu sei, mio Signore, la mia speranza, tu la mia gloria, tu la mia gioia, tu la mia beatitudine. Tu sei la sete del mio spirito. Tu la vita della mia anima. Tu il giubilo del mio cuore. dove mai potrebbe condurmi il mio stupore, al di sopra di te, Dio mio? Tu sei il principio e il compimento di ogni bene e in te è la dimora di tutti coloro che insieme si rallegrano. Tu sei la lode del mio cuore e della mia bocca. Tu risplendi nella primaverile piacevolezza del tuo gaio amore. La tua eminentissima divinità ti magnifichi e ti glorifichi, poiché tu sei la fonte della luce perpetua e la sorgente della vita [Sal 35,10]. Nessuna creatura è in grado di lodarti convenientemente. Tu solo basti a te stesso, in te non manchi mai nulla. Il tuo volto più dolce del miele e di un favo [Sal 18,11; Sir 24,27] sazia le anime dei santi.

Qui benedici il Signore Dio, tuo grande Re, per tutti i suoi atti di misericordia

Ti benedica per me la tua gloriosa e ammirabile luce, Dio mio, e ti lodi l’augusto onore della tua eccellentissima maestà. Ti benedica la solenne magnificenza della tua immensa potenza. Ti benedica la luce sorgiva del tuo eterno splendore e ti lodi il brillante incanto della tua risplendente bellezza.

Ti benedica l’abisso dei tuoi giusti giudizi e ti lodi l’imperscrutabile percorso della tua eterna sapienza. ti benedica l’infinito numero delle tue copiose manifestazioni di compassione e ti lodi l’immenso peso di tutti i tuoi atti di misericordia.

Qui offri al Signore un sacrificio di esultanza, dicendo con devozione:

Cantino con gioia a te tutte le viscere della tua tenerezza e la sovrabbondante ricchezza della tua infinita bontà. Canti con gioia a te l’immensa e straripante carità che tu hai per gli uomini, e la generosità inarginabile del tuo benevolissimo amore. Canti con gioia a te la forza trionfante della tua straripante dolcezza e la pienezza di ogni beatitudine, che dimora in te per chiunque ti è caro.

A questo punto adora il Signore Dio, domandandogli che ti introduca presto nella sua santa dimora e che egli stesso innalzi per te la lode; di’ pertanto queste parole:

O vita beatissima, Dio mio, a te solo sono rivolti i miei occhi! Quando, quando il tuo raggio di vita ricondurrà me, minima scintilla, tra gli splendori dei santi [Sal 109,3], affinché dinanzi al tuo trono risuoni anche sulla mia lingua il giubilo della tua lode, là dove a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo si innalza da parte di tutti i viventi un medesimo canto di lode in un’unica e dolce melodia di rendimento di grazie? Quando la corda del mio desiderio sarà unita a quella lira dei Serafini che incessantemente proclama in tuo onore un “Santo” ineffabile, così che la gioia e il giubilo del mio cuore canti all’unisono innanzi a te con questi beatissimi spiriti, in un medesimo genere di lode?

Quando accadrà che il vello candido come neve della tua purezza immacolata avvolgerà me, strappata ala laccio dei cacciatori [Sal 123,7], perché io possa vedere te, bello d’aspetto più dei volti degli angeli, mentre precedi i cori dei vergini e dei santi, e possa ascoltare il cantico nuovo delle nozze eterne che tu, loro Re e Sposo, canti con tanta dolcezza accompagnandoti con la cetra [cf Ap 14,2-4]? La gloria della tua eccelsa voce è il cantico che risuona al di sopra di tutti i cembali del cielo e, rispetto a questa lode veramente degna di te, viene meno ogni altra voce e lingua.

Quanto immenso e di quale vivacità è il giubilo in cui al Signore uno e trino dalla Divinità una e trina si innalza all’unisono la somma ed eterna voce di lode e il ringraziamento! Quello è il giubilo durante il quale, lasciando cadere la sua magnificenza, tace umilmente tutta la musica del cielo, e tutta la schiera dei Serafini piega verso il basso le ali. O Dio del mio cuore e diletto da me tanto desiderato, tu, grazie all’abbondanza pienamente perfetta di te stesso, non manchi assolutamente di nulla: ti prego pertanto di unire in quest’ora alla tua voce, nel giubilo del tuo Cuore divino, un nuovo accento di lode e di ringraziamento che compia un perfetto circolo, fallo tu al mio posto, perché io ne sono indegna. Ti soddisfi pienamente, sempre al mio posto, il canto armonioso del tuo giubilo per tutto il bene che mi hai fatto creandomi, redimendomi, scegliendomi dal mondo [cf Gv 13,18; 15,16].

In quel circolo di lode, te ne prego, includi anche il mio amore per te con un nodo di affetto talmente indivisibile che l’intimo del mio cuore canti gioiosamente a te senza mai stancarsi per tutta la durata dell’infelice soggiorno terreno che mi tocca sopportare, sempre assetata della tua lode e desiderosa di ritornare a te che mi hai creata, sino a che, deposto il gravame del corpo, apparirò davanti al santuario. Là, alla vista del tuo divinissimo volto, il mio cuore si colmi di gioia e la mia lingua di esultanza [cf Sal125,2]; là io possa esultare in perpetuo per la tua bontà e gloriarmi dell’eterno godimento del tuo dolcissimo volto. Amen

A questo punto, come se ti sentissi dissolta e senza respiro di fronte all’immensità delle ricchezze e delle delizie della gloria del tuo Dio, di fronte all’inestimabile bellezza della sua lode, di fronte alla bellezza soavemente dolce del suo splendidissimo e gloriosissimo volto, invita tutte le creature alla lode di Dio con l’inno: “benedite, opere tutte del Signore, il Signore [Dn 3,57] e con questa preghiera:

Il mio cuore e la mia carne esulteranno in te, Dio vivo [Sal 83,3], e la mia anima si rallegrò in te, o mia vera salvezza. Quanto è ammirabile il tuo tempio, Signore, re degli eserciti! Quanto è glorioso il luogo della tua dimora, dove tu, il Dio Altissimo, siedi davanti a tutti gli esseri nella tua maestà! L’energia della mia anima languisce nel desiderio [cf Sal 83,2] di entrare nella tua gloria. Dio, Dio mio, che del mio cuore sei l’amore e la gioia, il rifugio e la forza [Sal 45,2], Dio, mia gloria e mia lode, quando ti loderà la mia anima nell’assemblea dei santi [Sal 149,1]?

Quando i miei occhi vedranno te, Dio mio, Dio degli dei’ Dio del mio cuore, quando mi colmerai di gioia con la visione del tuo dolcissimo volto [cf Sal 20,7]? Quando soddisferai il desiderio del mio cuore [Sal 20,3], manifestandomi la tua gloria?Dio mio, mia sceltissima parte di eredità, mia fortezza e mia gloria, quando entrerò nelle tue potenze, per vedere la tua forza e la tua gloria [Sal 62,3]? Quando mi rivestirai del manto della lode al posto dello spirito di afflizione [Is 61,3], affinché insieme con gli angeli tutte le mie membra ti offrano un sacrificio di esultanza [Sal 26,6]?

Dio della mia vita, quando entrerò nel tabernacolo della tua gloria, perché anch’io possa proclamare in tuo onore il più splendido Alleluia e, al cospetto di tutti santi, la mia anima e il mio cuore possano esaltarti per il fatto che hai ampiamente dispiegato nei miei riguardi le tue misericordie [Gen19,19]? Dio mio, mia splendida eredità, quando giungerà il momento in cui, spezzato il laccio di questa esistenza di morte [cf Sal 123,7], io ti vedrò e ti loderò senza intermediari? Quando dimorerò nella tua tenda per sempre [Sal 60,5], per lodare senza sosta il tuo nome e cantare un nuovo inno alla tua magnificenza per l’immensità della tua misericordia?

Nessuno è simile a te tra gli dei [1Cr17,20], mio Signore, e non c’è possibilità di paragone per la sublimità delle ricchezze della tua ammirabile gloria. Chi perlustrerà l’abisso della tua sapienza e chi enumererà gli infiniti tesori della tua generosissima misericordia? Veramente nessuno è tanto grande e ed eccelso quale sei tu, mio Dio, Re immortale! Chi saprà descrivere la gloria della tua maestà? Chi potrà saziarsi della visione del tuo splendore? Come potrà bastare l’occhio per vedere o l’orecchio per udire dinanzi all’ammirazione suscitata dalla gloria del tuo volto?

Dio, Dio mio, tu solo sei ammirabile e glorioso. Tu solo sei grande e degno di lode, tu solo sei dolce e degno di amore, tu solo bello e attraente, tu solo pieno di fascino e di delizie, tu solo sei tanto grande e meraviglioso da non aver l’uguale in tutta la gloria del cielo e della terra. La tua ammirabile luce [1Pt 2,9] per il mio cuore è amabile al di sopra di ogni gloria; solo quella luce può rallegrare il mio spirito e convertire il tedio di questa vita in gioia ed esultanza.

Quando sarai luce che mai potrà spegnersi alla lampada dell’anima mia [cf Sal 17,29] e mi riaccenderai in te, affinché io possa conoscere me in te, così come sono conosciuta [1Cor 13,12]? Quanto è fortunato, quanto è felice colui che la gloria del tuo volto custodisce già nascosto in sé [cf Sal 30,21]! Quando quel dolcissimo raggio assorbirà anche me, indegna, affinché possa divenire un solo amore e un solo spirito con te? Tutto l’intimo del mio cuore ti dice: “Signore, chi è simile a te [Sal 34,10]?” veramente nessuno è come te nella gloria, poiché tu solo sei il Dio glorioso ed eccelso nei secoli [Dn 3,52]. Quando innalzerai dalla polvere il misero [cf Sal 112,7; 1Sam 2,8; Lc 1,52] e potrò stare al tuo cospetto, dinanzi al tuo volto regale, e, al posto della cenere, tu mi darai la corona di una gioia perenne [Is 61,3], affinché con voce di eterno giubilo la mia anima ti renda lode per tutti i beni che gratuitamente mi hai elargito [cf Sal115,3]?

Già la mia anima e il mio cuore ardono di desiderio per te, Dio del mio cuore e mia sorte, o Dio, in eterno [Sal 72,26]. In te esulta il mio spirito, o Dio, mio salvatore [Lc 1,47]. Se ogni creatura fosse in mio potere, tutte le radunerei per la gloria della tua lode, e così pure tutte le splendide opere delle tue dita [Sal8,4]. Al ricordo della tua lode, già si struggono la mente e l’anima mia. Se avessi le forze di tutti gli angeli e gli uomini, volentieri le spenderei tutte per la tua lode senza averne niente in cambio, purché solo mi sia concesso di vedere gli inni di lode e gli omaggi gioiosi davanti al tuo trono santo dove tu ti riposi, tu e l’arca della tua potenza [Sal 131.8] insieme con te, in una quiete beatissima, là dove mille migliaia di migliaia [cfDn 7,10] stanno davanti a te al tuo servizio, proclamando incessantemente giorno e notte: Santo, Santo, Santo.

Lì, lì nel turibolo d’oro del tuo Cuore divino, dove ininterrottamente brucia per la tua lode l’aroma soavissimo dell’eterno amore, getto anch’io un minuscolo granello di cuore, bramando con tutto l’ardore del desiderio che anch’esso, benché meschino e indegno, vivificato con potenza dal soffio del tuo Spirito, passi nell’unico braciere della tua lode e che quei lunghi sospiri, che traggo per te dagli abissi della terra a causa della mia prolungata attesa, tornino a tua perenne lode e gloria. Amen.

