Oggi 12 novembre facciamo memoria di: |
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SAN GIOSAFAT Vescovo e Martire (1580-1623)
Giovanni Kuncewycz, mandato dai genitori ortodossi a Vilna per avviarsi al commercio, presto l’abbandonò, si aggregò alla Chiesa rutena unita a Roma e divenne monaco col nome di Giosafat. Fatto vescovo di Pólozk (Russia bianca), operò infaticabilmente per l’unione con la Sede Romana, bene accetto al popolo ma non sostenuto e osteggiato dai nobili e dai dissidenti. Il suo zelo ardente fu coronato dal martirio il 12 novembre 1623. Fu canonizzato da Pio IX nel 1867, nel 18° centenario degli apostoli Pietro e Paolo, fra il concorso di tutto l’Episcopato. La sua «memoria» ha oggi un valore ecumenico. Possano i cattolici di rito orientale, specialmente ucraini, che fino ad oggi soffrono per la loro fedeltà a Roma, essere artefici di dialogo e di unione fra i cristiani di Oriente e di Occidente. |
Versò il suo sangue per l'unità della Chiesa Dall'enciclica «Ecclesiam Dei» di Pio XI, papa (AAS 15 [1923] 573-582) |
Sempre oggi 12 novembre ricordiamo:
GIOVANNI IL MISERICORDIOSO
VI - VII sec.
pastore
Dopo il concilio di Calcedonia del 451, la cui resezione in Egitto fu particolarmente problematica, si ebbero ad Alessandria due patriarcati, uno copto e l'altro melkita, cioè fedele all'imperatore bizantino. Nonostante le grandi tensioni e divisioni in seno alla chiesa, vi è tuttavia un patriarca melkita di Alessandria stimato e amato anche dai copti: è Giovanni il Misericordioso, vissuto tra il VI e il VII secolo e ricordato addirittura nell'antico calendario copto di Abú' Barakât. Giovanni era figlio del governatore bizantino a Cipro, ed era nato nella città di Amathous, sulla costa meridionale dell'isola. Alla morte della moglie e dei figli, egli si dedicò totalmente ai poveri. Sarà un'occupazione che lo accompagnerà per tutta la vita, fino a valergli l'appellativo di «misericordioso». Eletto patriarca melkita di Alessandria nel 610, Giovanni entrò nel vivo dei problemi politici del tempo, come l'avanzata dei Persiani e le pretese dell'impero bizantino verso l'Egitto, e difese il compito specifico della chiesa di fronte alle ingerenze dei poteri secolari. Al centro dei suoi impegni pastorali vi fu soprattutto il sostegno dei bisognosi: egli riuscì a far destinare la gran parte delle risorse della chiesa agli ultimi, coinvolgendo i ceti ricchi della popolazione nelle sue iniziative evangeliche.
Giovanni morì a Cipro, attorno al 619. I suoi illustri biografi (Giovanni Mosco, Sofronio il Sofista, Leonzio di Neapolis per l'oriente, e Anastasio il Bibliotecario e Jacopo da Varazze per l'occidente) lo hanno fatto conoscere e amare in tutte le chiese cristiane.
TRACCE DI LETTURA
Giovanni, patriarca di Alessandria, mentre una notte vegliava e pregava, vide una fanciulla bellissima con una corona di foglie d'ulivo. Si stupì Giovanni, e le chiese chi fosse. Rispose quella: «Io sono la Misericordia che ho fatto discendere dal cielo il Figlio di Dio: prendimi in sposa e bene te ne verrà». Il santo capì che l'ulivo stava a significare la misericordia, e da quel giorno divenne così misericordioso che tutti lo chiamarono l'«elemosiniere». Chiamava i poveri i suoi signori, e un giorno convocò tutti i suoi servitori e disse loro: «Andate per la città e fate una lista di tutti i miei signori, senza tralasciarne alcuno». Ma quelli non capivano; allora il santo spiegó: «Quelli che voi chiamate poveri io li chiamo miei signori e mio aiuto, perché questi solo ci possono aiutare e aprirci un giorno le porte del regno celeste»
Jacopo da Varazze, dalla Leggenda aurea
PREGHIERA
La fonte della misericordia,
Giovanni, imitatore di Cristo,
riversa sui bisognosi
i suoi teneri sentimenti di compassione.
Venite, poveri, saziamoci,
imitando in spirito la sua letizia;
egli infatti,
ospitando Cristo nei poveri
con amore misericordioso,
come un tempo Abramo,
è stato fatto degno della beatitudine,
e con franchezza intercede
perché sia fatta misericordia
alle nostre anime.