di Riccardo Cascioli
Crediamo che valga la pena avere un’Europa unita? E se sì, quale tipo di Europa vogliamo e ci impegniamo a costruire? L’affronto della scadenza elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo che vedrà impegnati gli elettori dei 28 paesi dell’Unione Europea (Ue) tra il 22 e il 25 maggio, ruota tutto attorno a queste due domande.
Per quanto riguarda la prima, è un dato di fatto che la crisi economica, i costi per i singoli Stati della struttura dell’Unione, l’imposizione da Bruxelles di stili di vita ritenuti impropri, abbiano fatto perdere tutto il fascino all’istituzione europea. Basta però ricordare che cosa accadeva in Europa appena 70 anni fa per rendere preferibile una Ue pur imperfetta.
Ed è appunto qui che s’innesta la seconda domanda, molto più impegnativa. Non basta infatti recriminare su un’Europa che ha tradito l’intuizione originale, parlare con disprezzo della cosiddetta Europa dei banchieri, accusare le istituzioni europee di imporre legislazioni anti-vita e anti-famiglia, mobilitarsi per bloccare il passaggio di raccomandazioni e risoluzioni che intendono promuovere l’aborto a diritto umano e le unioni fra persone dello stesso sesso parificate al matrimonio. Tutto questo è legittimo e certe mobilitazioni sono doverose: basta vedere come solo nell’ultimo anno si sia combattuto aspramente per fermare risoluzioni come quelle Estrela e Lunacek. E' stato importamte, ma non è sufficiente, non basta cercare di fermare il nemico.
E’ invece necessario avere una visione, aver chiaro cosa si vuole costruire, i princìpi su cui fondare la casa europea, e quindi individuare i passi da compiere in quella direzione. Le elezioni per il Parlamento europeo sono una occasione in questo senso: chiarire cosa si vuole e sostenere i candidati che si impegnano in questa direzione. Già in diversi paesi alcune associazioni si sono mobilitate per promuovere dei punti su cui chiedere l’impegno dei candidati, soprattutto su vita e famiglia (di una di queste iniziative abbiamo già parlato).
Ma una iniziativa in particolare, lanciata proprio in questi giorni, merita attenzione perché coinvolge una trentina di Organizzazioni non governative (Ong) di vari paesi e contempla un programma in dieci punti che parte dai princìpi non negoziabili per allargarsi anche all’economia e alla politica sanitaria. L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione “Novae Terrae” e fra le Ong aderenti ci sono le italiane Luci sull’Est, il Comitato “Sì alla famiglia”, il Dignitatis Humanae Institute, Osservatorio Van Thuan, Generazione Voglio Vivere, Giuristi per la Vita e La Manif Pour Tous Italia.
A tutti i candidati viene proposto il Manifesto (clicca qui per la versione integrale), in cui si chiede loro, se eletti, di difendere e promuovere i seguenti valori:
la dignità umana e il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale, dando piena attuazione all'iniziativa popolare 'Uno di noi'; la famiglia fondata sull'unione di un uomo e una donna, con particolare attenzione alle giovani coppie e alle famiglie numerose; il rispetto della libertà di culto, il contrasto alle discriminazioni su base religiosa e la libertà di pensiero, coscienza e religione (anche in ambito medico e sanitario); il principio di sussidiarietà, il contrasto della povertà e dell'esclusione sociale, la giustizia sociale e la promozione dei giovani; la libertà di educazione e i diritti dei genitori.
Per dare ancora più forza al Manifesto, la piattaforma CitizenGO invita tutti i cittadini europei a sottoscrivere questa petizione (clicca qui per la firma): le firme raccolte saranno una ulteriore forma di pressione sui candidati per aderire al programma e, una volta eletti, di comportarsi in conformità con questo sottoscritto durante il proprio lavoro quotidiano al Parlamento Europeo o nelle Commissioni.
La lista di coloro che aderiranno al Manifesto (da qui al 21 maggio) viene aggiornata giorno per giorno sul sito della Fondazione "Novae Terrae", così da permettere a tutti gli elettori di conoscere i nomi di chi ha dichiarato il proprio impegno a difesa della vita, della famiglia e della libertà religiosa ed educativa.
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- UN MANIFESTO PER L'EUROPA
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The 2004 EU-Enlargement – a true reunification of Europe. Statement by COMECE President Reinhard Cardinal Marx on the occasion of the tenth anniversary of Eastern Enlargement of the European Union on 1 May 2004
Comece
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The 2004 EU-Enlargement – a true reunification of Europe. Statement by COMECE President Reinhard Cardinal Marx on the occasion of the tenth anniversary of Eastern Enlargement of the European Union on 1 May 2004
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“Ten years down the road from Eastwards enlargement of the EU, we still need to work to draw the different parts of Europe together”, so declares COMECE President Reinhard Cardinal Marx on the occasion of the tenth anniversary of Eastern Enlargement of the European Union on 1 May 2004. (...)