Qualora, pur avendo lo spirito e l’anima avidi di lodare Dio, non riuscissi a trovare parole adatte alla sua dignità, prega il Signore Gesù, che di te è innamorato, di essere lui stesso a glorificare sé al tuo posto, con una lode di tale e tanta perfezione quale a lui conviene, a lui piace e come lui stesso si compiace maggiormente di essere lodato; fallo dicendo con devozione del cuore e della bocca:

Ti benedica, Dio mio, mia dolcezza, la santa gloria della tua divinità, con cui ti degnasti di colmare e abitare per nove mesi il casto grembo di Maria Vergine. Ti benedica l’altissima potenza della tua divinità, che si chinò fino a raggiungere l’umile livello di questa valle verginale. Ti benedica la tua onnipotenza mirabilmente ingegnosa, o Dio altissimo, per la quale conferisti a questa virginea rosa tanta virtù, bellezza e grazia da potertene tu stesso invaghire.

Ti benedica la tua ammirabile sapienza, la cui abbondanza di grazia fece sì che tutta la vita di Maria, corpo e anima insieme, fosse adeguata alla tua dignità. Ti benedica il tuo amore forte, sapiente e dolcissimo, in virtù del quale tu, fiore e sposo della verginità, divenisti figlio di una vergine. Ti benedica l’annientamento della tua maestà [cf Fil 2,7], che mi procurò i tesori dell’eredità eterna. ti benedica l’assunzione della nostra umanità, che mi ha chiamata a partecipare alla tua divinità. Ti benedica l’esilio che per trentatré anni hai sopportato per me, per ricondurre la mia anima, che era perita [cf Lc 15,32; 19,10], alla fonte della vita eterna.

Ti benedicano tutte le tue fatiche, i dolori e i sudori della tua umanità,con cui santificasti tutte le mie difficoltà, tribolazioni e debolezze. Ti benedica l’esperienza della mia miseria, per cui sei diventato per me padre di abbondante misericordia e Dio d’infinita clemenza. Ti benedica la tua generosa dilezione, in virtù della quale sei divenuto tu stesso la preziosa redenzione dell’anima mia. Ti benedicano tutte, una per una, le gocce del tuo preziosissimo sangue, con cui vivificasti l’anima mia e mi redimesti a un prezzo tanto caro. Ti benedica l’amarezza della tua morte preziosa, che ti infisse a mio vantaggio il tuo forte amore: in base ad essa non mi vergogno di prendermi da te tutto ciò che in fatto di meriti, se conto su me stessa, mi manca, né di pensare con audacia e di essere sicura che tu hai veramente cura di me, dal momento che tu sei mio e io sono tua, per il diritto perpetuo dell’acquisto che mi ha reso tua proprietà. Ti benedica per me la gloria del tuo trionfo, per la quale tu siedi, con la mia carne, alla destra del Padre, Dio benedetto nei secoli. Ti benedica il tuo proprio splendore, onore e potenza, di cui mirabilmente si sazia e si pasce tutto l’esercito celeste.

Qui, come se aderissi tutta quanta al Dio che ti ama,prega il Signore che lui stesso, con la sua amatissima Madre, la Vergine Maria, e con tutta la milizia del cielo, offra a se stesso un sacrificio di esultanza, nella festosa allegrezza del suo amore che è fonte di immensa gioia. Pregalo anche di essere lui, soavissimo suonatore di cetra, a cantare per primo, accompagnandosi con lo strumento della sua divinità e con la cetra della sua umanità. Di’ dunque queste parole con il cuore e con la bocca:

Per me ti canti con gioia, o Dio della mia vita, la divinità della tua augusta Trinità, l’unità dell’essenza, la distinzione delle persone, il dolce vincolo che le lega, la reciproca ed intima familiarità. A te canti con gioia la sublimità della tua incomprensibile dignità, la tua immutabile eternità, la tua sorgiva santità, la tua gloriosa e perfetta felicità. A te canti con gioia la carne purissima della tua umanità, nella quale mi rendesti pura, divenendo osso delle mie ossa e carne della mia carne [Gen 2,23].

A te canti con gioia la tua anima sommamente eccelsa, preziosissimo pegno grazie al quale la mia anima è stata redenta. A te canti con gioia il tuo Cuore divino, che stilla miele di dolcezza e che nella morte fu squarciato per me dall’amore. A te canti con gioia il tuo tenerissimo e fedelissimo Cuore, nel quale la lancia mi aprì la strada, affinché il mio cuore, entrando in esso, vi trovasse riposo. A te canti con gioia questo Cuore dolcissimo, unico rifugio nel mio soggiorno terreno, che con tanta tenerezza si prende sempre cura di me, e non si placa mai nella sete che prova per me, sino a che non mi accolga per sempre presso di sé.

A te canti con gioia per me il degnissimo cuore e l’anima della gloriosissima Vergine Madre Maria, che scegliesti per te come madre per la necessità della mia salvezza, affinché mi sia sempre disponibile la sua materna clemenza. A te canti con gioia la fedelissima cura che tu hai per me, nella quale mi hai provveduta di un’avvocata e patrona tanto valida e tanto buona, che per suo tramite io possa trovare con estrema facilità la tua grazia e in cui, lo credo con fiducia, mi sia conservata la tua eterna misericordia. A te canti con gioia questo ammirabile tabernacolo della tua gloria, che solo ti servì in modo degno offrendoti una santa dimora e grazie al quale, presentandolo tu stesso al mio posto, tu puoi perfettamente supplire al canto di lode e di gloria che ti è dovuto da parte mia.

A te cantino con gioia per me i sette gloriosi spiriti che stanno al tuo cospetto davanti al tuo trono [Ap 1,4]. A te cantino con gioia le infinite schiere dei santi Angeli, che tu invii come tuoi servitori per amore della stirpe eletta che ti sei acquistato[1Pt 2,9]. A te cantino con gioia i quattro santi esseri alati [Ap 5,8], che dal profondo del loro cuore fanno sgorgare giorno e notte la tua lode.

A te canti con gioia la dignità degli Apostoli, tuoi intimi amici e fratelli, grazie a cui suffragi sostieni mirabilmente la tua santa Chiesa. A te canti con gioia la vittoriosa schiera dei Martiri, la cui assemblea è imporporata dal tuo preziosissimo sangue [Ap 7,14]. A te canti con gioia la perfettissima schiera dei Testimoni della fede, il cui spirito tu hai trasferito nella tua ammirabile luce [1Pt 2,9]. A te canti con gioia il santo e immacolato corteo delle Vergini, adornate insieme con te dalla stessa luminosità di un’unica purezza candida come la neve. A te canti con gioia, per me, questo cantico nuovo che risuona sulla loro bocca quando ti seguono dovunque tu vada, Gesù buono, re e Sposo delle vergini [Ap 14,3-4]. A te canti con gioia, per me, il cuore della tua divinità e il fior fiore della tua dolcezza, di cui si sazia lautamente la Gerusalemme celeste, nello splendore del tuo volto divino. A te canti con gioia tutta la schiera dei tuoi eletti, tua eredità e tuo popolo che ti appartiene, poiché essi sono con te e tu sei con loro, il loro Dio in eterno [cf Ger 31,33].

A te cantino con gioia tutte le stelle del cielo, che per te brillano con gioia e, chiamate ad un tuo cenno di comando, sono sempre pronte al tuo servizio [Bar 3,33.35]. a te cantino con gioia tutte le mirabili opere tue, tutte quelle che abbraccia l’immenso cerchio del cielo, della terra e degli abissi, e ti dicano quella perpetua lode che sgorgando da te, rifluisce in te, sua origine. A te canti con gioia il mio cuore e la mia anima, con tutta la sostanza della mia carne e del mio spirito, sprizzando dall’energia di tutto l’universo. A te, dunque, dal quale, per il quale e nel quale sono tutte le cose [Rm 11,36], a te solo onore e gloria nei secoli. Amen.

Ora, sentendoti in un certo senso rinvigorita dalla lode del tuo Dio, del tuo Re, che è nel santuario [Sal 67,25], sorgi con cuore ormai dilatato [cf Sal 118,32] per trovare le tue delizie nel Dio che ti ama, gettando in lui tutto l’amore del tuo cuore, affinché lui stesso ti nutra qui con le benedizioni della sua dolcezza [Sal 20,4] e là ti conduca alla benedizione del suo perfetto e perpetuo godimento. Serviti per questo delle seguenti parole:

Dio, Dio mio, poiché tu sei mio, nulla mi manca [Sal 22,1]. E poiché io sono tua, mi glorierò in eterno di te, Dio, mio salvatore [Lc 1,47]. In ogni mia tristezza tu mi prepari in te il gioioso convito che desidero. E dove potrà mai trovarsi bene la mia anima, se non in te, Dio della mai vita? Se è così dolce il ricordo della tua lode nell’attuale miseria di quaggiù, che cosa sarà, o santa dolcezza, quando ti donerai a me in abbondanza? Se la tua consolazione già qui ricolma di beni il mio desiderio, che cosa sarà mai quando assorbirai il mio spirito in te, o Dio della mia salvezza? Quanto ampi e di quale rigoglio saranno i pascoli intimi del tuo volto che stilla dolcezza, quando già qui l’anima, collocata, ahimè, di rado e per un breve intervallo nel pascolo delle tue dolcezze, si trasferisce in e struggendosi completamente! Quale sarà il ristoro gustato alla presenza del tuo volto divino, quando quaggiù, lungo le acque del tuo ristoro interiore solamente, l’intimo dello spirito e dell’anima si nutre con tanto piacere e tanta dolcezza! Dio, Dio mio, da quando hai convertito a te la mia anima, tu non mi lasci più pensare o sentire nient’altro fuorché te e mi strappi a me stessa, portandomi in te, affinché io non possa assolutamente più preoccuparmi di me, poiché in te mi nascondi ai miei stessi occhi.

E quale sarà allora la gioia, quale l’esultanza, quale il giubilo, quando mi svelerai lo splendore della tua divinità, e la mia anima ti vedrà faccia a faccia [1Cor 13,12]? Allora di certo non proverò altro piacere se non quello di dedicarmi unicamente a contemplare [cf Sal 45,11] la tua gloria, Dio, e girare intorno all’altare [cf Sal 25,6] della mia riconciliazione ed immolare a te l’intimo della mia anima nella gioia e nella lode.

Allora, o anima mia, vedrai e sarai nell’abbondanza, ammirerà e si dilaterà il tuo cuore [Is 60,5], quando si riverserà su di te la moltitudine delle ricchezze e delle delizie e la magnificenza della gloria del vasto mare della potenza delle nazioni che il Re dei re e il Signore dei signori [1Tm 6,15; Ap 19,16] con la sua mano forte ha riscattato per sé dalla mano del nemico, quando ti sommergerà la traboccante misericordia e carità della divina onnipotenza, sapienza e bontà, recandoti in sorte l’adozione eterna.

Allora ti verrà offerto il calice della visione e ti inebrierà [Lam 4,21], il calice inebriante e sublime [Sal 22,5] della gloria del volto divino e ti disseterai al torrente delle delizie divine [Sal 35,9], quando la sorgente stessa della luce ti sazierà in eterno con le delizie della sua pienezza. Allora vedrai i cieli ricolmi della gloria di Dio e quell’astro verginale, che dopo Dio illumina tutto il cielo con lo splendore delle dita [Sal 8,4] di Dio e le stelle del mattino [Gb 38,7] che stanno sempre con tanta gioia davanti al volto di Dio [cf Tb 12,15] al suo servizio.

