martedì 7 luglio 2015

Visita alla Cattedrale di Quito. Il Saluto del Santo Padre




Visita alla Cattedrale di Quito. Parole del Papa dal Sagrato della Cattedrale pronunciate a braccio

[Text: Italiano, English, Español]
 

Les voy a dar la bendición, para cada uno de ustedes, para sus familias, para todos los seres queridos y para este gran pueblo y noble pueblo ecuatoriano, para que no haya diferencias, que no haya exclusivo, que no haya gente que se descarte, que todos sean hermanos, que se incluyan a todos y no haya ninguno que esté fuera de esta gran nación ecuatoriana. A cada uno de ustedes, a sus familias, les doy la bendición. Pero recemos juntos primero el Ave María. Y por favor les pido que recen por mi. Buenas noches y hasta mañana.
Traduzione in lingua italiana
Do la benedizione a ciascuno di voi, alle vostre famiglie, a tutte le persone care e a questo grande e nobile popolo ecuadoriano, perché non ci siano differenze, selettività, gente scartata, perché tutti siano fratelli, nessuno sia escluso e non ci sia nessuno che resti fuori da questa grande nazione ecuadoriana. A ciascuno di voi, alle vostre famiglie, do la benedizione. Ma prima recitiamo insieme l’Ave Maria. E per favore vi chiedo di pregare per me. Buona notte e a domani.
Traduzione in lingua inglese

I give you my blessing, to each one of you, to your families, to all your loved ones and to the great and noble Ecuadorian people, so that there may be no more difference, no more exclusion, so that no-one is discarded, so that all may be brothers, so that everyone is included and no-one is left out of this great Ecuadorian nation. To every one of you and your families, I give my blessing. But first, let us pray the Hail Mary together. And please, I ask you to pray for me. Good night, and see you tomorrow.

*

Visita alla Cattedrale di Quito. Il Saluto del Santo Padre
Sala stampa della Santa Sede
[Text: Italiano, Français, English, Español, Português]
Cari fratelli,
Vengo a Quito come pellegrino, per condividere con voi la gioia di evangelizzare. Sono partito dal Vaticano salutando l’immagine di santa Marianna di Gesù, che dall’abside della Basilica di San Pietro veglia sul cammino che il Papa tante volte compie. Ad essa ho raccomandato anche i frutti di questo viaggio, chiedendole che tutti noi possiamo imparare dal suo esempio. Il suo sacrificio e la sua eroica virtù si rappresentano con un giglio. Tuttavia, nella statua dietro la Basilica di San Pietro viene ritratta con un intero mazzo di fiori, perché presenta al Signore, nel cuore della Chiesa, insieme al suo, i fiori di tutti voi, quelli di tutto l’Ecuador. 
I santi ci invitano a imitarli, a porsi alla loro scuola, come hanno fatto santa Narcisa di Gesù e la beata Mercedes di Gesù Molina, interpellate dall’esempio di santa Marianna. A quanti oggi sono qui e soffrono o hanno sofferto come orfani, a coloro che, pur essendo ancora piccoli, hanno dovuto badare ai fratelli, a quanti si impegnano ogni giorno nel curare gli ammalati o gli anziani, dico che così fece santa Marianna e così la imitarono Narcisa e Mercedes. Non è difficile se Dio è con noi. Esse non hanno compiuto cose eccezionali agli occhi del mondo. Solo hanno amato molto e lo hanno dimostrato nel quotidiano fino a toccare la carne sofferente di Cristo nel popolo (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 24). E non l’hanno fatto da sole, ma insieme ad altri. 
Per costruire questa cattedrale, i lavori di trasporto, di intaglio e di muratura sono stati fatti secondo le nostre usanze, quelle dei popoli autoctoni; un lavoro di tutti a favore della comunità, un lavoro anonimo, senza cartelli pubblicitari né applausi. Voglia Dio che, come le pietre di questa cattedrale, anche noi ci poniamo sulle spalle le necessità degli altri, aiutando a edificare o restaurare la vita di tanti fratelli che non hanno forze per costruirla o l’hanno vista crollare. 
Oggi sono qui con voi, che mi donate il giubilo dei vostri cuori: «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie» (Is 52,7). E’ la bellezza che siamo chiamati a diffondere, come buon profumo di Cristo: la nostra preghiera, le nostre buone opere, il nostro sacrificio per i più bisognosi. È la gioia di evangelizzare, e voi «sapendo queste cose siete beati se le mettete in pratica» (Gv 13,17). 
Dio vi benedica! 

