domenica 13 novembre 2011

Martirologio 14 novembre

Oggi 14 novembre ricordiamo:

ANDREA Å EPTYC'KYJ (1865-1944)

pastore

Le chiese cattoliche di rito bizantino della Galizia e dell'Ucraina occidentale hanno vissuto fin dai tempi dell'Unione di Brest (1596) diverse peripezie, legate al mutare delle potenze regnanti nelle loro terre. La chiesa greco-cattolica dell'Ucraina, in particolare, ha conosciuto nel XX secolo una persecuzione senza precedenti, soprattutto a partire dal momento in cui essa fu abolita da uno pseudo-sinodo voluto da Stalin nel 1946 con la collaborazione di una parte della gerarchia ortodossa. Da quel momento i greco-cattolici videro crescere a dismisura tra le proprie file il numero dei martiri e dei confessori. Volendo ricordare un grande esempio di testimonianza cristiana, il nome che più naturalmente viene alla mente di ogni cattolico ucraino è quello di Andrea Šeptyc'kyj, metropolita di Lviv e Halyc dal 1900 al 1944. Nativo della Galizia, Šeptyc'kyj fu uomo di preghiera e di grande erudizione. Come pastore si occupò soprattutto di orfanotrofi, di ospedali e di istituzioni educative, e nel mutare dei regnanti sul suo paese (per ben sei volte nel tempo del suo episcopato), divenne un vero padre per il suo popolo. Al sopraggiungere delle persecuzioni sovietiche prima, e poi di quella nazista con l'occupazione dell'Ucraina, egli difese pubblicamente i deboli, soprattutto gli ebrei, ai quali dedicò una celebre lettera pastorale. Šeptyc'kyj soffriva molto per la divisione tra le chiese, e fu un ecumenista ante littera, facendo conoscere in occidente la ricchezza delle chiese d'oriente. Sebbene infatti fosse figlio di ferventi cattolici latini, aveva presto riscoperto le proprie radici passando alla chiesa cattolica di rito bizantino.
Nel 1939 egli scrisse a papa Pio XII per chiedergli la benedizione in vista del martirio. Sebbene non sia morto martire, Šeptyc'kyj può a buon diritto essere ricordato come un confessore della fede e della speranza cristiane.

TRACCE DI LETTURA

A partire da ora, per mandalo di Cristo, non sono più solamente un fratello per voi, ma anche un pastore, vostro padre; devo vivere soltanto per voi, lavorare per voi con tutto il cuore e tutta l'anima, consacrarmi a voi in ogni cosa e, se necessario, deporre lamia vita per voi. Oggi, rivolgendomi a voi per la prima volta attraverso questa lettera pastorale, vorrei, cari fratelli, esprimervi non solo i miei saluti più sinceri, ma anche mostrarvi tutto il mio cuore e l'amora paterno di cui Cristo ha riempito la mia anima. Oggi seppur soltanto a parole - parole ben povere - vorrei dichiararvi la mia sollecitudine e l'amore paterno che nutro per voi. Sono forse un medico, un agronomo o un politico, dato che mi trovo a parlare di salute, di prosperità e di educazion? Nient'affatto: non sono né rmedico, ne agronomo, né politico, ma sono un padre, e un padre non resta indifferente in nulla di ciò che rigliarda i suoi figli. Gesù mi ha chiesto di condurvi sulle vie della salvezza e per questo mi ha dato un cuore umano e un amore umano. Egli allora mi perdonerà se oggi non comincio col predicarvi la parola di Dio, e parlo invece di cose umane della vostra vita; sono certo che non si scandalizzerà di questo. Dopo tutto, anche lui, prima di mettersi a insegnare, ha assunto il dolore e la sofferenza umane e le ha condivise per tutta la sua vita. Anch'egli, prima di cominciare a predicare in occasione del suo primo miracolo di Cana di Galilea, consacrò la vita familiare e mostrò la sua sollecitudine per l'aspetto terreno della vita umana, mutando l'acqua delle giare in vino prelibato.

Andrea Å eptyc'kyj, dalla prima Lettera pastorale

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JOSEPH LOUIS BERNARDIN

(1928-1996)

pastore

Nella notte tra il 13 e il 14 novembre 1996 muore dopo una lunga lotta contro la malattia Joseph Louis Bernardin, arcivescovo cattolico di Chicago.
Nato nel 1928 nella Carolina del Sud da una famiglia di emigrati italiani, Joseph fu ordinato presbitero nel 1952. Eletto vescovo ausiliare di Atlanta a soli 38 anni, egli assunse un ruolo di primo piano nell'episcopato statunitense, guidando la difficile transizione post-conciliare nella chiesa cattolica americana. Fu un instancabile tessitore di comunione fra le diverse componenti, spesso in rotta fra di loro, della chiesa nordamericana.
Nominato arcivescovo di Cincinnati, e più tardi di Chicago, Bernardin guidò la conferenza episcopale statunitense, assumendo posizioni chiare in difesa della pace, senza risparmiare forti critiche alle politiche militari del suo paese.
Contemporaneamente, egli cominciò una riflessione sulla necessità di spostare l'attenzione dalla chiesa a Cristo, riflessione che costituirà il filo rosso degli ultimi anni del suo cammino spirituale, fino a informare tutto il suo ministero di servo della Parola.
Dopo aver affrontato e superato, senza ricorrere a esenzioni e privilegi, le false accuse di molestie sessuali che gli erano state rivolte da un uomo malato di mente, Bernardin si trovò nel 1995 di fronte alla diagnosi di un male inguaribile.
Egli fece degli ultimi due anni della sua vita un instancabile pellegrinaggio fra i sofferenti della sua diocesi, malati, carcerati ed emarginati di ogni sorta, per annunciare quell'amore per la vita che aveva illuminato tutta la sua esistenza e il suo ministero di pastore.

TRACCE DI LETTURA

Come vescovo ho cercato di dare forma all'annuncio del valore unico che ha la vita umana, e di ricordare a me e agli altri la nostra comune responsabilità di fronte ad essa. Ora che la mia vita volge lentamente al declino, man mano che il mio destino terreno si fa più chiaro, giorno dopo giorno, non mi sento angosciato, ma piuttosto riconfermato nella mia convinzione riguardo alla meravigliosità della vita umana, dono che sgorga dall'essere stesso di Dio e che è affidato a ciascuno di noi. La verità è che ogni vita ha un valore infinito. La mia ultima speranza è che i miei sforzi siano stati fedeli alla verità dell'Evangelo della vita, e che voi possiate trovare in questo Evangelo la visione e la forza necessarie per promuovere e nutrire il grande dono della vita che Dio ha voluto condividere con noi

Joseph Louis Bernardin, dall'Annuncio pubblico della morte imminente, settembre 1996

Quello che vorrei lasciare dietro di me è una semplice preghiera: che ognuno di voi possa trovare ciò che ho trovato io, un dono speciale di Dio per tutti noi: il dono della pace. Quando siamo in pace, troviamo la libertà di essere più pienamente noi stessi, perfino nei tempi peggiori. Ci distacchiamo da ciò che non è necessario e abbracciamo quello che è essenziale. Ci svuotiamo, affinché Dio possa lavorare in maniera più piena dentro di noi. E diventiamo strumenti nelle mani del Signore.

Joseph Louis Bernardin, da Il dono della pace