O Dio del mio cuore e mia sceltissima eredità [cf Sal 72,26], ahimè, ahimè, fin oa quando, fino a quando sarà frustrato il desiderio della mia anima per la presenza del tuo dolcissimo volto? A te solo è ben noto quale fonte di infelicità sia per me dover dimorare quaggiù – e tu sai di che fragilità sia la miseria dell’esilio in cui vivo.

O diletto dei miei pensieri, di te ha sete l’intimo del mio cuore. Fa’ che ti possa presto raggiungere, o Dio, fonte viva, perché io possa presto attingere per sempre in te la vita eterna. fa’ splendere presto il tuo volto su di me [Sal 30,17], affinché possa vederti con gioia faccia a faccia. Presto, presto, mostrati a me, perché felicemente goda di te per sempre!

O vita del mio spirito, trasferisci il grido del mio desiderio e fondilo in un’unica voce con la melodia del tuo gioioso amore! Appropriati della mia vita e unisci al tuo amore la mia anima, in modo tale che tutta la mia vita e ogni mia azione cantino lode a te sull’arpa a dieci corde [Sal 143,9] e tutta la mia volontà unita a te cominci, proceda e finisca in e, o vera vita dell’anima mia.

O vero amore del mio cuore, per me, in questa ora, rendi a te stesso l’onore tanto solenne e tanto splendente della lode e del ringraziamento al cui giubilo si unisca cantando tutta la schiera celeste, per quel bene straordinariamente immenso e dolcissimo che tu stesso sei per me, Dio mio, e per quel bene che mi concedi degnandoti di essere conosciuto, amato e lodato da me rifiuto di tutte le creature, poiché tu sei il mio salvatore, l’intera causa della mia salvezza e la via dell’anima mia.

In quello splendore di lode, l’anima mia consumi davanti a te l’intimo del mio spirito, benché sia povera cosa, sciogliendosi nell’amore della tua lode, fino a che il mio spirito torni felicemente a te, o Dio. Ti prego, fa’ che in questa vita mi diletti tanto del ricordo della tua lode, che nell’ora della mia morte la sete e l’amore forte [cf Ct 8,6] di vedere te, di lodare te e di essere con te vinca in me la forza della morte e tu stesso sii per me in quella strettoia la porta della vita celeste, perché il mio spirito e la mia anima esultino in eterno in te.

Amen.

Poi, come tortorella solitaria, per la brama di vedere il dolcissimo volto del diletto [cf Ct 2,12-14; Sal 101,8], sentendoti venire meno per il tedio di questa vita, abbassando le ali dei tuoi desideri insieme con i santi viventi (Ap 4,8-10) davanti al trono di Dio, dichiara davanti al Signore tuo Dio che il tuo cuore è tutto lì dove si trova lui, il tuo tesoro [Mt 6,21], oggetto dei tuoi desideri, e chiedigli una morte felice.

Il mio cuore è fissato dove vuole Gesù, mia vita. O Gesù, amato al di sopra di tutto quanto è oggetto di amore, sei tu la vita fedele dell’anima mia. Tu sei tutto il languore della mia anima: di te solo ha sete nell’intimo il mio cuore. La tua deliziosa beatitudine, la tua mirabile bellezza, la tua nobile immagine, il tuo amabile aspetto, mi hanno inferto una ferita così soave che mi risulta pesante vedere la luce di questo mondo.

Provo noia di me stessa. Fino a quando, fino a quando, o mio diletto, dovrò aspettare il momento in cui potrò godere di te e contemplare il tuo amabile volto? Tu sei la sete dell’anima mia. Il cielo, la terra e tutto ciò che è in essi [cf Sal 95,11-12], senza di te, sono per me gelido ghiaccio invernale. Il tuo amabile volto è per me la sola consolazione e sollievo di primavera.

O amore, amore, quando riceverò da te questo dono, che cioè il mio corpo, che tu avrai annientato, ritorni in polvere e la mia anima rifluisca in te, Dio, sua viva origine? I tuoi purissimi, divini effluvi [cf Sap 7,25-26], che splendono in modo tanto amabile dal tuo trono eccelso coi loro raggi recanti impressa l’immagine della divinità, afferrano con forza tutto il mio spirito. Che cosa ancora starà ad aspettare la misera fogliolina dell’albero, nella tempesta così violenta di questo secolo? O amore, amore, tienimi nella tua potente mano destra, affinché la mia anima non ne venga sommersa! Il dolce mormorio dell’acqua viva, che scaturisce dalla sua stessa sorgente, ha rapito con forza il mio cuore: nessuna lira ha mai avuto un suono così dolce! Questa vita si è per me svilita apparendomi all’incirca come un sogno. Finoa quando, fino a quando dovrò sopportarne l’illusione?

O amore, amore, non sciogliermi mai dal laccio che mi lega a te, sino a quando mi presenterai all’unico diletto del mio cuore, nel suo seno dolcissimo. Dolce fragranza del frutto della vita, che sei tu stesso, o mio carissimo diletto, tu hai rapito il mio spirito [cf Ct 4,9], al punto che il corpo nella sua corruttibilità mi disgusta come un letamaio, per cui il mio sospiro verso di te non ha mai tregua.

O amore, amore, quando mi vuoi sciogliere dal corpo, perché io possa godere senza intermediario del diletto del mio cuore e rimanere con lui senza fine? Un unico raggio della tua divinità, a me donato attraverso la tua umanità, rallegra mirabilmente il mio spirito, al punto che se anche avessi mille corpi, li disprezzerei senza indugio. Quali saranno allora le delizie celate nel godimento del tuo distinto splendore’ Mille morti, le stimerei un nulla, se mi fosse concesso di contemplare la dolcezza della tua verità.

O amore, amore, trattami con misericordia e sollevami rapidamente a quella gioia insigne in cui contemplerò la gloria del fedele salvatore mio Sposo. Solo la pienezza della tua divinità può saziare la mia anima, che ti sei degnato di creare per te. Un’unica goccia della tua dolcezza da me assorbita rapisce il mio spirito con una forza tale che la morte risulterebbe per me intimamente più gustosa della vita, pur di poter contemplare senza fine il tuo volto.

O amore, amore, quando separerai dal corpo la mia anima, in modo che il mio spirito abiti ininterrottamente in te, che mi sei tanto caro? Il tuo amabile abbraccio ha un gusto così dolce che se anche avessi mille cuori, mi si scioglierebbero in un baleno. Quanto volentieri, quanto volentieri esalerei l’ultimo respiro, per poter immergermi perfettamente nel fiume della tua divinità!

O amore, amore quanto vorrei che tu compissi in me le tue liete nozze, affinché la mia anima, strappata dalla valle della miseria, sia assorbita nella sua origine come una goccia nel suo mare! O Gesù dolcissimo, prediletto del mio cuore, al di sopra di tutto ciò che può essere amato, ed unico eletto, sii tu la mia guida in questa miseria, affinché concluda i miei giorni nella tu lode e finisca bene la mia vita nella tua grazia e amicizia.

O Gesù, dolce amore, sii tu il rifugio per la tua povera sposa, che senza di te non ha nulla di proprio, né alcun bene. Nel vasto mare di questa vita sii per lei la rotta e nell’agghiacciante tempesta della morte sii la sua consolazione. Porgimi la mano della tua tenerezza e sii tu stesso il bastone della mia forza, a cui possa appoggiarmi con tale sicurezza, o dolce liberatore della mia anima, che siano ridotte al nulla, alla vista della tua potenza, tutte le frodi e le insolenze dei miei nemici!

O Gesù, mio fedele amico, l’abisso della tua immensa misericordia sia per me una baia sicurissima, che mi consenta di sfuggire agli orribili insulti di tutti i miei nemici: tu stesso sii allora il mio asilo sicuro, in cui con gioia mi lancerò, svincolandomi dalla prigionia di tutti i mali. O Gesù, mia dolce speranza, il tuo Cuore divino, squarciato per amor mio, che è aperto senza sosta a tutti i peccatori, sia il primo rifugio per la mia anima non appena sarà uscita dal corpo. Lì l’abisso del tuo infinito amore inghiotta in un momento tutti i miei peccati, affinché insieme a te, o diletto del mio cuore, io possa accedere senza ostacoli alle danze corali del cielo.

O Gesù, unica mia salvezza, mio salvatore e mio Dio, quando sarò giunta alla fine della vita, mandami il fedele aiuto di Maria, la tua amabile madre, fulgida stella del mare, affinché alla vista del roseo fulgore, simile all’aurora, del suo volto glorioso io comprenda che tu, Sole di giustizia [Ml 3,20], con lo splendore della tua luce ti stai avvicinando all’anima mia. O amato al di sopra di tutti, tu conosci il desiderio del mio cuore: infatti tu solo sei il sospiro dell’anima mia. Orsù, dunque, vieni al più presto, affinché davanti al tuo amabile volto io dimentichi del tutto i dolori del mio cuore.

O amore, amore, sorveglia l’ora della mia dipartita e apponile il tuo sigillo, affinché sotto la tua fedele custodia, grazie alla tua immensa bontà, alla quale unicamente mi appoggio, nulla mi possa nuocere nell’anima. Nel momento del mio trapasso mostrami la tua dolce sapienza e conforta lamia misera anima con tanta efficacia che in essa risplenda in eterno la straordinaria compassione con cui tu, Re glorioso, tanto durante la mia vita quanto al momento della mia morte, hai agito in lei. Consuma allora tutte le mie forze nella tua potenza e per la tua misericordia sommergimi nell’abisso della divinità, dove l’amabile volto di Gesù, diletto del mio cuore, mi sazierà, ristorerà e soddisferà in pienezza nella tua gloria.

A questo punto affida di nuovo a Dio la tua dipartita e la fine della tua vita, affinché egli ti venga in aiuto in ogni cosa ed ordini e disponga la fine della tua vita secondo la sua misericordia; fallo dicendo questa preghiera

Mio Dio e mio Signore [cf Gv 20,28], mio dolce creatore e redentore, in te solo ha sperato il mio cuore, in ho riposto la mia fiducia e ti ho pubblicamente riconosciuto. P primaverile fiore della divinità, irrorami con la rugiada della tua fiorentissima umanità, affinché sotto la piacevole pioggia della tua santa carità e dolcezza si rallegri l’anima mia, dimentichi i mali di questo esilio e alimenti in te la crescita dei germogli di tutte le virtù. O nobile gemma e fiore delle virtù, aiutami a sopportare serenamente con te la provvisoria dimora di questa miseria e a comportarmi con pazienza in tutte le tribolazioni e le difficoltà.

Mio Dio, mio Re, che sei nel santuario [Sal 67,25], nel quale la mia vita è nascosta con il mio Gesù [Col 3,3], ecco che le tue caste delizie sono straripate su di me. Ormai sono morta a me stessa e passata in te, e pur essendo in vita sono venuta meno. E ora dove potrò andare lontano da te? Poiché sia in cielo sia in terra non conosco null’altro che te. Dio mio, lode di Israele, che abiti nel santuario [Sal 21,7], in cui esisto, mi muovo e vivo [At 17,28], in te solo confido. In te si è dilatato il mio cuore [Sal 118,32; 2Cor6,11], poiché tu sei tutta la mia gioia, l’unica, e tutto il mio desiderio. Il raggio della tua luce ha risvegliato il mio spirito che dormiva.

Quando la mia anima potrà essere assorbita dal flusso di vita del tuo dolcissimo ed eterno godimento? Quando il diluvio del tuo amore trascinerà via con sé il mio spirito e mi restituirà a te, perché io veda il tuo volto che stilla dolcezza, Dio della mia vita, autore della mia salvezza, sostegno dell’anima mia [Sal 53,6]? Senza di te non sono nulla, nulla so, nulla posso, né valgo nulla. In te spero, a te desidero venire; il tuo deliziosissimo volto, sorgente di vita, voglio vedere, a te bramo di essere unita in eterno in modo inseparabile, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.