*

Quadro in mosaico della Madonna con il Bambino, dalla Basilica di S. Paolo fuori le mura.
Nota descrittiva
Il quadro in mosaico è una copia dell’immagine musiva venerata nella Cappella del Santissimo Sacramento presso la Basilica di San Paolo fuori le mura.
L’icona in mosaico, probabilmente opera di maestranze veneziane, fu realizzata all’inizio del XIII secolo. Una lapide collocata presso l’altare ricorda che dinanzi a questa immagine, il 22 agosto dell’anno 1541, Sant’Ignazio di Loyola con i primi confratelli, professarono i voti religiosi, dando inizio all’attività della Compagnia di Gesù da lui stesso fondata.

L’icona mostra l’immagine della Vergine stante, con il Figlio sul braccio sinistro, raffigurata nell’iconografia tipicamente bizantina della Theotokos Hodigitria (la Madre di Dio che indica la via). La figura spicca su un fondo d’oro ed è rivestita di un manto blu scuro, intessuto di tessere anch’esse d’oro; il Bambino ha invece una veste di color rosso, pure con tessere d’oro, e il nimbo crociato, decorato con motivi che fingono perle e pietre preziose.
L’opera musiva è stata realizzata dai Mosaicisti dello Studio del Mosaico Vaticano dal gennaio al luglio 2014 utilizzando smalti policromi e vari tipi di oro, applicati con stucco oleoso su di una base metallica (dimensioni cm. 64x47). Lo stucco, a base di olio di lino e polvere di marmo, ha la stessa composizione di quello utilizzato nei secoli scorsi per applicare i mosaici nella Basilica di San Pietro.
Gli smalti policromi rendono l’intensità dei colori e la proporzione delle figure in modo da garantire una chiara e armoniosa visione.
Nella realizzazione dell’opera è stata utilizzata l’antica tecnica degli smalti tagliati con la quale le tessere sono ottenute tagliando gli smalti vetrosi con uno speciale martello affilato detto “martellina”. 



