giovedì 3 aprile 2014

Video del colloquio di Papa Francesco con dei ragazzi belgi fiamminghi mandato in onda questa sera dalla tv belga




De Redactie
 
L’iniziativa parte da una progetto di comunicazione “Verse Vis” della pastorale giovanile della Fiandra: 15 giovani di lingua fiamminga hanno lavorato alla sua realizzazione e 5 di loro sono stati ricevuti nella casa Santa Marta per poter intervistare Papa Francesco e filmare questo incontro unico.  Ovviamente il video è in ligua fiamminga ma le domande dei ragazzi sono poste in inglese e le risposte del Papa in italiano. Il Papa sente "il dovere di rispondere alle inquietudini dei ragazzi", come lui stesso spiega nella sua prima risposta. Viene fuori una bella intervista, una boccata d'aria fresca portata da questi giovani intervistatori.

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Il Papa ai giovani: «Sono felice e in pace, nonostante i problemi»


La singolare intervista filmata: cinque ragazzi del Belgio hanno posto domande a ruota libera: «Anch'io ho sbagliato e sbaglio»

ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO
Doveva essere un incontro di venti minuti, ne è durato 45. Nei giorni scorsi il Papa ha incontrato cinque giovani belgi di lingua fiamminga, dialogando con loro. L'incontro è stato filmato e una sintesi è ora disponibile qui.


L'iniziativa è partita da un di comunicazione, «Verse Vis», della pastorale giovanile delle Fiandre. Quindici giovani vi hanno lavorato e grazie a monsignor Lucas Van Looy, vescovo di Gent, hanno ottenuto l'intervista con il Pontefice realizzata da cinque di loro nella biblioteca del palazzo apostolico, lo scorso 31 marzo. I giovani hanno posto le loro domande in lingua inglese, Francesco ha risposto in italiano. È un filmato tutto da vedere, per la spontaneità del dialogo. All'inizio Papa Bergoglio afferma di sentire come un dovere rispondere alle inquietudini dei ragazzi.


I giovani «hanno inquietudini, e io sento come un mio dovere servire a questi giovani, perché l'inquietudine è come un segno. Mi sento di fare un servizio a quello che è più prezioso in questo momento, che è la vostra inquietudine», ha detto Francesco rispondendo alla prima domanda sul perché ha accettato questo dialogo.


Parlando dei poveri, Francesco ha detto: «Questo è il cuore del Vangelo, io sono credente in Dio e  in Gesù Cristo, per me il cuore del Vangelo è nei poveri. Ho sentito due mesi fa che una persona ha detto: con questo parlare dei poveri, questo Papa è un comunista! No questa è una bandiera del Vangelo, la povertà senza ideologia, i poveri sono al centro del Vangelo di Gesù».


«In questo momento della storia - ha detto ancora Francesco - l'uomo è stato buttato via dal centro, è scivolato verso la periferia e al centro, almeno in questo momento, c'è il potere, c'è il denaro. In questo mondo i giovani sono cacciati via. Sono cacciati via i bambini - non vogliamo bambini, solo famiglie piccole -  e sono cacciati via gli anziani: tanti di loro muoiono per una eutanasia nascosta perché non si ha cura di loro. E adesso sono cacciati via anche i giovani: in Italia ad esempio la disoccupazione dai 25 anni in giù è quasi del 50 per cento. Siamo entrati in una cultura dello scarto quello che non serve a questa globalizzazione si scarta, gli anziani, bambini e giovani». Ma il Papa, riferendosi anche alla sua esperienza a Buenos Aires ha detto di aver incontrato e parlato «con tanti giovani politici», di destra e di sinistra, e di essere rimasto «contento perché parlano con una nuova musica, un nuovo stile di politica».


Rispondendo a un'altra domanda, sul futuro dell'umanità, Papa Bergoglio ha detto: «Dove Dio e dov'è l'uomo? Tu uomo del secolo XXI dove stai? E questo mi fa pensare: Dio dove sta? Quando l'uomo trova se stesso, cerca Dio, forse non riesce a trovarlo, ma va su una strada di onestà cercando verità, e in una strada di bontà e di bellezza. Il cammino è lungo e alcune persone non trovano Dio nella loro vita, ma sono tanto vere e oneste con se stesse, e amanti della bellezza, che alla fine hanno una personalità capace di incontro con Dio, che è sempre una grazia».


Al Papa è stato chiesto se sbaglia. «Ho sbagliato e sbaglio», ha risposto sorridendo. «Si dice che l'uomo è l'unico animale che cade due volte nello stesso posto. Gli sbagli nella mia vita sono stati così, grandi maestri di vita. Io non direi che ho imparato da tutti i miei sbagli: da alcuni no, sono testardo. Ma da tanti altri sbagli ho imparato e questo mi ha fatto bene». I giovani gli chiedono di fare un esempio concreto. E Francesco: «Lo dirò... l'ho scritto in un libro, è pubblico. Sono stato nominato superiore molto giovane, avevo 36 anni, e ho fatto molti sbagli con l'autoritarismo. Poi ho imparato che bisogna dialogare, vedere che cosa pensano gli altri. Ma non ho imparato una volta per tutte...  ancora sbaglio».


A Francesco viene chiesto se ha paura di qualcosa. «Di me stesso!», risponde sorridendo. «Nel Vangelo Gesù ripete tante volte: "Non abbiate paura!". Tante volte lo dice, perché lui sa che la paura è una cosa normale, tra virgolette: abbiamo paura delle sfide della vita, paura davanti a Dio. Tutti abbiamo paura, tutti, non dobbiamo preoccuparci di aver paura.. Devi cercare di chiarire la situazione. C'è una paura  cattiva e una paura buona: quest'ultima è la prudenza. Quella cattiva ti annienta, non ti lascia fare, e questa dobbiamo buttarla fuori».


Il giovane che stava filmando con la piccola telecamera mobile chiede al Papa se è felice. Francesco sorride e risponde sicuro: «Assolutamente, assolutamente sono felice. Ho una certa pace interiore, una pace grande. È una felicità che viene con l'età e anche con una strada...  Nella mia vita e anche ora ho sempre avuto dei  problemi, ma questa felicità non va via con i problemi».

Come ultima domanda i cinque giovani hanno chiesto al Papa quale fosse la sua domanda per loro. «Non è una domanda originale quella che vi faccio, la prendo dal Vangelo, ma credo che dopo avervi sentito forse sia quella giusta in questo momento: dove è il tuo tesoro, dove riposa il tuo cuore? Su quale tesoro riposa il tuo cuore? Perché dov'è il tuo tesoro, là è la tua vita. Il cuore è attaccato al tesoro: possono essere i soldi o l'orgoglio, oppure la bontà, la bellezza, la voglia di fare il bene. Dovete rispondere voi stessi, da soli, a casa vostra. Grazie, vi ringrazio e pregate per me».