Ti prego, consacra tu il mio essere e la mia vita per la lode e la gloria di te solo, affinché in tutti i miei pensieri, parole, opere e sentimenti sempre ti lodino e ti glorifichino l’intimo della mia anima e tutta la forza e la sostanza del mio corpo, nella perfetta pienezza della carità e della dilezione. La mia anima è costretta ad abitare nel carcere di questo corpo, pur desiderando, bramando e anelando intensamente a te, Dio, fonte viva [cf Sal 41,3]; ed è infelice in questa dimora, poiché ignora il mio ingresso e la mia uscita. E unicamente perché te, Padre delle misericordie, non disprezzi né abbandoni l’opera delle tue mani [Sal137,8], tutto ciò induca l’abisso della tua compassione a riversarsi su di me, e il tuo sguardo si volga alla mia vita terrena con le stesse viscere di misericordia [Lci 1,78] con cui tu hai condiviso la mia sofferenza quando, per trentatré anni, ti sei degnato di provare questo medesimo esilio, come pure hai avuto compassione di me quando il tuo dolcissimo Cuore, per riscattarmi, si è lasciato squarciare sulla croce per amore.

Ti prego, o vita beatissima dell’anima mia, in tutte le mie tentazioni sii tu il mio trionfo e la mia vittoria, in tutte le mie infermità la mia pazienza, in ogni tribolazione lamia consolazione. In ogni pensiero, parola e opera sii tutta la mia attenzione, il mio inizio, la fine e il compimento. In tutta la mia vita sii tu la mia santificazione; nel prolungarsi della mia attesa, fino all’esito della buona battaglia [2Tm 4,7], sii tu la mia perseveranza.

O mia splendida eredità e parte migliore dell’anima mia, a cui solo mira il mio desiderio e la mia speranza, nell’ora della mia morte disponi ed ordina tutto ciò che è mio nella tua pietà e clemenza, affinché il vessillo della tua croce preziosa sia allora per me difesa sicurissima contro tutte le insidie di satana. Le gloriosissime armi della tua Passione vittoriosa, i chiodi insieme con la lancia, siano per me dardi infallibili contro i suoi mille inganni, affinché, cinta e protetta dalla trincea della tua morte trionfale e amorosa, con cui mi hai redenta [cf Ef 1,13-14], avendo te per guida e sostegno per il viaggio, possa attraversare senza timore il varco della morte.

Tu allora non abbandonarmi [Sal 26,9], o mia salvezza, ma mostrati a me nella tua carità, pietà e misericordia, affinché io ti veda faccia a faccia [1Cor 13,12], o Dio che mi ami e che mi hai creato per te. Là, o sostegno dell’anima mia [Sal 53,6], Gesù caro, nello specchio della tua contemplazione, senza più veli, mostrami la gloria della tua divinità [cf Es 33,18], affinché il mio respiro e la mia anima siano pieni della tua lode gioiosa e splendida e il mio cuore si rallegri in eterno in te, o mia dolce salvezza.

La mia anima, che tu hai redento [Sal 70,23], esulti dei beni della tua casa [Sal 64,5], pienamente saziata dal godimento eccelso del tuo volto che è tutto dolcezza, resa vivamente lieta e gioiosa per essere sfuggita alle infinite insidie e ai tranelli del diavolo, della carne e del mondo e alle angosce della morte, e per il fatto di possedere te, o mia dolcissima eredità e mia amabilissima vita. Là, dove tu sarai in me e io in te, inseparabilmente unita a te con amore eterno, possa io lodare ininterrottamente il tuo nome per tutti i tuoi atti di bontà nei miei riguardi; poiché tu sei il Dio della mia vita, il redentore della mia anima e colui che mi ama.

Qui domanda al Signore che ti benedica e ti confermi nel suo amore, sino a quando giungerai alla sua visione:

O amore che crei unità, Dio del mio cuore; amore, lode e giubilo del mio spirito, mio Re e mio Dio [Sal 5,3; 83,4]! O mio diletto, scelto fra mille [Ct 5,10], Sposo amabilissimo dell’anima mia! Signore, Re degli eserciti, per te solo il mio cuore prova amore, attrazione e desiderio. O Dio che sei amore, sii tu stesso la mia dote in questa vita, tu che sei colmo della benedizione della dolcezza divina. Il mio spirito aderisca a te con un solo spirito, un solo respiro, una sola volontà, una sola carità, sino a che non sia in eterno un solo spirito con te [1Cor 6,17]. Tu stesso, o amore di fuoco, sii per me benedizione efficace e viva, dolce e capace di incitare, durante questo mio pellegrinaggio, affinché la mia anima e tutta la mia energia e il mio essere arda in modo inestinguibile come una vera scintilla nella fiamma della tua carità.

Tu stesso, o vivo amore, sii per me benedizione che porta a totale pienezza e perfezione, e che conduce la mia anima incontro a te come degna sposa, in modo che tutta la mia vita sia ordinata nella tua carità. La mia morte si compia pienamente in te, o mia beatissima vita, nella vivacità della fede, della speranza e della carità, e sia degnamene preparata da tutti i sacramenti della Chiesa. Una volta che tutte le mie forze siano state annientate nel tuo servizio e le mie viscere e tutto il mio intimo bruciati nel tuo amore, la mia anima, lasciato il fardello del corpo, possa seguire te, o mio dolce innamorato, lieta, sicura e libera, sino a giungere al cuore della santa Trinità, ricco di ogni delizia e meraviglia. Là tutti i miei peccati saranno rimessi grazie alla tua pietà e tutte le mie colpe saranno coperte dalla tua inestimabile carità, mentre la mia vita, andata in rovina, con tutte le sue macerie sarà restaurata da te, o ricco di amore, con l’esistenza totalmente perfetta del mio Gesù. La mia anima che qui languisce e si consuma per il tedio di questa vita, lì, ringiovanendo in te, o amore florido di vita, e rinnovata nella sua giovinezza come un’aquila [Sal 102,3], esulti nell’allegria. E, piena di gioia davanti al tuo volto che stilla dolcezza, come chi ha finalmente trovato ed è giunto a stringerti, coglie le infinite gioie della vita eterna, che possederà in eterno in te, O Dio che sei amore.

Amen.

Esercizi Spirituali di s. Gertrude la grande

settimo esercizio di riparazione per i peccati e di preparazione alla morte

Quando vorrai celebrare un giorno di riparazione, raccogliti tutta quanta dentro di te a ciascuna delle sette ore [Mattutino – Prima – Terza – Sesta – Nona – Vespro – Compieta], per poter avere un colloquio con Colui che è Amore; affida a lui l’incarico di intercedere per te presso il Padre delle misericordie [2Cor 1,3] come per placarlo, affinché, attingendo al tesoro della passione di suo Figlio rimetta ogni tuo debito [Mt 6,12], sino all’ultimo punto di negligenza, perché nel momento della tua fine tu sia sicura che tutti i tuoi peccati siano stati pienamente perdonati.

Incomincia leggendo a mattutino la prima strofa dell’inno:

Innalza a te, dispensatore del perdono,

l’amore della nostra coscienza;

perché tu si clemente coi nostri cuori,

purificati dalle loro sozzure.

Poi aggiungi:

“La tua pietà ti induca a vincere i nostri mali col perdono; e, per quanto sia indegna di veder esaudito il mio desiderio, nell’ora della morte, senza più alcun ostacolo, saziami con il tuo dolcissimo volto, perché io possa trovare in te il riposo eterno”.

E così in compagnia della Misericordia e dell’Amore placherai il Padre con queste parole, dicendo con il cuore e con la bocca:

O dolce misericordia di Dio, piena di pietà e di clemenza, ecco che io, misera, nel dolore e nell’angoscia del mio cuore ricorro ai tuoi consigli, poiché tu sei tutta la mia speranza e la mia fiducia. Tu non hai mai disprezzato il misero. Tu non hai respinto nessun peccatore, fosse anche il più disgustoso. Tu non hai rigettato nessuno che abbia cercato rifugio presso di te [cf Gv 6,37]. Tu non sei passata oltre ad alcuno [cf Lc 10,31] che si trovasse nelle angosce senza provarne compassione. Tu hai sempre soccorso come una madre chiunque fosse nell’indigenza. Tu hai assistito con tenerezza, secondo il tuo nome, tutti coloro che ti invocano. Non allontanandomi da te, benché indegna, a causa dei miei peccati, non mi respingere per via dell’inutilità della mia vita religiosa!

Non mi disprezzare e non dire di me: “Perché ancora occupa la terra [Lc 13,7]?”, ma secondo la tua natura, con pietà, con pietà, abbi cura di me! Ecco che io, pur essendo ultima per mancanza di meriti, vengo, vengo a quegli alberghi dei poveri pieni di carità che si trovano presso di te, per non morire all’addiaccio della mia vita infeconda, sferzata dal freddo e dalla pioggia. Spero che dalla tua mano generosa mi sia donata l’elemosina, grazie alla quale la mia vita perduta possa essere riparata. Lì, coi velli della tua abbondante compassione riscalda i fianchi della mia nudità [cf Gen 3,21; Ap 3,18], affinché dalla tua carità siano coperti tutti i miei peccati [cf Rm 4,7; Sal 31,1] e compensate tutte le mie negligenze. Aprimi le tue dimore sicure, affinché lì sia salvata dalla tua grazia! Per te mi venga in aiuto l’amorevole carità di Dio, in cui sola è sicura la salute della mia anima e del mio spirito.

O amore, amore, volgi il tuo sguardo al mio Gesù, quel tuo regale prigioniero, fregiato del diadema della misericordia, che in quest’ora catturasti con tanta violenza: puoi dunque rivendicare come tua proprietà, insieme con lui, tutti i suoi beni, arricchendo quanto si trova in cielo e sulla terra con quella nobilissima preda e riempiendo tutto di beni, attingendo all’abbondanza del tuo gloriosissimo prigioniero.

Con quel preziosissimo bottino, con quel tuo prigioniero mille volte prediletto, riscatta la mia vita sciupata e restituiscimi la mia inutile esistenza non già sette volte, ma cento volte. Anche se, infatti, possedessi da sola la vita di tutti gli uomini e gli angeli, non potrei assolutamente avere un prezzo paragonabile al valore di quel tuo prigioniero sommamente desiderabile: quanto meno l’avrò, dal momento che sono un vile essere umano, polvere e cenere? [Gen 18,27].

Oh, se mi fosse donato quanto desidero… che tu, cioè, insieme con il carissimo Gesù facessi prigioniera anche me, benché così piccina, mi incatenassi e mi ereditassi come tua personale proprietà! Per effetto della compagnia e del dialogo con quel prigioniero divino, da peccatrice diventerei santa; da persona inutile, veramente spirituale; da nemica, vera amica di Dio; da tiepida, veramente assetata di Dio; da sterile e infeconda, capace di far germogliare la perfezione di tutte le virtù e la santità dell’intera vita religiosa. Lì, o mio caro Gesù, il seno della tua misericordia sia il carcere della mia prigionia. Lì la catena del tuo Cuore divino sia per me come un laccio, in modo che, nella violenza del tuo vivo amore, io divenga tua prigioniera per sempre, unita a te in modo invisibile, interamente vivente per te e stretta a te al punto da non poter mai essere separata da te in eterno.

Amen.

