Nel quartiere di Damasco dopo undici anni torna a essudare l’immagine della Vergine nella casa di una coppia di cristiani
MARCO TOSATTIROMA
Per la prima volta negli ultimi dieci anni l’immagine della Madonna di Kazan conservata a Soufanieh, un quartiere di Damasco, nella casa di una coppia di cristiani, ha ripreso a essudare olio. Ne dà notizia tempi.it. (v. Infra). Secondo la fonte il 17 aprile, alla vigilia della Pasqua che quest’anno è caduta nella stessa data per i cattolici come per gli ortodossi Myrna al Akhras, la donna greco-cattolica protagonista dei fatti miracolosi è caduta in estasi, ha essudato olio e ha avuto una visione di Cristo. Nell’estasi ha ricevuto questo messaggio: “Le ferite che hanno sanguinato su questa terra sono le stesse che sono nel mio corpo, perché la causa e l’attore sono gli stessi; ma siate lieti, perché il loro destino sarà lo stesso di Giuda”.
Soufanieh è un quartiere di Damasco nè centrale nè periferico, non lontano dalla “Porta di Tommaso”, “Bab Tuma”. Nel 2001, un mese prima che vi giungesse Giovanni Paolo II l’immagine miracolosa della Madonna di Kazan ha ripreso a essudare olio purissimo e Myrna Al Akhras, sposata a un ortodosso, ha avuto - dopo undici anni - un’apparizione della Vergine. Non solo: sui piedi, sulle mani e sul costato sono apparse le stigmate, constatate da un gruppo di otto medici. Le ferite, aperte nel primo pomeriggio, si sono cicatrizzate alle 23, la sera stessa. Era dal 1990 che Myrna non aveva più apparizioni.
Ma l’olio miracoloso aveva continuato a uscire dalle sue mani, dal 22 novembre 1982. Quel giorno Myrna, una ragazza non molto religiosa, sposata da pochi mesi, era a casa di sua cognata, malata, e partecipava a una preghiera comune, voluta dalla suocera, una donna molto credente, cristiano-ortodossa. Il suo corpo rabbrividì, e dalle mani cominciò a uscire dell’olio. Solo un preavviso di ciò che sarebbe accaduto cinque giorni più tardi, quando in casa di Myrna e Nicola, suo marito, da una piccola icona della Madonna di Kazan, un souvenir comprato da Nicola due anni prima, cominciò a uscire dell’olio: olio purissimo, come stabilirono varie analisi compiute in tempi diversi, e in diversi paesi.
Dal 27 novembre ‘82 la casa di Myrna è stata teatro, giorno e notte, di visite e preghiere continue. Un fiume di persone. Cristiani, musulmani, curiosi e credenti non hanno mai smesso di entrare silenziosamente nel salone della casa - semplice, un’abitazione popolare - di Soufanieh. La porta di casa da quel giorno non si è più chiusa. Poi sono arrivate le guarigioni miracolose. Guarigioni non solo fra i cristiani, ma anche fra i musulmani. La fama di Soufanieh si è allargata, e parallelamente si è risvegliato l’interesse delle autorità.
La Siria, specialmente negli Anni ‘80, era un paese molto controllato, c’erano occhi e orecchie dappertutto. Fra l’altro i fondamentalisti islamici stavano preparandosi al tentativo di colpo di Stato schiacciato ad Hama. “Il 28 novembre ‘82 sono arrivati quattro ufficiali dei servizi segreti - ci raccontò durante una visita che compimmo lì nel 2001 padre Elias Zahlaoui, parroco di Notre Dame de Damas - e in Siria i servizi segreti sono una cosa seria. Un medico era con loro. Due agenti si sono mescolati alla folla, e due si sono presentati apertamente. Credevano che ci fossero dei tubi; hanno smontato l'immagine, ma l'olio continuava a uscire. L'hanno rimessa a posto rispettosamente, e hanno chiesto a Myrna di lavarsi le mani davanti a loro, dal momento che avevano sentito dire che Myrna aveva l'olio sulle mani. È stato fatto; si è asciugata le mani con l'asciugamano, e poi le hanno dato dei fazzoletti di carta. Si è asciugata le mani davanti a loro, e poi le hanno chiesto di ricominciare a pregare. All'istante le due mani si sono ricoperte d'olio. Le hanno preso le mani, le hanno strofinato le palme. Un agente disse al medico: ‘Allora, hakiim?’. Il medico levò la mano e lo sguardo al cielo, e rispose ‘Allah Akbar’, Dio è grande. E la cosa è finita in questo modo: non ne abbiamo saputo più nulla”.
