giovedì 24 aprile 2014

Messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso in occasione della festività buddista di Vesakh/Hanamatsuri 2014



Messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso in occasione della festività buddista di Vesakh/Hanamatsuri 2014

[Text: Italiano, Français, English] 
Il Vesakh è la festività più importante per i Buddisti: in essa si commemorano i principali avvenimenti della vita di Buddha. La festa del Vesakh/Hanamatsuri 2014, nei vari paesi di cultura buddista, è celebrata in date diverse, secondo le differenti tradizioni. Quest’anno la festa viene celebrata in alcuni Paesi il 6 maggio ed in altri il 13 e il 14 maggio. Per tale circostanza, il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso ha fatto pervenire ai Buddisti il seguente messaggio:
Buddisti e Cristiani: promuoviamo insieme la crescita della fraternità
Cari amici buddisti,
1. A nome del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso desideriamo ancora una volta porgere a tutti voi, in ogni parte del mondo, gli auguri più cordiali in occasione del Vesakh. 2. I nostri auguri si ispirano quest’anno al Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace 2014, intitolato “Fraternità, fondamento e via per la pace”, in cui egli osserva che: “la fraternità è una dimensione essenziale dell’uomo, il quale è un essere relazionale.
La viva consapevolezza di questa relazionalità ci porta a vedere e trattare ogni persona come una vera sorella e un vero fratello; senza di essa diventa impossibile la costruzione di una società giusta, di una pace solida e duratura” (n. 1). 
3. Cari amici, la vostra tradizione religiosa ispira la convinzione che le relazioni amichevoli, il dialogo, lo scambio di doni, ed il rispettoso ed armonioso scambio di vedute portano ad un atteggiamento di cortesia e di amore, che a sua volta genera relazioni autentiche e fraterne. Siete altresì convinti che le radici di ogni male siano l’ignoranza e l’incomprensione nate dall’avidità e dall’odio che, a loro volta, distruggono i legami di fraternità. Sfortunatamente, “l’egoismo quotidiano, che è alla base di tante guerre e tante ingiustizie” ci impedisce di vedere gli altri “come esseri fatti per la reciprocità, per la comunione e per il dono” (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2014, n. 2).
4. Noi buddisti e cristiani viviamo in un mondo troppo spesso lacerato da oppressione, egoismo, tribalismo, rivalità etniche, violenza e fondamentalismo religioso, un mondo dove “l’altro” è trattato come un essere inferiore, una non- persona, o qualcuno da temere e, se possibile, da eliminare. Tuttavia, noi siamo chiamati, in spirito di collaborazione con altri pellegrini e con le persone di buona volontà, a rispettare e difendere la nostra comune umanità nella varietà dei contesti socio-economici, politici e religiosi. Attingendo alle nostre differenti convinzioni religiose, siamo chiamati in particolare ad essere franchi nel denunciare tutti i mali sociali che danneggiano la fraternità; ad essere curatori, che aiutano gli altri a crescere nella generosità disinteressata, e ad essere riconciliatori, che abbattono i muri di divisione e promuovono nella società una vera fraternità fra singoli e gruppi.
5. Nel mondo odierno si assiste a una crescita del senso della nostra comune umanità e ad una ricerca globale di un mondo più giusto, pacifico e fraterno. Ma la realizzazione di queste speranze dipende dal riconoscimento di valori universali. Noi speriamo che il dialogo interreligioso, riconoscendo dei principi fondamentali di etica universale, possa contribuire a promuovere un rinnovato e profondo senso di unità e di fraternità fra tutti i membri della famiglia umana. Davvero, “ciascuno di noi è chiamato ad essere un artigiano della pace, unendo e non dividendo, estinguendo l'odio e non conservandolo, aprendo le vie del dialogo e non innalzando nuovi muri! Dialogare, incontrarci per instaurare nel mondo la cultura del dialogo, la cultura dell’incontro” (Papa Francesco, Discorso ai partecipanti all’Incontro Internazionale per la Pace promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, 30 settembre 2013). 6. Cari amici, per costruire un mondo fraterno, è di vitale importanza che uniamo le forze per educare le persone, in particolare i giovani, a cercare fraternità, a vivere in fraternità e ad avere il coraggio di costruire fraternità. Preghiamo che la celebrazione di Vesakh sia un’occasione per riscoprire e promuovere nuovamente la fraternità, specialmente nelle nostre società divise. Permetteteci, ancora una volta, di esprimervi le nostre cordiali felicitazioni e di augurare a tutti un Felice Vesakh!