All’ora di Prima intrattieni un colloquio con l’Amore e la Verità, affinché, essendo loro stessi a parlare per te, nell’ora della morte tu giunga sicura al giudizio, avendo lo stesso Gesù, tuo giudice, come pietoso avvocato e difensore.

Versetto: Con grande benevolenza, Signore,

tu conosci nell’uomo l’errore:

inferma è la materia,

ci troviamo nella miseria

Poi aggiungi come sopra:

“La tua pietà ti induca a vincere i nostri mali col perdono; e, per quanto sia indegna di veder esaudito il mio desiderio, nell’ora della morte, senza più alcun ostacolo, saziami con il tuo dolcissimo volto, perché io possa trovare in te il riposo eterno”.

Incomincia a placare Dio così:

O cara Verità, o giusta Equità di Dio [cf Sal 84], come comparirò dinanzi al tuo volto, recando la mia iniquità, la colpa di aver perduto la mia vita, il peso della mia smisurata negligenza? Il denaro della fede cristiana e della vita spirituale non l’ho affidato, ahimè, ahimè, ai banchieri al banco della carità, in modo che tu, come avresti voluto, potessi recuperarlo con gli interessi [Lci 19,23; Mt 25,27] di un aumento di tutta la perfezione. Il talento del tempo a me affidato non solo l’ho sperperato in vanità, ma l’ho addirittura trascurato, rovinato e perso completamente. Dove andrò, dove mi volgerò, dove fuggirò dal tuo volto [Sal138,7]?

O Verità, tu hai sempre accanto a te, come compagne inseparabili, la giustizia e l’equità. Tu giudichi tutto secondo il numero, il peso, e la misura [cf Sap11,21]. Tutto ciò che esamini lo poni su di una bilancia assai giusta. Povera me, e mille volte povera me, se dovessi essere consegnata a te senza avere un avvocato che risponda per me! O carità, intervieni tu in mia divisa. Rispondi tu per me! O carità, intervieni tu in mia difesa. Rispondi tu per me. Ottienimi tu il perdono. Tratta tu la mia causa, affinché io viva per tua grazia.

So che cosa fare [Lc 16,4]: prenderò il calice della salvezza [Sal 115,13]. Porrò il calice di Gesù sulla bilancia vuota della verità. Così, così supplirò a tutto ciò che mi manca. Così coprirò tutti i miei peccati. Con quel calice riparerò tutte le mie rovine. Con quel calice supplirò in modo più che degno ad ogni mia imperfezione. O amore, quel tuo regale prigioniero, il mio Gesù, indebolito fin nelle intime fibre dal fremito di commozione delle viscere della tua misericordia, tu in quest’ora hai trascinato in tribunale con tanta violenza da addossare su di lui il peccato di tutto il mondo, benché egli non avesse alcuna macchia, se non unicamente la causa del mio amore, e la mia colpa di cui tu domandavi conto a lui. Quell’uomo innocentissimo, carissimo, condannato per amore dell’amore mio, e giudicato reo di morte al mio posto, possa io riceverlo oggi da te, o amore carissimo, come compagno del mio giudizio! Dammi un simile ostaggio, perché possa avere proprio lui come difensore di tuta la mia causa.

O cara Verità, venire a te senza il mio Gesù sarebbe per intollerabile, ma presentarmi al tuo cospetto col mio Gesù è infinitamente piacevole e amabile. O Verità, siedi ora in tribunale [cf Gv 19,13]: entra ora nel pretorio [cf Gv 18,33] ed esprimi su di me qualsiasi giudizio ti piacerà. Non temerò alcun male [Sal 22,4]: so, so che il tuo volto non potrà per niente confondermi, dato che è con me la mia grande speranza e tutta la mia fiducia. Vorrei sapere quale sentenza pronuncerai su di me ora che ho con me il mio Gesù, lui carissimo, lui fedelissimo, che ha preso su di sé la mia miseria, per ottenermi presso di te una grande misericordia.

Gesù mio dolcissimo, amabile pegno della mia redenzione, vieni tu con me al giudizio. Ti prego, stiamo insieme! Sii tu il mio giudice e il mio avvocato. Narra che cosa sei diventato per me, quali disegni di bene hai pensato a mio riguardo [cf Ger 29,11], a quale caro prezzo mi hai acquistata, affinché io non perissi. Tu hai portato i miei peccati. Tu sei morto per me, affinché io non morissi in eterno. Tu mi hai conferito tutto ciò che è tuo, affinché io divenissi grazie a te ricca di merito. Ti prego, nell’ora della morte giudicami secondo quella innocenza, secondo quella purezza immacolata che mi hai conferito in te, quando hai saldato tutto il mio debito, lasciandoti giudicare e condannare per me, affinché io, che da me stessa sono povera e indegne [Sal 85,1], possa abbondare di tutti i beni grazie a te.

All’ora Terza rivolgiti alla Pace e all’Amore, perché la forza e l’intimo dei tuoi sensi siano consacrati in eterno al Signore e, nell’ora della morte, tu possa essere trovata grazie a loro pienamente riconciliata con Dio. Di’, allora:

Versetto: La mia causa a te sia nota:

Nessuna anima a te è ignota;

Allontana da noi tutti i sogni

Del mondo che inganna

Poi aggiungi come sopra:

“La tua pietà ti induca a vincere i nostri mali col perdono; e, per quanto sia indegna di veder esaudito il mio desiderio, nell’ora della morte, senza più alcun ostacolo, saziami con il tuo dolcissimo volto, perché io possa trovare in te il riposo eterno”.

Quindi di’:

O pace di Dio,che sorpassi ogni conoscenza [Fil 4,8], soave e amabile, dolce e preferibile a tutto, dovunque tu giunga, l’ si trova una sicurezza imperturbabile, Tu sola puoi frenare l’ira del principe. Tu adorni di clemenza il trono del Re. Tu rendi illustre il regno della augusta gloria con la pietà e la misericordia. Ti prego, difendi la causa di questo colpevole e povero che sono io. Accoglimi sotto le tue ali [Sal 16,8; 35,8; 60,5; 62,8; 90,4], affinché lì trovi protezione dai mali che mi sovrastano e di cui ho timore per le mie numerose e gravi negligenze.

Ecco che già il creditore sta alla porta, reclamando da parte mia il deposito della mia vita. L’esattore esige da me il tributo del mio tempo: non è prudente per me parlare con lui, dal momento che non sono in grado di saldare il debito. O mia pace [cf Ef 2,14], Gesù dolcissimo, fino a quando starai in silenzio? Fino a quando farai finta di niente? Fino a quando tacerai? Parla almeno ora in mio favore, dicendo nella carità la parola: “Lo riscatterò io”. Tu sei davvero il rifugio di tutti i miseri. Tu non passi oltre a nessuno, senza avergli portato salvezza. Tu non hai mai rimandato nessuno che abbia cercato rifugio presso di te senza il dono della riconciliazione. Ti prego, non passare oltre a me, misero e disperato, senza dimostrarmi carità! Fa’ sì che il Padre torni ad essere sereno nei miei confronti. Accoglimi nel grembo dellatua carità. Porgimi il sorso d’acqua fresca della santa speranza, affinché possa vivere. O carità, rinfresca tu la mia lingua [Lc 16,24]. Infondi tu nuova vita nella mia anima, che ormai si va spegnendo per la povertà dello spirito.

O amore, amore, donami il mio Gesù che in quest’ora per me fu flagellato, coronato di spine, inebriato di sofferenza da suscitare pietà, Gesù mio vero Re, all’infuri del quale non ne conosco altro, che tu rendesti obbrobrio degli uomini, abietto e disprezzato come un lebbroso [cf Is 53,3-4; Sal 30,12], al punto che la Giudea sosteneva che non fosse suo [re] [cf Gv 19,14-15], mentre io, per tua grazia, posso considerarlo propriamente mio… quell’innocentissimo , quel carissimo Gesù, che per me pagò in modo perfetto il prezzo di quanto lui non aveva rubato [Sal 678.5], se tu melo donassi, il mio Gesù, come sostegno dell’anima mia, perché io possa accoglierlo sul mio cuore, confortando così il mio spirito con l’amarezza dei suoi dolori e della sua Passione! Quell’amarissimo castigo che gli infliggesti e da cui derivò la mia pace [cf Is 53,5; 1Pt 2,25], assolva, te ne prego, tutte le mie negligenze e i miei debiti.

O Pace, sii tu il mio caro, perpetuo legame con Gesù. Sii tu la carissima colonna della mia fortezza, affinché, legata a te con un vincolo di amicizia indivisibile, io diventi un cuor solo e un’anima sola con Gesù. In te, o dolcissima Pace, riceverò i flagelli della carità, le intime ferite dell’amore; attraverso di te rimarrò per sempre unita al mio Gesù. o Pace, permettimi ancora una sola parolina. Aprimi quel prezioso vaso d’alabastro dell’amore [cf Mc 14,3; Mt 26,7; Lc 7,37] che è riposto presso di te e che col suo profumo i vita potrà risvegliare il mio spirito intorpidito.

Cospargi ed ungi i miei sensi col sangue di quel gloriosissimo capo, col dolore di quei sensi degni di venerazione, affinché, grazie a quel balsamico sapore, tutta io mi converta dall’ignavia e dal torpore del mio spirito, proprio come la sterilità della terra, in primavera, si trasforma ammantandosi di novità coi suoi fiori. O Gesù mio dolcissimo, gli atti dei tuoi santissimi sensi coprano ogni mia colpa, e suppliscano a tutte le mie negligenze, affinché tutto ciò che mi manca in me stessa, possa averlo per intero in te, che tutto ti sei speso per me.

Amen.

All’ora Sesta intrattieni un colloquio con la Sapienza e con l’Amore, perché si rinnovi tutto quanto ti appartiene e nell’ora della morte tu sia difesa dalla potenza della croce preziosa di Cristo contro ogni tentazione e contro le insidie del nemico; leggi dunque questo:

Versetto: Estranei, qui giungiamo,

Nell’esilio gemiamo:

Tu sei porto e patria,

Guidaci agli atri della vita.

Poi aggiungi come sopra:

“La tua pietà ti induca a vincere i nostri mali col perdono; e, per quanto sia indegna di veder esaudito il mio desiderio, nell’ora della morte, senza più alcun ostacolo, saziami con il tuo dolcissimo volto, perché io possa trovare in te il riposo eterno”.

Quindi di’:

O ammirabile Sapienza di Dio, quanto è forte, quanto è chiara la tua voce! Tu senza alcuna eccezione chiami a te tutti coloro che ti desiderano. Tu stabilisci negli umili la tua dimora. Tu ami quanti ti amano [Pr 8,17]. Tu giudichi la causa del povero. Tu hai pietà e compassione di tutti. Tu non odi nulla di quanto hai creato [Sap 11,24-25]. Tu non tieni conto dei peccati degli uomini e con misericordia li aspetti sinché giungano al pentimento [Sap 11,23]. Ti prego, dischiudi anche a me la sorgente della vita, porgendomi la coppa dell’indulgenza, perché io sappia che cosa è gradito ai tuoi occhi in ogni tempo [cfSap 9,10].

O Sapienza, tu porti nella tua destra il santo vessillo del tempo: dietro a te si susseguono con prosperità tutte le cose. Tu, unica e sola, puoi tutto. Rimanendo in te stessa, tutto rinnovi [Sap 7,27]; sii dunque tu a rinnovare e santificare me in te, per poterti trasferire nell’anima mia. Tu formi amici di Dio [Ibid.]; ottienimi dunque tu l’amicizia di Dio! Fa’ che fin dal mattino io vegli per te [Is 26,9; Sal 62,2; cf Pr8,17.34; Sap 6,15], per poterti trovare nella verità. Sii tu ad impadronirti per prima di me, onde io provi veramente desiderio per te.

