giovedì 17 novembre 2011

Le lacrime di Gesù


Di seguito il Vangelo di oggi, 17 novembre, giovedi della XXXIII settimana del T.O., con un commento e un testo breve di Origene.

Io mi chiedo se questo pianto di Gesù
non si riferisca alla nostra Gerusalemme.
Noi infatti siamo la Gerusalemme sulla quale Gesù ha pianto.
Se dopo aver conosciuto i misteri della Verità,
dopo aver ricevuto la Parola del Vangelo
e gli insegnamenti della Chiesa,
uno di noi pecca, vi saranno pianto e lacrime su di lui.
Non si piange su quelli che non sono credenti,
ma su quello che dopo aver fatto parte di Gerusalemme,
smette di appartenerle.
Si piange su questa nostra Gerusalemme,
perchè, dopo che ha peccato,
la assedieranno i nemici, cioè le potenze avverse,
gli spiriti malvagi e scaveranno attorno ad essa una trincea,
l'assedieranno e non lasceranno pietra su pietra.

Origene



Dal Vangelo secondo Luca 19,41-44.


Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi.
Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte;
abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».


IL COMMENTO


C'è una via della pace. Un cammino. Quando ancora non era che un pugno di uomini folgorati dagli occhi di Gesù e dalla predicazione dei suoi apostoli, il cristianesimo era chiamato semplicemente "la via". La via della pace appunto. La via del Messia che aveva portato la pace, dono messianico per eccellenza. Gesù risorto apparendo ai discepoli tramortiti di paura e di stupore socchiude le labbra per annunciare, semplicemente, "Pace a voi". Un po' di pace cerca il nostro cuore, e la nostra povera esistenza. Non è così?


La pace è un cammino, una via che attraversa il mare che ci separa dalla libertà, l'ambiguo cumulo di acque che ogni giorno seppellisce i nostri propositi, le intenzioni, i desideri. La pace è un cammino che percorre le tracce del Signore fin dentro la morte, per uscirne vittoriosi. Lui e noi, ogni giorno. Anche oggi è il tempo, il kairos della sua visita. Anche oggi il Signore indossa le sembianze del marito, della moglie, dei figli, dei colleghi, e viene a visitarci. E sembra impossibile che la via della Pace passi proprio per questa umiliazione, per questo rifiuto, per questo fallimento.Le lacrime segnano la vista del Signore. Dobbiamo imparare a non disprezzare le lacrime; a leggerne il sale che portano dentro, la sofferenza che non si può mai minimizzare. E' il sale che dà "sapore" alle lacrime, al dolore che, come un fiume, portano alla luce. Le lacrime, qualunque guancia solchino, recano il sapore di Cristo, della sua sofferenza con la quale ha salvato il mondo. Lacrime profetiche e di compassione, sempre. "Piangete con quelli che piangono": così ha fatto Cristo, perchè ogni lacrima è raccolta dalla mano del Signore, nessuna cadrà invano. Le lacrime dei figli, della moglie, dell'amico, sono sempre lacrime sante, immerse in quelle benedette del Signore. Il dolore per qualcosa che non si comprende, per una presa in giro, per un'offesa, per un tradimento, per la morte, qualunque lacrima, hagià solcato il volto del Signore quel giorno alla vista della tomba di Lazzaro, come davanti a Gerusalemme. Le lacrime davanti a tutto quello che ancora non è stato visitato e salvato. E' Cristo che si fa presente nelle lacrime di chi ci è vicino, è Lui che piange in noi alla vista della sofferenza. E' Lui che anche oggi ci visita con amore immenso, con le lacrime di tenerezza e di misericordia. Anche oggi, in mille circostanze, Gesù scende alla nostra vita, lì dove siamo, quasi implorando d'essere accolto.


Geloso più di noi della nostra libertà, Gesù ha visto in quali pasticci abbiamo spinto le nostre vite. le rovine della nostra esistenza, i fumi delle distruzioni che ancora abbiamo negli occhi, le conseguenze funeste delle nostre decisioni lontane da Lui, i nemici, i peccati che hanno ferito i nostri sentimenti sino a paralizzarci. I nostri dolori lo hanno commosso, straziato, ed ora eccolo qui, Lui il Re dei re, il Signore dei signori, che potrebbe essere adirato e potrebbe lasciar sfogo alla sua ira, e invece eccolo qui alla nostra porta, con le lacrime a segnargli il volto di un riga di dolcezza: "Ti amo, lo sai? Non ti rimprovero, sono qui per te. Pace a te, non aver paura". Spalanchiamo le porte a Cristo allora. Oggi. Accogliamo il Principe della Pace, vittorioso sulla morte e il peccato, che viene a noi per condurci, amorevolmente, per il cammino della pace.


Entriamo nella nostra vita senza timore, percorrendo, con Lui, il cammino della conversione, cioè della pace che sgorga dal perdono, sino alle porte del Regno di pace, la Gerusalemme celeste sposa del Signore, senza macchia né ruga, il nostro destino preparato dall'amore del Padre.




Origene, Omelie sul Vangelo di Luca, 38,1-4



"Avvicinandosi a Gerusalemme, alla vista della città, Gesù pianse e disse: "Se in questo giorno avessi conosciuto ciò che ti porta alla pace, ma ormai è nascosto ai tuoi occhi. Verranno giorni per te in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee" (Lc.19,42-43). Queste parole contengono dei misteri e speriamo, se Dio ce li rivela, di poterne scoprire il senso nascosto. Prima di tutto bisogna vedere il senso del suo pianto su Gerusalemme... Io mi chiedo se questo pianto di Gesù non si riferisca alla nostra Gerusalemme. Noi infatti siamo la Gerusalemme sulla quale Gesù ha pianto. Se dopo aver conosciuto i misteri della Verità, dopo aver ricevuto la Parola del Vangelo e gli insegnamenti della Chiesa, uno di noi pecca, vi saranno pianto e lacrime su di lui. Non si piange su quelli che non sono credenti, ma su quello che dopo aver fatto parte di Gerusalemme, smette di appartenerle. Si piange su questa nostra Gerusalemme, perchè, dopo che ha peccato, la assedieranno i nemici, cioè le potenze avverse, gli spiriti malvagi e scaveranno attorno ad essa una trincea, l'assedieranno e non lasceranno pietra su pietra".