In realtà l’«affaire» non finì affatto lì. Il rapporto - sostengono alcune fonti diplomatiche di Damasco - salì tutti i gradini possibili, fino alla scrivania del rais, il presidente Hafez Al Assad. Alawita, una confessione islamica, diversa dai due grandi rami sunnita e sciita, ma attento ai rapporti con il cristianesimo. Quando il presidente cominciò a soffrire del male che l’avrebbe portato alla tomba qualcuno venne a chiedere un’immagine della Madonna di Soufanieh, e un batuffolo di cotone impregnato di olio miracoloso. Myrna scrisse qualche parola sul retro di un’immagine - nessuno sa che cosa - aggiunse un pezzetto di cotone, e tutto fu portato alla presidenza. I fedeli della Vergine miracolosa le attribuirono il merito di aver prolungato l’esistenza del rais.
Ci fu detto allora che la Vergine aveva promesso a Myrna che l’avrebbe rivista solo negli anni in cui cattolici e ortodossi celebrano insieme la Pasqua; il che avviene di rado, a causa della differenza nei calendari liturgici. “Quest'anno c'erano delle telecamere piazzate su Myrna; le ferite si sono aperte il Giovedì santo alle 2 meno un quarto del pomeriggio, precedute da dei tremori terribili - ci disse padre Zahlaoui - Myrna era come scossa da una corrente elettrica. Poi il sangue è uscito all'improvviso dalla fronte. L’hanno portata a letto. Il sangue comincia a colare dalle mani. Le tolgono le scarpe e si constata che ci sono delle ferite nette sul dorso del piede. Ma non è uscita neanche una goccia di sangue. Soffriva atrocemente. Dopo qualche secondo ha emesso un gemito di dolore e si è toccata il torace. Si è constatata una ferita di due centimetri. I medici erano là. Philippe Laurent di Parigi, un chirurgo di Los Angeles, Antoine Mansour, due psicologi francesi, Vivianne Ducail de la Roque e Brigitte Sauvgar. E c'era anche un medico dell'Ile de la reunion, George Fischer. E poi c'erano dei medici siriani. Myrna ha sofferto molto, e non è stato che alle 9 di sera che ha potuto alzarsi dal letto».
Intanto dall’immagine della Madonna, nella sala, dopo un’interruzione di undici anni, l’olio aveva ripreso a colare. Come adesso, nel racconto di tempi.it: “Negli ultimi tre anni c’è stato un piccolo cambiamento: dentro al tabernacolo incassato in una parete che contiene il calice e l’icona, all’interno di una scatolina rettangolare di vetro collocata ai piedi del calice, ci sono cinque o sei proiettili di arma automatica. Sono le pallottole piovute dentro la casa di Nicolas e Myrna a causa dei combattimenti in città. Senza ferire nessuno”.
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Siria. Il prodigio pasquale di Soufanieh e il monito divino: «Di’ ai miei figli che è a loro che domando l’unità»
Giovedì 17 aprile, mentre usciva in edicola il numero di Tempi in cui appare l’articolo qui sotto riprodotto, i fenomeni che in esso vengono raccontati sono ripresi per la prima volta dopo un intervallo di dieci anni. Myrna è caduta in estasi, ha essudato olio e ha avuto una visione di Cristo che le ha trasmesso il seguente messaggio: «Le ferite che hanno sanguinato su questa terra sono le stesse che sono nel mio corpo, perché la causa e l’attore sono gli stessi; ma siate lieti, perché il loro destino sarà lo stesso di Giuda».