Con questa prudenza procedi stabilendo ordine! Con quale provvidenza tutto disponi, quando, al fine di salvare l’uomo, accostandoti al re della gloria col tuo consiglio colmo di prudenza ti industriavi di convincerlo, mostrandogli chiaramente il pensiero della pace, il compimento della carità, e trattenendo la sua maestà originaria hai imposto alle sue spalle un’occasione di amore, in modo che portasse sul legno della croce l’iniquità del popolo [1Pt 2,24]. Ti prego, ti prego, o splendida Sapienza di Dio: le tue magnifiche opere non poterono essere ostacolate da alcuna malizia diabolica, i tuoi pietosi disegni non poté cambiarli l’ignoranza di tutta la malvagità umana; la tua abbondanza di misericordia, la tua immensità d’amore, la tua pienezza di bontà non riuscì a spegnerla nessuna gravità di colpe. Anzi, prevalse la tua operosità sovrana, perché tu disponessi tutto con dolcezza, estendendoti da un confine all’altro con forza [Sap 8,1].

O Sapienza, potenza assolutamente irresistibile della maestà divina, la tua efficacia abbia il sopravvento su di me, per quanto indegna! Se tu facessi spirare su di me, tanto piccina, il soffio della tua bocca e annientassi tutto quanto è d’intralcio alla tua volontà e al tuo beneplacito, affinché io per merito tuo possa vincere tutte le tentazioni, per merito tuo superare tutti gli ostacoli! Così, nell’immensità dell’amore, morendo a me stessa, io potrei vivere in te; e sotto la tua guida potrei felicemente sfuggire al naufragio di questa vita, ricevendo da te il rivestimento della carità, la copertura della benevolenza, stabilendo con te il patto di un amore vivo.

O Sapienza, quale gioco tu compi, con quale ludibrio raggiri il mio Gesù! Tu spogli il Re della gloria, rendendolo uno spettacolo che attira gli insulti. Tu inchiodi al patibolo il riscatto del mondo intero. Tu sola soppesi e distingui quale sia il valore di questo mistero per saldare il debito di ogni peccato. Tu innalzi da terra, sulla croce, colui che è la vita di tutti, affinché attirando ogni cosa a sé nella sua morte gli doni la vita [Gv 12,32].

O Amore sapiente, quale farmaco prepari perché abbia termine la rovina universale! Quale unguento medicinale tu applichi per curare la ferita di tutti! O Amore, il tuo disegno è di soccorrere chi è perduto. Tu condanni colui che è senza colpa per donare la salvezza al colpevole infelice. Tu versi sangue innocente per poter placare l’ira della giustizia e ottenere a chi è povero e indigente la clemenza del Padre. O sapiente amore, il tuo decreto è sollievo dei miseri. Tu difendi la causa della pace, Tu esaudisci l’intercessione della misericordia. Tu con il tuo prudente consiglio vieni in aiuto alle difficoltà di tutti, per la volontà infinitamente benevola della tua clemenza. Tu metti fine alla miseria universale grazie alla gloriosa opera della tua misericordia. O Amore, ciò che tu hai escogitato è occasione di salvezza per chi è perduto.

Ecco, o Sapienza, è ormai aperta la tua dispensa piena di tenerezza. Volgi il tuo sguardo su di me, colpevole, che sto fuori, alla porta della tua carità. Riempi il piccolo mantello [cf Rt 3,15] della mia povertà con la benedizione delle tue dolcezze! Ecco, sta davanti a te la piccola coppa vuota del mio desiderio [cfSal 37,10]. Si apra, te ne prego, il chiavistello della tua pazienza! Insegna al mio cuore i tuoi casti consigli, i tuoi precetti luminosi, le tue veraci testimonianze [Sal 18,8-9]. Fa’ che mi ricordi i tuoi comandamenti perché li metta in pratica [Sal 102,18]. O mio Gesù, non trattarmi secondo i miei peccati, non ripagarmi secondo le mie colpe [Sal 102,10]! Come nel tuo sangue mi hai dimostrato di essermi veramente propizio, così per la potenza della tua croce preziosa ristabilisci per me nell’integrità originaria tutto ciò che la mia vita ha mandato in rovina. O Amore sapiente, copri ed occulta ogni mia colpa [cf 1Cor 13,7]. Supplisci per me ad ogni mia negligenza per il mio Gesù, che si è spontaneamente abbandonato alla tua volontà.

All’ora Nona intrattieni un colloquio con l’Amore e la Dilezione, affinché in cambio dei tuoi mali ti diano i loro beni e tu possa avvolgere la tua morte nella morte dell’Agnello, per affrontare il trapasso con sicurezza sotto una tale protezione. Recita dunque così:

Versetto: Da ricco ti sei fatto povero,

Per noi sei stato crocifisso;

Lavandoci con l’acqua sgorgata dal tuo costato

Purificaci dalla nostra vecchia vita.

Poi aggiungi come sopra:

“La tua pietà ti induca a vincere i nostri mali col perdono; e, per quanto sia indegna di veder esaudito il mio desiderio, nell’ora della morte, senza più alcun ostacolo, saziami con il tuo dolcissimo volto, perché io possa trovare in te il riposo eterno”.

Quindi di’:

O bella Dilezione di Dio,o passione della carità, più forte della morte [Ct 8,6]! Tu sei il rinnovamento della creatura, la salvezza e la redenzione di tutto il mondo. Quanto è dolce conversare con te! Cosa non è intrattenersi con te! Vivendo insieme con te non si conosce la noia [Sap 8,16]. Stare sempre in tua compagnia è gioia vera senza fine. Entra nella mia indegna stanzetta e riposa con me! Fammi ascoltare le tue conversazioni piene di Spirito Santo, affinché con te io dimentichi tutte le mie difficoltà e tribolazioni. Su questa via per la quale cammino [cf Sal 141,4], sii con me, poiché insieme con te mi raggiunge ogni bene [Sap 7,11]

O Dilezione degna d’onore, eccomi qui, misera e povera creatura umana, sconquassata da ogni parte dal vento impetuoso della mia negligenza e atterrita dal tuono della consapevolezza dei miei peccati: mi rifugio sotto il tetto della tua pietà, poiché avverto che non mi resta più nessuna speranza se non in te, né trovo riposo in nessun altro luogo all’infuori di te. Tu, come una madre, tieni in grembo [cf Lc 15,5], riscaldandolo, chi è perduto. Tu, con un disegno estremamente provvidenziale e accuratamente studiato, metti in pericolo il Figlio dell’Altissimo fino al punto di portarlo alla morte e non lo risparmi, pur di venire in aiuto di un misero disperato.

O Carità, o Dilezione, tu a vantaggio dei peccatori hai compiuto verso il Figlio della Vergine una cosa tale che in te hai donato speranza a tutti i disperati. Tu con la tua propria benevolenza spingi tutti ad agire con fiducia verso di te e, affinché nessun misero possa avere pretesti da addurre contro di te, tu poni sul Salvatore il giudizio che grava su tutti. O Carità, per me abbandonata, per me derelitta, prepara un luogo in cui possa trovar consiglio in te, un nido di rifugio in cui possa riposare [cf Mt 8,20] il mio spirito tribolato.

Porta con me la mia condizione di esilio. Infondi vigore al mio spirito tanto meschino [cf Sal 54,9]. Consola l’angoscia del mio cuore dicendomi: “Io non mi dimenticherò mai di te” [Is 49,15]. Si avveri in questo la tua parola, o Carità; e chiamami, per cortesia, alle tue calende [= giorni in cui si tenevano fiere e mercati]. La mia anima, infatti, brama con passione il tuo mercato, affinché, alla fiera della tua benevolenza, tu mi dia in cambio dei miei mali i tuoi beni. Tu tieni il mio Gesù, il mio dolce Salvatore, confitto con tanta forza alla croce che, spirando sotto la tua mano, viene meno per amore.

O Carità, che fai? Chi assali? Tu non ti dai pace, né tregua sino a che non sia venuta in soccorso dei miseri. Tu non poni nessuna misura all’amore. Tu tormenti con la sete [cf Gv 4,7; 19,28] la fonte della vita [Sal 35,10] in modo tale che non gli basta morire una sola volta, ma che, già morendo, si abbandoni ancora all’amore al punto da desiderare e aver sete di morire con parecchie morti per ciascuno degli uomini, riscattando coloro che erano perduti con un prezzo più caro. O amore, il tuo zelo ha toccato con tale violenza il vigore del cuore del mio Gesù che, sfibrato dall’amore, si è completamente consunto. O amore, ti basti ormai, poni ormai fine, ora che il mio Gesù pende morto ai tuoi occhi. Morto, del tutto morto, perché io abbia la vita in abbondanza [Gv 10,10]. Morto, perché il Padre mi adottasse come figlio con maggiore tenerezza: morto, perché io vivessi con più felicità.

O morte carissima, tu sei il mio felicissimo destino. Che la mia anima trovi in te il suo nido o morte! O morte che generi frutti di vita eterna, mi sommergano completamente i tuoi flutti di vita! O morte, vita perenne, ch’io speri sempre al riparo delle tue ali [cf Sal 90,4]. O morte salvatrice, la mia anima dimori tra i tuoi magnifici beni. O morte preziosissima, tu sei la mia carissima redenzione. Ti prego, assorbi in te tutta la mia vita ed immergi in te la mia morte.

O morte efficacissima, sotto la tua protezione la mia morte sia ben difesa e sicura. O morte che dai l vita, possa io dissolvermi all’ombra delle tue ali! O morte, goccia di vita, arda per sempre in me la dolcissima scintilla della tua azione vivificante! O morte gloriosa, o morte fruttuosa! O morte, culmine di tutta la mia salvezza, amabile alleanza del mio riscatto, saldissimo patto della mia riconciliazione. O morte che sei un trionfo, dolce dono di vita, in te splende per me una carità tale che in cielo e in terra non se ne è mai trovata una uguale.

O morte d’immensa tenerezza, tu sei la fiducia spirituale del mio cuore. O morte d’immenso amore, in te sono per me riposti tutti i beni9. Prenditi amorevolmente cura di me, affinché morendo io trovi dolcemente riposo sotto la tua ombra. O morte misericordiosissima, tu sei la mia vita felicissima. Tu sei la mia parte migliore. Tu sei la mia sovrabbondante redenzione. Tu sei la mia gloriosissima eredità. Ti prego avvolgimi tutta in te, nascondi in te tutta la mia vita, riponi in te la mia morte.

O morte che stilli dolcezza, provvedi tu alla mia morte: circondami interamente nelle strettezze della morte. Per merito tuo possa io avere un trapasso sicuro, senza briganti che si appostino per ostacolare la mia dipartita. Nel grembo della tua pienissima carità accogli l’anima mia, assorbi in te la mia vita, immergimi interamente in te. O cara morte, preparami allora in te il riposo. Fammi felicemente spirare e dolcemente addormentare in te. O morte amatissima, serbami allora in perpetuo per te, nella tua paterna carità, avendomi acquistata e dunque possedendomi per sempre.

O Amore, sei stato tu a farmi dono di quella morte quanto mai salutare, di quella preziosissima sorte. Tu hai fatto per me cose tanto meravigliose e di tale rilevanza da obbligarmi in perpetuo al tuo servizio. Che cosa ti renderò in cambio di beni tanto smisurati e infiniti [cf Sal 115,12]? Che lode e ringraziamento potrei offrirti, quand’anche offrissi me stessa mille volte? Che cosa sono io, misera creatura umana, rispetto a te, o mia ricchissima redenzione? Offrirò dunque a te tutta la mia anima, che tu hai redento, ti donerò la mai vita in te! Porta tutta me stessa in te e rinchiudendomi in te fa’ ch’io diventi una cosa sola con te.