*


Francese 
Chers frères, 
Je viens à Quito comme pèlerin, pour partager avec vous la joie d'évangéliser. Je suis parti du Vatican en saluant la statue de sainte Marie-Anne de Jésus, qui depuis l'abside de la Basilique Saint-Pierre veille sur le chemin que le Pape parcourt tant de fois. A elle, j'ai recommandé aussi le fruit de ce voyage, en lui demandant que tous nous puissions suivre son exemple. Son sacrifice et son héroïque vertu sont représentés par un lys. Cependant, selon la statue à Saint-Pierre, elle porte tout un bouquet de fleurs, parce qu’avec la sienne elle présente au Seigneur, dans le coeur de l'Église, les fleurs de vous tous, celles de tout l’Équateur. 
Les saints nous appellent à les imiter, à nous mettre à leur école, comme l’ont fait sainte Narcisse de Jésus et la bienheureuse Mercedes de Jésus Molina, interpellées par l'exemple de sainte Marie-Anne… Combien de ceux qui sont aujourd'hui ici souffrent ou ont souffert du fait d’être orphelin, combien ont dû, bien qu’étant jeunes, prendre en charge des frères, combien s'efforcent chaque jour de prendre soin de malades ou de personnes âgées ; ainsi l’a fait Marie-Anne, ainsi l'ont imitée Narcisse et Mercedes. Ce n'est pas difficile si Dieu est avec nous. Elles n'ont pas réalisé de grandes prouesses aux yeux du monde. Elles ont beaucoup aimé seulement, et elles l'ont démontré dans le quotidien jusqu'à arriver à toucher la chair souffrante du Christ dans le peuple (cf. Evangelii gaudium, n. 24). 
Elles ne l'ont pas fait seules, elles l'ont fait « avec » d’autres ; le transport des matériaux, les travaux et la maçonnerie de cette cathédrale ont été réalisés à notre manière, à la manière des peuples autochtones, la minga ; ce travail de tous en faveur de la communauté, anonyme, sans publicités et ni applaudissements : plaise à Dieu que comme les pierres de cette cathédrale nous chargions sur nos épaules les besoins des autres, et qu’ainsi nous aidions à édifier ou à réparer la vie de tant de frères qui n'ont pas de forces pour la construire ou chez lesquels elle s’est écroulée. 
Aujourd'hui je suis ici avec vous, qui m'offrez la joie de vos coeurs : “Comme ils sont beaux sur les montagnes, les pas du messager, celui qui annonce la paix, qui porte la bonne nouvelle” (Is 52, 7). C'est la beauté que nous sommes appelés à répandre, comme le bon parfum du Christ : notre prière, nos bonnes oeuvres, notre sacrifice en faveur de ceux qui sont le plus dans le besoin. C'est la joie d'évangéliser et “sachant cela, heureux êtes-vous si vous le faites” (Jn 13,17). 
Que Dieu vous bénisse. 
Inglese 
Dear Brothers and Sisters, 
I have come to Quito as a pilgrim, to share with you the joy of spreading the Gospel. When I left the Vatican, I passed the statue of Saint Mariana de Jesús, who from the apse of Saint Peter’s Basilica keeps watch over the little street which the Pope travels so often. I entrusted to her the fruits of this visit, and I prayed that all of us might learn from her example. Her sacrifice and her heroic virtue are usually represented by a flower, a lily. Yet, at Saint Peter’s she holds a whole bouquet of flowers. Along with her own flower, she offers the Lord, in the heart of the Church, your flowers, and the flowers of all the people of Ecuador. 
The Saints call us to imitate them and to learn from them. This was the case with Saint Narcisa de Jesús and Blessed Mercedes de Jesús Molina, who were challenged by Saint Mariana’s example. How many of you here today have known what it is to be orphaned? How many of you have had to assume the responsibility of looking after younger brothers or sisters, despite being young yourselves? How many of you care daily with great patience for the sick or the elderly? Mariana did just this, and Narcisa and Mercedes followed her example. It is not difficult if God is with us. They accomplished no great feats in the eyes of the world. They simply loved much, and they showed this love in their daily lives, touching the suffering flesh of Christ in others, in his people (cf. Evangelii Gaudium 24). Nor did they do this alone, they did it “side by side” with others. All the work that went into the building of this Cathedral was done that same way, our way, the way of the native peoples, quietly and unassumingly working alongside one another for the 
good of the community, without seeking credit or applause. God grant that, just as the stones of this cathedral were carried by those who went before us, we may carry one another’s burdens, and thus help to build up or heal the lives of so many of our brothers and sisters incapable of doing it by themselves. 
