mercoledì 16 aprile 2014

La carezza del Papa ai sofferenti.

Ecco chi sono i dodici disabili a cui il Santo Padre dedicherà il gesto della lavanda dei piedi in occasione della Messa in Coena Domini al Centro "Santa Maria alla Provvidenza"

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La carezza del Papa ai sofferenti. I dodici assistiti della Fondazione Don Gnocchi a cui il Santo Padre dedicherà il gesto della lavanda dei piedi, in occasione della Messa in coena domini di domani, giovedì Santo, al Centro “Santa Maria alla Provvidenza” di Roma sono il simbolo - ciascuno nel proprio calvario di lacrime e dolore e nel proprio bisogno di prossimità e speranza - delle vecchie e nuove forme di fragilità nelle quali la comunità cristiana è chiamata a riconoscere Cristo sofferente e a dedicare attenzione, solidarietà e carità.
I dodici pazienti a cui papa Francesco laverà i piedi sono affetti da disabilità - per alcuni cronica e per altri temporanea - con la quale fanno i conti dalla nascita o da quand’erano giovanissimi. Di età compresa dai 16 agli 86 anni (nove italiani e tre stranieri, di cui uno di fede musulmana), sono affetti da patologie invalidanti di carattere ortopedico, neurologico e oncologico.
Il più giovane si chiama Osvaldinho ed è originario di Capo Verde, pur risiedendo a Roma. Nell’agosto dello scorso anno, un banale tuffo in mare ha straziato la sua adolescenza. L’acqua troppo bassa e l’impatto violento gli hanno causato un trauma vertebro-midollare costringendolo su una sedia a rotelle.
C’è poi una donna romana, Orietta, di 51 anni, colpita a due anni dal vaiolo che gli ha provocato un’encefalite. A 3 anni, invece, Samuele, oggi sessantaseienne, è stato colpito dalla poliomelite, malattia che a quei tempi falcidiava i bambini e a cui don Gnocchi si era dedicato una volta terminata l’esigenza dei mutilatini.
A un giovane di 19 anni, di nome Marco, proveniente da Sabaudia (Lt), è stata riscontrata nell’ottobre scorso una neoplasia celebrale. Arriva dalla provincia di Latina (dal paese di Maenza) anche Angelica, 86 anni, che nel 1988 ha subito il primo intervento per protesi all’anca sinistra, inizio di un calvario che ha avuto il più recente capitolo nell’agosto scorso: caduta con fratture scomposte dell’anca già operata e di varie costole.
E poi, ancora. Daria, 39 anni, è affetta da tetraparesi spastica neonatale; Pietro, 86 anni, affetto da deficit dell’equilibrio e della deambulazione e ipotonotrofia muscolare; Gianluca, 36 anni, che da quando ne aveva 14 ha subito vari interventi per meningiomi; Stefano, 49 anni, affetto da oligofrenia grave e spasticità in esiti di cerebropatia neonatale; Hamed, 75 anni, libico di religione musulmana, che ha subito gravi danni neurologici a seguito di un incidente stradale; Giordana, 27 anni, etiope, affetta da tetraparesi spastica, scrive poesie e cura con altri disabili il Centro per l’emittente web “Radio Don Gnocchi”. Infine Walter, 59 anni, affetto da sindrome di down.
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Parte oggi ufficialmente la Causa di beatificazione di don Oreste Benzi

Il vescovo di Rimini invita ora i fedeli di ogni diocesi in cui don Oreste è vissuto, a fornirgli notizie utili, sia pro che contro la causa, e a fargli pervenire i suoi scritti

Ormai è ufficiale: don Oreste Benzi sarà presto Beato. E' partita oggi la Causa di beatificazione e canonizzazione di quello che Benedetto XVI definì "infaticabile apostolo della carità". Ad annunciarlo il vescovo di Rimini mons. Francesco Lambiasi, stamane, ai sacerdoti della diocesi riuniti in presbiterio presso il seminario intitolato proprio a don Benzi. Il presule ha confermato di aver firmato il Decreto per l’introduzione del processo diocesano sulla vita, virtù e fama di santità del fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Come ha spiegato la postulatrice della Causa, Elisabetta Casadei, alla Radio Vaticana: "Il vescovo Lambiasi è arrivato a questo passo importante dopo aver ricevuto il nulla osta dalla Santa Sede e sentito il parere positivo dei confratelli nell’episcopato della regione Emilia Romagna”.
Nel decretare l’avvio della Causa, aggiunge la postulatrice, il presule "invita ogni fedele della nostra diocesi e, possibilmente, di tutte quelle in cui don Oreste è vissuto, a fornirgli notizie utili, sia pro che contro la causa, e a fargli pervenire anche gli scritti di don Benzi che, eventualmente, possono essere in possesso dei fedeli”.
Il processo canonico per la Causa procederà ora in due fasi: il vaglio degli scritti pubblicati di don Oreste e poi l’ascolto dei testimoni. Per la prima fase, il vescovo nominerà alcuni periti teologi a cui consegnerà i libri e gli articoli raccolti durante il processo, perché siano esaminati e si verifichi che contengono qualcosa contro la fede e la morale cattolica.
In concomitanza, il vescovo nominerà anche una Commissione di storici, a cui spetterà ricercare gli scritti non pubblicati di don Benzi e ogni altro documento che riguarda la causa, come per esempio quelli civili ed ecclesiastici.