O Amore, l’ardore della tua divinità mi ha dischiuso il dolcissimo Cuore del mio Gesù. O Cuore che diffondi dolcezza! O Cuore che trabocchi di tenerezza! O Cuore straripante di carità! O Cuore che stilla soavità! O Cuore pieno di compassione! Fammi morire per l’amore e la dilezione di te. O carissimo Cuore, ti prego, assorbi in te tutto il mio cuore. Perla quanto mai cara del mio cuore [cf Mt 13,45-46], invitami ai tuoi banchetti che donano vita. a me, benché indegna, offri da bere i vini della tua consolazione, affinché la rovina del mio spirito sia riempita dalla tua carità divina e attingendo all’abbondanza della tua carità sia compensata la povertà e la miseria della mia anima.

O Amore, quanto vorrei che questo Cuore, questo profumo dolcissimo, questo incenso immensamente soave, questo sacrificio sublime, tu ora lo offrissi per me sull’altare d’oro [Ap 8,3] della riconciliazione degli uomini, per supplire a tutti i giorni che io ho vissuto senza portare frutto per te [cf Lc13,6-9]! O Amore, immergi il mio spirito nel fiume di quel Cuore stillante dolcezza, seppellendo nelle profondità della divina misericordia tutto il peso della mia iniquità e negligenza. In Gesù rendimi un intelletto limpidissimo, un affetto purissimo, affinché per merito tuo io possegga un cuore estraneo, lontano e libero da tutto ciò che è carnale, perché nell’ora della morte io riconsegni a Dio, sotto la tua guida, uno spirito immacolato.

O Cuore prediletto, a te grida il mio cuore. Ricordati di me: ti prego, la dolcezza della tua compassione si intenerisca per me, perché ho molte colpe per il male commesso, nessun merito per il bene compiuto. O mio Gesù, il merito della tua preziosa morte, che solo ebbe il potere di saldare il debito universale, in te condoni la colpa di qualunque male da me commesso e mi ridoni in te tutti i beni nei quali mi sono perduta. Mi converta a te in modo così efficace che, completamente rinnovata rispetto a quella che ero prima per la forza dell’amore divino, io trovi ai tuoi occhi quella grazia e ottenga quella misericordia che tu hai meritato per me quando, morendo in croce per amore dell’amore mio, sei venuto meno. Concedimi da ultimo di rendere alla tua morte un degno contraccambio, affinché nell’ora della morte io meriti di sperimentare senza alcun ritardo il frutto dolcissimo della mia redenzione e il merito eccelso della tua morte, con tanta efficacia quanta tu ne desiderasti per me quando, assetato della mia salvezza, emettesti lo spirito e mi riscattasti al caro prezzo del tuo sangue [cf 1Cor 6,20]. O Amore, al momento della mia morte dimmi tu un dolce Addio, affinché in te io riposi soavemente nella pace.

Amen.

Ai Vespri incontrati con l’Amore e la Pietà allo scopo di placare Dio, perché al termine della tua vita rispondano loro per te al Signore di ogni tuo debito e imperfezione. Leggi dunque:

Versetto: Felice chi ha sete, o Carità,

Di te, fonte viva:o verità,

Quanto sono beati gli occhi

Del popolo che ti contempla!

Poi aggiungi come sopra:

“La tua pietà ti induca a vincere i nostri mali col perdono; e, per quanto sia indegna di veder esaudito il mio desiderio, nell’ora della morte, senza più alcun ostacolo, saziami con il tuo dolcissimo volto, perché io possa trovare in te il riposo eterno”.

Quindi di’:

O Dolce Pietà di Dio! O cara liberalità di Dio! Tu sei pronta ad accogliere tutti in grembo, tu sei il rifugio dei poveri. O Pietà, che decisioni prendi? Dove fuggirò all’apparire del freddo, io che già non sono in grado di sopportare l’asprezza dell'inverno? La tiepidezza del mio animo [cf Ap 3,16] ha già stretto nella morsa del gelo tutti i campi del mio cuore. Proteggimi, ti prego, all’ombra delle tue ali [Sal 90,4], coprendola vergogna della mia nudità [Gen 3,21; Ap 3,18], cosicché io mi riscaldi sotto le tue piume e speri in eterno sotto la protezione delle tue ali [Sal 90,4].

O Pietà, Pietà, non abbandonarmi in preda all’angoscia! Non distogliere da me il tuo volto senza curarti dei miei singhiozzi e del grido con cui ti chiamo [cf Sal 21,25; 101,3]! La tua carità ti induca ad ascoltarmi con pazienza. Accoglimi nel tuo grembo, dove io possa riposare un po’ ed effondere davanti a te il mio spirito [cf Sal 61,9], certa della tua bontà, della tenerezza propria della tua stessa natura, del fatto che tu non disdegni nessuno che sia desolato, né disprezzi nessuno che sia tribolato. Quanto sono appropriate le tue maniere a chi è nella miseria! Quanto sono gradevoli i profumi dei tuoi unguenti [Ct 1,3] per coloro che sono ormai privi di forze!

Tu sollevi gli oppressi, tu liberi i prigionieri [Sal 145,7-8]. Tu non guardi con disprezzo nessuno che sia immerso nella tribolazione, ma con sguardo materno e misericordioso ti prendi cura delle necessità di tutti. Tu provvedi amorevolmente a chi è disperato. Tu con estrema bontà vieni incontro al bisogno di tutti. Porgi ora l’orecchio a me bisognosa, perché io possa avere con te preziosi colloqui e ricevere da te preziosi consigli per il bene della mia anima.

Ecco, temo fortemente le colpe da me commesse, arrossisco violentemente delle mie omissioni, tremo veramente di paura pensando a come ho sperperato la mia vita. Temo quell’esame a cui un giorno sarò sottoposta, durante il quale Cristo, uomo di nobile stirpe [Lc 19,12], farà i conti con me. Se vorrà riscuotere da me il tempo che mi aveva affiato in custodia e gli interessi del talento dell’intelligenza che mi aveva consegnato, non trovo proprio nessuna risposta conveniente da rivolgere alla tua carità.

Che fare? Dove mi rivolgerò? Zappare, non ho forza; mendicare, mi vergogno [Lc 16,3]. O Pietà, Pietà, apri ora la tua bocca! Il tuo dolce consiglio conforti, ti supplico, il mio spirito. Rispondimi, spiegandomi che cosa ti sembra opportuno fare nei miei riguardi in questa situazione, poiché tu, conformemente al nome che porti, hai un cuore veramente pietoso, e sai benissimo che cosa mi convenga in questa situazione. Ti prego, perdonami e aiutami, e non essermi indifferente in questa tribolazione. Possa commuoverti la povertà del mio spirito e, presa dalla compassione del cuore, dimmi amorevolmente: “Una sola borsa sia in comune tra me e te” [cf Pr 1,14].

O Pietà, Pietà, tu conservi riposate presso di te tante e tali ricchezze che il cielo e la terra non bastano a contenerle. Tu hai spinto il mio Gesù a dare per l’anima mia la sua anima, per la mia vita la sua, perché tu rendessi mie tutte le cose sue [cf Gv 17,10] e così, grazie alla tua abbondanza, crescesse il patrimonio di chi è nella povertà. Chiama la mia anima affamata a ricevere la tua offerta, perché io viva delle tue ricchezze per tutta la vita! Se sarai tu ad educarmi, tu a nutrirmi, io non verrò meno nella scuola del Signore, sino a quando, sotto la tua guida, ritornerò al mi oDio e renderò il mio spirito a Colui che l’ha dato [Qo 12,7].

O Pietà, o bontà, o dolce liberalità di Dio, tu tieni riposto nella tua stanza un dono ammirabile che costituisce lo stupore del cielo, la meraviglia della terra; dal principio dei secoli alla loro fine non se ne può trovare uno simile. Tu ogni giorno offri per me a Dio Padre, all’altare, un tale sacrificio, un tale incenso d’olocausto che supera ogni merito ed è davvero in grado di saldare ogni mio debito. Tu, al Padre, ripresenti il Figlio, oggetto, della sua vera e perfetta compiacenza, per renderlo nei miei confronti placato e veramente riconciliato.

Ti prego, per questo sacramento che può eccellentemente compensare la mia imperfezione e riparare ogni mio difetto, rinnova la mia vita e restituiscimi al centuplo tutto ciò che io ho perduto, affinché in te esulti la mia anima, per te si rinnovi la mia giovinezza come quella dell’aquila [Sal 102,5], a te si converta la mia vita, te serva tutta la mia forza, te glorifichi tutto il mio essere. O mio Gesù, per la tua pietà cancella tutte le mie colpe [Sal 50,11], con la tua carità copri e nascondi tutti i miei peccati [cf 1Pt 4,9], con la tua dilezione supplisci ad ogni mia negligenza, con il tuo amore restituiscimi a quella libertà di spirito con cui tu, erede dell’innocenza [cf Mt 21,38], mi rendesti libera morendo per me e offrendo come prezzo il tuo sangue. Rendimi conforme alla tua volontà, perché io trasformi in te la mia vita. Rendimi tutta come tu vorresti ch’io fosse, affinché dopo questa vita, lasciata la nuvolaglia del corpo, io veda nella gioia il tuo dolcissimo volto.

Amen.

A Compieta intrattieni un colloquio con l’Amore e la Perseveranza, affinché, avendo scambiato la tua vile esistenza con la degnissima vita del Signore Gesù, nell’ora della morte tu sia trovata, per suo merito, giunta a piena maturità in totale santità e perfezione di vita religiosa. Quindi leggi così:

Versetto: Grande è per te la gloria,

Della tua lode la memoria

Che senza fine celebrano

Quanti dal profondo il cuor elevano.

Poi aggiungi come sopra:

“La tua pietà ti induca a vincere i nostri mali col perdono; e, per quanto sia indegna di veder esaudito il mio desiderio, nell’ora della morte, senza più alcun ostacolo, saziami con il tuo dolcissimo volto, perché io possa trovare in te il riposo eterno”.

Quindi di’:

O perseverante Carità, davvero la tua voce è dolce e melodiosa, il tuo viso soave e leggiadro [cfCt 2,14]. Tu raccogli dal deserto doni tanto rari, tanto numerose specie di virtù e aromi [cf 1Re 10,10], che il Dio del cielo guarda con gioia e rispetto il tuo volto, desiderando e lodando la tua bellezza e avvenenza. A preferenza di tutti, Dio viene in aiuto a te col suo sguardo: in mezzo a te, infatti, resta saldo, riposando come uno sposo nel suo talamo. O vero meriggio, soccorrimi prima del mattino [Sal 45,6], preservando in te la mia anima da ogni crepuscolo di cecità.

O perseverante Carità, tu sei la perfezione di tutte le virtù e la salute dello spirito. Tu rendi leggeri i pesi gravosi; se si ha una buona familiarità con te, tu fai diventare dolci le fatiche di tutte le virtù e la consuetudine con te le rende piacevoli. O perfetta carità di Dio, in t è riposta ogni dolcezza e soavità. Tu sei la vera pace e sicurezza. In te si trova imperscrutabile pace e tranquillità. Tu sei la fine e il compimento di tutti i beni, il pieno adempimento dei comandamenti di Dio. Tu sei il sabato dei sabati. In te la Sapienza stabilisce i lsuo riposo, in te l’Amore porta a compimento il suo lavoro.