L’immaginetta della Madonna di Kazan, la cornice, il centrino di seta contro cui è appoggiata, la stessa coppa del calice trasparente che li contiene: tutto è giallognolo, consunto, viscoso. Come l’olio purissimo d’oliva che per otto anni di seguito fra il 1982 e il 1990, con un’interruzione di un anno fra il 1985 e il 1986, è trasudato dal santino. E per più tempo ancora dalle mani, dal collo, dal volto e persino dagli occhi di Myrna, la veggente. Colei alla quale fra il 15 dicembre 1982 e il 24 marzo 1983 è apparsa cinque volte la Vergine Maria lasciando messaggi. L’allora neo-sposa diciottenne sul cui corpo – le mani, i piedi, un fianco – per cinque volte si sono manifestate le stimmate negli anni seguenti. Nella cui mente, durante 36 episodi di estasi, si sono presentate visioni della Vergine Maria e di Gesù che le hanno parlato e lasciato altri messaggi. E che adesso insieme al marito è qui davanti a me, nel vestibolo di casa sua a Damasco, nel piccolo quartiere di Soufanieh, trasformato in uno spazio per la preghiera e il raccoglimento aperto a tutti, con icone alle pareti, inginocchiatoi e una specie di fioriera in ferro battuto ripiena di sabbia e candele votive accese.
Negli ultimi tre anni c’è stato un piccolo cambiamento: dentro al tabernacolo incassato in una parete che contiene il calice e l’icona, all’interno di una scatolina rettangolare di vetro collocata ai piedi del calice, ci sono cinque o sei proiettili di arma automatica. Sono le pallottole piovute dentro la casa di Nicolas e Myrna a causa dei combattimenti in città. Senza ferire nessuno.
«Non avrei mai immaginato che il mio paese si sarebbe trovato in una situazione come questa», commenta triste lei, che oggi è una donna di 50 anni con due figli maggiorenni. «Tanta gente mi dice: “Prega Dio che ti mandi di nuovo apparizioni e visioni, che ci dica la sua parola su quello che sta succedendo”. Io rispondo: “Dio sta soffrendo con noi, e questa forse è una grande opportunità che ci sta offrendo”. Perché è vero, in questi trentadue anni ci ha mandato tanti segni, ma noi non abbiamo fatto nulla per l’unità. Adesso è il momento che i cristiani finalmente si riuniscano. In forza dell’ultimo segno: i cristiani d’Oriente sono tutti in pericolo, un grande pericolo minaccia la loro stessa esistenza».
Due sono le caratteristiche salienti delle apparizioni e degli altri fenomeni di Soufanieh, che si sono protratti dal 1982 fino al 1990, con una “coda” fra il 2001 e il 2004: la prima è che la Madonna e Cristo hanno parlato in lingua araba, e la seconda è che il contenuto più forte dei loro messaggi ha riguardato l’unità fra i cristiani e la natura peccaminosa della loro disunità.
Il messaggio dell’ultima apparizione della Vergine recita: «Fondate una chiesa. Non ho detto: costruite una chiesa. La Chiesa che Gesù ha adottato è Una, perché Gesù è Uno. La Chiesa è il Regno di Dio sulla terra. Chi l’ha divisa ha peccato, e chi si è rallegrato della sua divisione ha peccato. Gesù l’ha edificata, ed essa era piccola; quando è diventata grande, si è divisa. E chi l’ha divisa non ha l’amore dentro di sé. Riunificatevi. Come sono belli i miei figli inginocchiati, in preghiera! Non siate divisi, come lo sono i grandi. Voi insegnerete alle generazioni le parole Unità, Amore e Fede».
Mentre l’ultimo dei messaggi trasmessi durante le visioni estatiche, il 26 novembre 1990, si apriva così: «Non temere, figlia mia, se ti dico che questa è l’ultima volta che mi vedi, fino a quando la festa di Pasqua non sarà unificata». E poi le ultimissime parole: «Noi siamo con te e con chiunque desideri che la festa di Pasqua sia unificata».