Jean-Louis Cardinal Tauran
Presidente
P. Miguel Ángel Ayuso Guixot, MCCJ
Segretario
Inglese
Buddhists and Christians: Together Fostering Fraternity
Dear Buddhist Friends,
1. In the name of the Pontifical Council for Interreligious Dialogue, we wish to once again extend to all of you, throughout the world, our heartfelt best wishes on the occasion of Vesakh. 2. Our cordial greetings this year are inspired by Pope Francis’ Message for the World Day of Peace 2014, entitled Fraternity, the Foundation and Pathway to Peace. There, Pope Francis observes that “fraternity is an essential human quality, for we are relational beings. A lively awareness of our relatedness helps us to look upon and to treat each person as a true sister or brother; without fraternity it is impossible to build a just society and a solid and lasting peace…” (n. 1).
3. Dear friends, your religious tradition inspires the conviction that friendly relations, dialogue, the sharing of gifts, and the respectful and harmonious exchange of views lead to attitudes of kindness and love which in turn generate authentic and fraternal relationships. You are also convinced that the root of all evil is the ignorance and misunderstanding born of greed and hatred, which in turn destroy the bonds of fraternity. Unfortunately, “daily acts of selfishness, which are at the root of so many wars and so much injustice”, prevent us from seeing others “as beings made for reciprocity, for communion and self-giving” (Message for World Day of Peace 2014, n. 2). Such selfishness inevitably leads to seeing others as a threat.
4. As Buddhists and Christians, we live in a world all too often torn apart by oppression, selfishness, tribalism, ethnic rivalry, violence and religious fundamentalism, a world where the “other” is treated as an inferior, a non- person, or someone to be feared and eliminated if possible. Yet, we are called, in a spirit of cooperation with other pilgrims and with people of good will, to respect and to defend our shared humanity in a variety of socio- economic, political and religious contexts. Drawing upon our different religious convictions, we are called especially to be outspoken in denouncing all those social ills which damage fraternity; to be healers who enable others to grow in selfless generosity, and to be reconcilers who break down the walls of division and foster genuine brotherhood between individuals and groups in society. 5. Our world today is witnessing a growing sense of our common humanity and a global quest for a more just, peaceful and fraternal world. But the fulfilment of these hopes depends on a recognition of universal values. We hope that interreligious dialogue will contribute, in the recognition of the fundamental principles of universal ethics, to fostering a renewed and deepened sense of unity and fraternity among all the members of the human family. Indeed, “each one of us is called to be an artisan of peace, by uniting and not dividing, by extinguishing hatred and not holding on to it, by opening paths to dialogue and not by constructing new walls! Let us dialogue and meet each other in order to establish a culture of dialogue in the world, a culture of encounter!” (Pope Francis, To Participants in the International Meeting for Peace, Sponsored by the Community of "Sant' Egidio", 30 September 2013). 6. Dear friends, to build a world of fraternity, it is vitally important that we join forces to educate people, particularly the young, to seek fraternity, to live in fraternity and to dare to build fraternity. We pray that your celebration of Vesakh will be an occasion to rediscover and promote fraternity anew, especially in our divided societies.
Once again allow us to express our heartfelt greetings and to wish all of you a Happy Feast of Vesakh.
Cardinal Jean-Louis Tauran
President
Father Miguel Ángel Ayuso Guixot, MCCJ
Secretary
Francese
Chrétiens et Bouddhistes: promouvons ensemble la fraternité
Chers Amis bouddhistes,
1. Au nom du Conseil Pontifical pour le Dialogue Interreligieux, j’ai le plaisir de vous adresser, une fois encore et où que vous soyez de par le monde, mes meilleurs voeux à l'occasion de votre fête du Vesakh.