O perseverante Carità, tu nel mio Gesù hai compiuto l’opera [cf Gv 17,4] che gli ingiunse la Pietà. Tu hai portato a compimento l’opera della nostra redenzione, per richiamare alla condizione di figli adottivi coloro che erano perduti. Tu fai dolcemente addormentare il mio Gesù nella pace, in te gli doni ristoro dalla fatica, sotto la tua ombra lo fai riposare, nella tranquillità gli fai godere con dolcezza la festa del sabato, chiuso e sepolto sotto il tuo sigillo [cf Mt 27,66] gli fai gustare il sonno dell’amore.

O Carità, sotto la tua custodia, sotto la tua sempre vigile attenzione, tu serbi il prezzo scelto dell’anima mia, più amato dell’oro e del topazio [Sal 118,27], il solo che può riparare ogni mio difetto e rimettere a posto ogni mia imperfezione. Colloca e riponi anche il mio cuore nel luogo in cui conservi in te risposto il mio carissimo tesoro, affinché per mezzo tuo il mio spirito rimanga tutto lì dove abita quanto mi è caro, anzi carissimo!

O invincibile Carità,o forte perseveranza del Signore Gesù, dal profondo del cuore sale a te il grido del mio spirito. Fammi tu da ambasciatrice, sii tu a parlare bene in mio favore, affinché il mio Gesù, mio Re e mio Dio, che in te ha compiuto l’opera che il Padre gli ha dato da fare [cf Gv 17,4] ponendogliela tra le mani, per tuo tramite doni anche a me, vile vermiciattolo, un cuore puro, uno spirito invincibile per servirlo con zelo diligente e fedele, la capacità di portare con perseveranza, sotto il giogo dell’amore, i suoi comandamenti, caricandomeli volontariamente sulle spalle. In tal modo tu, o amore efficace, invita così come dopo la morte, sarai la mia vera ricompensa centuplicata [cf Mt 19.29] e riceverò te stesso in premio, poiché in te si trova tutta la mia gioia, e gioia piena.

In una contrizione sgorgata dall’amore e in umile penitenza fammi sempre rodere come un cagnolino i miei peccati e le opere imperfette dovute ai miei difetti, affinché dopo questa vita io riceva quella dolcissima briciola [cf Mt 15,27] che è il dolcissimo godimento del volto del mio Gesù che stilla miele, così da essere saziata, grazie a te, in eterna letizia, quando apparirà la gloria del mio Gesù [Sal16,15].

O Amore stabile, forte e insuperabile, la tua solerzia mi insegni ad amare Gesù con invincibile costanza e a servirlo con invitta perseveranza. Se tu mi svegli, se tu mi scuoti, sarò sempre pronta quando verrà il mio Signore, alla prima o alla seconda vigilia della notte [cf Lc 12,38], così da non essere assopita né sonnecchiare quando a mezzanotte si leverà il grido [Mt 25,6], ma se sarai tu ad accompagnarmi e a farmi strada, potrò entrare in modo degno alle nozze con l’Agnello. E allora sii tu, te ne prego, a fare in modo che la mia lampada sia trovata piena dell’olio della carità [cf Mt 25,4], piena della vampa infiammata dell’amore, piena della luce splendida delle opere di una fede viva, perché per merito tuo io entri in possesso delle delizie della vita eterna.

Gesù mio dolcissimo, Sposo amato al di sopra di tutto, risveglia ora in te il mio spirito immerso nel torpore, nella tua morte restituiscimi una vita che viva per te solo. Donami uno stile di vita che corrisponda in modo degno al prezzo del tuo sangue. Donami uno spirito che abbia gusto per te, una sensibilità che ti senta, un’anima che capisca la tua volontà, un’energia capace di compiere quanto ti è gradito, una stabilità che perseveri con te. Ti prego, nell’ora della morte aprimi senza indugio la porta del tuo Cuore colmo di benevolenza, in modo che, grazie a te, possa meritare di accedere senza alcun impedimento al talamo del tuo vivo amore, dove godrò di te, o vera gioia del mio cuore, e ti possederò! Amen.

Nello stesso giorno in cui celebri la suddetta riparazione, a mezzogiorno prega il Signore di introdurti nel giardino di delizie [cf Dn 13,7] del suo Cuore divino, affinché lì tu possa lavarti sette volte nel Giordano [2Re 5,10] dei meriti della sua vita e passione, cosicché, purificata da ogni macchia nel giorno della tua morte, tu sia introdotta tutta bella [Ct 4,7] nel talamo del suo amore divino.

O Gesù, mio vivente Salvatore, che vieni dalla terra degli angeli splendido e bello! Ahimè, ahimè, la mia anima, creatura da te amata, si trova nelle tenebre della cecità. Ti prego, sii tu la mia salvezza e la mia limpida illuminazione. O mio diletto, per le lacrime pure dei tuoi luminosissimi occhi, lava via tutte le macchie dei peccati dei miei occhi, perché al termine della mia vita io possa vedere, senza alcun impedimento, con l’occhio puro del cuore [cf Mt 5,8], il tuo volto dolcissimo nello specchio della Santa Trinità, poiché tu solo sei colui che desidero con tutto il cuore. Sommergimi al più presto, te ne prego, nell’abisso del godimento di te.

O Gesù, mia amabile speranza, Sposo fedele e pieno di misericordia, che non disprezzi mai i sospiri dei miseri, ahimè, ahimè, il mio orecchio è divenuto sordo a causa del suo peccato. Padre delle misericordie [2Cor 1,3], la mai vita ti obbedisca non appena il mio orecchio ti ode [Sal 17,45]! O mio diletto, per la dolce pietà delle tue orecchie benedette, lava ia tutta l’iniquità delle mie orecchie peccatrici, affinché nell’ora della morte io non tema di udire parole di sventura [Sal 111,7], ma al sentire la tua dolcissima chiamata il mio orecchio provi gioia e letizia [Sal 50,10], poiché tu solo sei la mia attesa. Sollevami al più presto all’unione con te!

O eterna dolcezza dell’anima mia, unico diletto del mio cuore, il cui volto è colmo di ogni amabilità, e il Cuore di ogni soavità, ahimè, ahimè, i miei pensieri vanno errando lontano da te. Ti prego, Dio del mio cuore, raccogli in te la dispersione della mia mente. O mio diletto, per la pura intenzione dei tuoi santissimi pensieri e l’ardente amore del tuo Cuore trafitto, lava via ogni peccato dei miei pensieri cattivi e del mio cuore colpevole, affinché la tua amarissima passione sia il mio riparo in punto di morte e il tuo Cuore squarciato dall’amore sia la mia perenne dimora, poiché tu solo sei per me l’amato al di sopra di ogni creatura. Non permettere che io stia a lungo lontano da te, unico diletto del mio cuore!

O Gesù, Figlio unigenito del Padre celeste, Signore clemente e misericordioso, che non lasci mai nella desolazione i tuoi figli d’adozione, ahimè, ahimè, molto ho peccato con la mia lingua! O mia gloria, riempi tu la mia bocca della tua lode [Sal 70,8]. O mio diletto, per la vivificante potenza delle dolci parole della tua bocca benedetta, cancella ogni offesa della mia bocca contaminata, affinché nel bacio della tua dolcissima pace io lasci lieta questo mondo, poiché solo la tua bocca che stilla miele può consolare l’intimo del mio cuore. O amore splendente di bellezza, conficca nel mio cuore il dardo della tua viva dilezione, così che io cada esanime nell’abisso della tua sorgente di vita.

O Gesù, che operi con estrema sapienza, eccelso artista, che hai riparato in modo così lodevole l’opera delle tue mani che io avevo distrutto, ahimè, ahimè, tutte le mie opere sono imperfette e non conformi alla tua legge. O mio rifugio e forza [Sal 45,2], ogni mia opera sia santificata in te dalla cooperazione del tuo vivo amore. O mio diletto, per la perfezione delle tue opere e la crocifissione delle tue mani, lava via ogni offesa delle mie mani empie, affinché senza impedimento, nell’ora della morte, io precipiti senza indugio nei tuoi dolcissimi abbracci, poiché tu sei il mio legittimo Sposo, scelto tra miele [Ct5,10]. Ti prego, nella mia ultima ora, non per mio merito, ma per la tua innata bontà, riconoscimi come tua, appartenente a te.

O Gesù, giovane amabile, amichevole e desiderabile, la cui compagnia è tanto nobile e auspicabile, ahimè, ahimè, mi sono allontanata dalla via retta e non ho custodito i tuoi comandi. O mia cara guida, dirigi i miei passi nella tua volontà [cf Sal 118,133]. O mio diletto, per la dolorosa fatica dei tuoi piedi benedetti, e per le divine ferite che li hanno trapassati, lava via ogni macchia dei miei piedi peccatori, affinché per merito tuo, o fedele scorta del mio cammino, io acceda con gioia al luogo della mirabile dimora, fino alla casa di Dio [Sal 41,5], poiché tu sei il mio unico premio, per il quale corro [1Cor 9,24]. Ti prego, concedimi un amore ricco di slancio, che non mi consenta di agire in modo tiepido o negligente, ma che mi faccia correre dietro di te senza mai cedere alla stanchezza.

O Gesù, Dio grande, dolce e benevolo, che non sai dare se non immensi beni! O Dio vivente, il cui flusso infuocato riconduce al suo seno tutto ciò che da te sia mai scaturito, ahimè, ahimè, tutta la mia vita è andata in rovina, è inaridita, è giunta alla fine! Ti supplico, o Dio della mia vita, in te la mia vita possa rinverdire, rifiorire e ritrovare forza per produrre degni frutti. O mio diletto, per la nobile innocenza della tua vita e per la tua pura santità, lava via ogni bruttura della mia vita corrotta, affinché la mia vita ormai non sia più con me, ma sia totalmente portata via con te nella forza infuocata del tuo amore. Così, nell’ora della morte io mi troverò felicemente in te, o mia vera vita, poiché tu sei il mio sommo e prediletto bene e l’unico rifugio dell’anima mia. Concedimi di languire d’amore per te, di morire dal desiderio di lodarti con giubilo e di ardere in eterno nell’incendio della tua carità.

Amen.

Alla sera, come per cogliere fiori con il Diletto, prega per ricevere la sua benedizione e queste virtù:

Gesù caro, mi benedica oggi, te ne prego, l’anima tua. Mi benedica la tua sovrana divinità. La tua umanità ricca di frutti mi benedica con tanta efficacia che la tua regale munificenza mi lasci segni evidenti della tua benedizione e così, completamente trasformata in te, io aderisca inseparabilmente a te con amore invincibile. Rendimi perfetta nel tuo timore. Rendimi a te gradita nell’umiltà di spirito, nella carità fraterna, nella casta semplicità, nell’umile riserbo, nella dolce pazienza, nella disciplina spirituale, nella povertà volontaria, nella santa dolcezza, nella maturità dei costumi, nella giovialità dello spirito e in ogni verità, in una buona coscienza, nella costanza della fede, in santa perseveranza, nella fortezza della speranza, nella pienezza della carità e nel felice compimento della tua dilezione, affinché il cespuglio spinoso del mio cuore si trasformi nel paradiso di tutte le virtù e nel roveto di ogni perfezione, come un campo pieno di ogni pace, santità e pietà, che il Signore ha benedetto [Gen 27,27].

O Gesù, tu che mi sei immensamente caro, sii sempre con me, perché il mio cuore rimanga con te e il tuo amore perseveri con me senza possibilità di divisione e il mio transito sia benedetto da te, così che il mio spirito, sciolto dai lacci della carne, possa immediatamente trovare riposo in te.

Amen.