Today I am here with you, and you have shared with me the joy which fills your hearts: “How beautiful upon the mountains are the feet of him who brings good tidings” (Is 52:7). This is the beauty we are called to spread, like an aroma of Christ: our prayer, our good works, and our sacrifices for those most in need. This is the joy of evangelizing and “blessed are you if you do these things” (Jn 13:17). 
God bless you all! 
Spagnolo
Queridos hermanos: 
Vengo a Quito como peregrino, para compartir con ustedes la alegría de evangelizar. Salí del Vaticano saludando la imagen de santa Mariana de Jesús, que desde el ábside de la Basílica de San Pedro vela el camino que el Papa recorre tantas veces. A ella encomendé también el fruto de este viaje, pidiéndole que todos nosotros pudiésemos aprender de su ejemplo. Su sacrificio y su heroica virtud se representan con una azucena. Sin embargo, en la imagen en San Pedro, lleva todo un ramo de flores, porque junto a la suya presenta al Señor, en el corazón de la Iglesia, las de todos ustedes, las de todo Ecuador. 
Los santos nos llaman a imitarlos, a seguir su escuela, como hicieron santa Narcisa de Jesús y la beata Mercedes de Jesús Molina, interpeladas por el ejemplo de santa Mariana… cuántos de los que hoy están aquí sufren o han sufrido la orfandad, cuántos han tenido que asumir a su cargo a hermanos aún siendo pequeños, cuántos se esfuerzan cada día cuidando enfermos o ancianos; así lo hizo Mariana, así la imitaron Narcisa y Mercedes. No es difícil si Dios está con nosotros. Ellas no hicieron grandes proezas a los ojos del mundo. Sólo amaron mucho, y lo demostraron en lo cotidiano hasta llegar a tocar la carne sufriente de Cristo en el pueblo (cf. Evangelii gaudium 24). Ellas no lo hicieron solas, lo hicieron «junto a» otros; el acarreo, labrado y albañilería de esta catedral han sido hechos con ese modo nuestro, de los pueblos originarios, la minga; ese trabajo de todos en favor de la comunidad, anónimo, sin carteles ni aplausos: quiera Dios que como las piedras de esta catedral así nos pongamos a los hombros las necesidades de los demás, así ayudemos a edificar o reparar la vida de tantos hermanos que no tienen fuerzas para construirlas o las tienen derrumbadas. 
Hoy estoy aquí con ustedes, que me regalan el júbilo de sus corazones: «Qué hermosos son sobre las montañas los pasos del que trae la buena noticia» (Is 52,7). Es la belleza que estamos llamados a difundir, como buen perfume de Cristo: Nuestra oración, nuestras buenas obras, nuestro sacrificio por los más necesitados. Es la alegría de evangelizar y «ustedes serán felices si, sabiendo estas cosas, las practican» (Jn 13,17). 
Portoghese 
Queridos irmãos! 
Venho a Quito como peregrino, para partilhar convosco a alegria de evangelizar. Saí do Vaticano saudando a imagem de Santa Mariana de Jesus, que, no exterior da abside da Basílica de São Pedro, vela pelo caminho que o Papa percorre tantas vezes. A Ela, recomendei também o fruto desta viagem, pedindo-lhe que todos nós pudéssemos aprender com o seu exemplo. O seu sacrifício e a sua heróica virtude são representados por uma açucena. Mas, na sua imagem em São Pedro, carrega um ramo de açucenas, porque juntamente com a dela apresenta ao Senhor, no coração da Igreja, as flores que sois todos vós, as flores do Equador. 
Os Santos convidam-nos a imitá-los, a seguir a sua escola, como fizeram Santa Narcisa de Jesus e a Beata Mercedes de Jesus Molina, que se sentiram interpeladas pelo exemplo de Santa Mariana. Quantos daqueles que estão aqui hoje sofrem ou sofreram a orfandade, quantos tiveram que tomar a seu cargo irmãos ainda pequenos, quantos se empenham diariamente no cuidado dos enfermos ou idosos; assim o fez Mariana, assim a imitaram Narcisa e Mercedes. Não é difícil, se Deus está connosco. Elas não fizeram grandes proezas, aos olhos do mundo. Simplesmente amaram muito, demonstrando-o no dia-a-dia até chegarem a tocar a carne sofredora de Cristo no povo (cf. 
Evangelii gaudium 24). Não o fizeram sozinhas; fizeram-no «junto com» outros; as pedras, escultura e alvenaria desta catedral foram feitas por meio da forma própria dos povos nativos: a «minga», um trabalho de todos a favor da comunidade, anónimo, sem cartazes nem aplausos. Queira Deus que, tal como as pedras desta catedral, assim ponhamos aos ombros as necessidades dos outros, assim ajudemos a construir ou reparar a vida de tantos irmãos que não têm forças para a construir ou a deixam por terra. 
Hoje estou aqui convosco, que me dais de presente o júbilo dos vossos corações: «Que formosos são sobre os montes os pés do mensageiro (…), que apregoa a boa-nova» (Is 52, 7). É a beleza que somos chamados a difundir, como bom perfume de Cristo: a nossa oração, as nossas boas obras, o nosso sacrifício pelos mais necessitados. É a alegria de evangelizar e, «uma vez que sabeis isto, sereis felizes se o puserdes em prática» (Jo 13, 17). 
Que Deus vos abençoe! 
Al termine il Papa rientra in auto alla Nunziatura Apostolica di Quito.