2. Nos voeux s’inspirent cette année du message de pape François pour la Journée mondiale de la Paix 2014, intitulé : La fraternité, fondement et route pour la paix. En effet, le pape François y observe que « la fraternité est une dimension essentielle de l’homme, qui est un être relationnel. La vive conscience d’être en relation nous amène à voir et à traiter chaque personne comme une vraie soeur et un vrai frère ; sans cela, la construction d’une société juste, d’une paix solide et durable devient impossible » (n ° 1).
3. Chers amis, votre tradition religieuse est marquée par la conviction que les relations amicales, le dialogue, l'échange de dons, le partage harmonieux et respectueux des points de vue conduisent à une attitude de bonté et d'amour qui, à son tour, engendre des relations authentiques et fraternelles. Vous êtes également convaincus que la source de bien des maux est l'ignorance et l'incompréhension qui, fruits de la cupidité et de la haine, conduisent à leur tour à la destruction des liens de fraternité. Malheureusement, « l’égoïsme quotidien qui est à la base de nombreuses guerres et de nombreuses injustices », nous empêche de voir les autres « comme des êtres faits pour la réciprocité, pour la communion et pour le don ». (Message pour la Journée mondiale de la Paix 2014, n. 2). Cet égoïsme conduit inévitablement à percevoir les autres comme une menace.
4. Nous, bouddhistes et chrétiens, nous vivons dans un monde trop souvent déchiré par l'oppression, l'égoïsme, le tribalisme, les rivalités ethniques, le fondamentalisme religieux et la violence. Un monde où « l'autre » est considéré et traité comme un être inférieur, une nonpersonne ou quelqu'un à craindre et, si possible, à éliminer. Cependant, nous sommes appelés, dans un esprit de coopération avec tous les pèlerins de bonne volonté, à respecter et à défendre notre humanité commune dans la diversité socio-économique, politique et religieuse. Ancrés dans nos croyances religieuses différentes, nous sommes appelés, en particulier, à dénoncer ouvertement tous les maux sociaux qui nuisent à la fraternité ; à guérir les autres de ce qui les empêche de grandir dans la générosité désintéressée, à être les réconciliateurs qui brisent les murs de division dans la société, et à promouvoir une véritable fraternité entre les individus et les groupes.
5. Notre monde d'aujourd'hui est témoin du sentiment croissant de notre humanité commune et de la recherche globale d’un monde plus juste, paisible et convivial. Mais la réalisation de cet espoir dépend de la reconnaissance de valeurs universelles. Nous espérons que le dialogue interreligieux, en reconnaissant les principes fondamentaux de l'éthique universelle, puisse aider à promouvoir un sens renouvelé de la profonde unité et de la fraternité entre tous les membres de la famille humaine. Véritablement, « chacun de nous est appelé à être un artisan de paix, qui unit au lieu de diviser, qui étouffe la haine au lieu de l’entretenir, qui ouvre des chemins de dialogue au lieu d’élever de nouveaux murs ! Dialoguer, se rencontrer pour instaurer la culture du dialogue dans le monde, la culture de la rencontre » (Discours du pape François aux participants à la Rencontre internationale pour la paix organisée par la Communauté de Sant'Egidio, 30 septembre 2013).
6. Chers amis, pour bâtir un monde fraternel, il est essentiel que nous unissions nos forces pour accompagner les personnes, surtout les jeunes, à rechercher toujours davantage la fraternité, ce savoir-vivre ensemble fraternellement, ce courage de construire encore la fraternité. Nous prions pour que la célébration de la fête de Vesakh soit une occasion de redécouvrir et de promouvoir à nouveau, en particulier dans les sociétés divisées, la fraternité.
Permettez-moi de vous renouveler nos cordiales salutations et nos voeux les meilleurs pour une joyeuse fête de Vesakh!
Cardinal Jean-Louis Tauran
Président
P. Miguel Ángel Ayuso Guixot, MCCJ
Secrétaire