Mentre l’ultimo dei messaggi trasmessi durante le visioni estatiche, il 26 novembre 1990, si apriva così: «Non temere, figlia mia, se ti dico che questa è l’ultima volta che mi vedi, fino a quando la festa di Pasqua non sarà unificata». E poi le ultimissime parole: «Noi siamo con te e con chiunque desideri che la festa di Pasqua sia unificata».
Quest’anno, per pura coincidenza, le date della celebrazione della Pasqua coincidono: ortodossi e cattolici in tutto il mondo, Siria e Medio Oriente compresi, festeggeranno nello stesso giorno, il 20 aprile. I calcoli del calendario giuliano, utilizzato dagli ortodossi calcedoniani, quest’anno coincidono con quelli del calendario gregoriano utilizzato da cattolici, protestanti e molti ortodossi non calcedoniani (per esempio: gli armeni apostolici). In Terra Santa, dal 2012 i cattolici hanno deciso di festeggiare la Pasqua secondo il calendario giuliano, cioè nello stesso giorno degli ortodossi. In Siria questo non è ancora avvenuto.
Testimonianze in tutto il mondo
La prima volta in cui le stimmate si manifestarono sul corpo di Myrna fu il 25 novembre 1983. Alle 16.30 si aprirono nei palmi delle mani, sui piedi e al fianco sinistro, e si richiusero alle undici della sera. Il fenomeno si ripresentò altre quattro volte, sempre il Giovedì santo nel 1984, 1987, 1990 e 2001. Sempre e soltanto anni nei quali la Pasqua giuliana e la Pasqua gregoriana coincidevano di data.
La prima volta in cui le stimmate si manifestarono sul corpo di Myrna fu il 25 novembre 1983. Alle 16.30 si aprirono nei palmi delle mani, sui piedi e al fianco sinistro, e si richiusero alle undici della sera. Il fenomeno si ripresentò altre quattro volte, sempre il Giovedì santo nel 1984, 1987, 1990 e 2001. Sempre e soltanto anni nei quali la Pasqua giuliana e la Pasqua gregoriana coincidevano di data.
Anche i fenomeni di essudazione dell’olio dall’iconcina, iniziati il 27 novembre 1982 e terminati nel 1990, sono stati più copiosi negli anni in cui la celebrazione della Pasqua era unitaria. L’olio filtrava abbondante dal corpo di Myrna (mani, collo, piedi, bocca, stomaco) anche quando viaggiava all’estero a testimoniare la sua storia, e addirittura dagli occhi (causando vivi bruciori) quando stava per entrare negli stati di estasi durante i quali le sarebbe apparso Cristo. I messaggi di Gesù in tali occasioni erano veri e propri moniti.
Quello del 14 agosto 1988, ricevuto a Los Angeles, dice così: «Ho detto: la Chiesa è il Regno dei Cieli sulla terra. Chi l’ha divisa ha peccato, e chi si è rallegrato della divisione ha peccato. Pertanto mi risulta più facile che un non credente creda nel mio nome, che non coloro che pretendono di avere la fede e l’amore e giurano nel mio nome». E il 7 settembre dello stesso anno: «Di’ ai miei figli che è a loro che domando l’unità e che non la voglio da coloro che recitano una commedia fingendo di lavorare per l’unità».
Myrna è figlia di un siriano di confessione greco cattolica (melchita) e di una siriana greco ortodossa. Suo marito Nicolas è greco ortodosso. Fu lui ad acquistare l’immaginetta durante un viaggio in Bulgaria nel 1980. La prima volta che l’immagine prese a trasudare olio dentro casa, chiamò tre sacerdoti ortodossi per mostrare loro il prodigio. Non fecero in tempo a uscire dalla casa che giunsero due agenti dei servizi segreti. Esaminarono accuratamente l’iconcina dopo averla smontata dalla sua cornice e le mani di Myrna, che dovette lavarsele dinanzi a loro. Subito immagine e mani ripresero a essudare olio. I due se ne andarono ripetendo ad alta voce: «Dio è grande!».
Tempi