L'Angelus di Papa Francesco. "Sulla Parola del Signore noi crediamo che la vita di chi crede in Gesù e segue il suo comandamento, dopo la morte sarà trasformata in una vita nuova, piena e immortale"
Cari fratelli e sorelle, buon giorno!
il Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima ci narra la risurrezione di Lazzaro. E’ il culmine dei “segni” prodigiosi compiuti da Gesù: un gesto troppo grande, troppo chiaramente divino per essere tollerato dai sommi sacerdoti, i quali, saputo il fatto, presero la decisione di uccidere Gesù (cfr Gv 11,53).
Lazzaro era morto già da tre giorni, quando giunse Gesù; e alle sorelle Marta e Maria Egli disse parole che si sono impresse per sempre nella memoria della comunità cristiana: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno» (Gv 11,25). (...)
Sulla Parola del Signore noi crediamo che la vita di chi crede in Gesù e segue il suo comandamento, dopo la morte sarà trasformata in una vita nuova, piena e immortale. Come Gesù è risorto con il proprio corpo, ma non è ritornato ad una vita terrena, così noi risorgeremo con i nostri corpi che saranno trasfigurati in corpi gloriosi. Lui ci aspetta presso il Padre, e la forza dello Spirito Santo, che ha risuscitato Lui, risusciterà anche chi è unito a Lui.
Dinanzi alla tomba sigillata dell’amico Lazzaro, Gesù «gridò a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori!”. Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario» (vv. 43-44). Questo grido perentorio è rivolto ad ogni uomo, perché tutti siamo segnati dalla morte; è la voce di Colui che è il padrone della vita e vuole che tutti «l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10). Cristo non si rassegna ai sepolcri che ci siamo costruiti con le nostre scelte di male e di morte.(...) Lui ci invita, quasi ci ordina, di uscire dalla tomba in cui i nostri peccati ci hanno sprofondato. Ci chiama insistentemente ad uscire dal buio della prigione in cui ci siamo rinchiusi, accontentandoci di una vita falsa, egoistica, mediocre. «Vieni fuori!». (...) Lasciamoci afferrare da queste parole che Gesù oggi ripete a ciascuno di noi. Lasciamoci liberare dalle “bende” dell’orgoglio. (...) La nostra risurrezione incomincia da qui: quando decidiamo di obbedire al comando di Gesù uscendo alla luce, alla vita; quando dalla nostra faccia cadono le maschere (...) e ritroviamo il coraggio del nostro volto originale, creato a immagine e somiglianza di Dio.
Il gesto di Gesù che risuscita Lazzaro mostra fin dove può arrivare la forza della Grazia di Dio, e dunque fin dove può arrivare la nostra conversione, il nostro cambiamento: (...) non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti! (...) Il Signore è sempre pronto a sollevare la pietra tombale dei nostri peccati, che ci separa da Lui, la luce dei viventi.
*
Saluto tutti i pellegrini presenti, in particolare i partecipanti al Congresso del Movimento di Impegno Educativo dell’Azione Cattolica Italiana. Investire sull’educazione significa investire in speranza!
Saluto i fedeli di Madrid e di Menorca; quelli della Diocesi di Concordia-Pordenone; il gruppo brasiliano “Fraternidade e tráfico humano”; gli studenti del Canada, dell’Australia, del Belgio e quelli di Cartagena-Murcia; gli alpini di Como e di Roma.
Saluto i gruppi di ragazzi che hanno ricevuto o si preparano alla Cresima, i giovani di varie parrocchie e i numerosi studenti.
Sono passati esattamente cinque anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila e il suo territorio. In questo momento vogliamo unirci a quella comunità che ha tanto sofferto, che ancora soffre, lotta e spera, con tanta fiducia in Dio e nella Madonna. Preghiamo per tutte le vittime: che vivano per sempre nella pace del Signore. E preghiamo per il cammino di risurrezione del popolo aquilano: la solidarietà e la rinascita spirituale siano la forza della ricostruzione materiale.
Preghiamo anche per le vittime del virus Ebola che si è sviluppato in Guinea e nei Paesi confinanti. Il Signore sostenga gli sforzi per combattere questo inizio di epidemia e per assicurare cura e assistenza a tutti i bisognosi.
Ed ora vorrei fare un gesto semplice per voi. Nelle scorse domeniche ho suggerito a tutti voi di procurarsi un piccolo Vangelo, da portare con sé durante la giornata, per poterlo leggere spesso. Poi ho ripensato all’antica tradizione della Chiesa, durante la Quaresima, di consegnare il Vangelo ai catecumeni, a coloro che si preparano al Battesimo. Allora oggi voglio offrire a voi che siete in Piazza – ma come segno per tutti – un Vangelo tascabile. Vi sarà distribuito gratuitamente. (...) Prendetelo, portatelo con voi, e leggetelo ogni giorno: è proprio Gesù che vi parla! (...)
E come Lui vi dico: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date! (...) In cambio di questo dono, fate un atto di carità, un gesto di amore gratuito. (...) Oggi si può leggere il Vangelo anche con tanti strumenti tecnologici. Si può portare con sé la Bibbia intera in un telefonino, in un tablet. L’importante è leggere la Parola di Dio, con tutti i mezzi, (...) e accoglierla con cuore aperto. Allora il buon seme porta frutto!
Vi auguro buona domenica e buon pranzo! Arrivederci!
il Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima ci narra la risurrezione di Lazzaro. E’ il culmine dei “segni” prodigiosi compiuti da Gesù: un gesto troppo grande, troppo chiaramente divino per essere tollerato dai sommi sacerdoti, i quali, saputo il fatto, presero la decisione di uccidere Gesù (cfr Gv 11,53).
Lazzaro era morto già da tre giorni, quando giunse Gesù; e alle sorelle Marta e Maria Egli disse parole che si sono impresse per sempre nella memoria della comunità cristiana: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno» (Gv 11,25). (...)
Sulla Parola del Signore noi crediamo che la vita di chi crede in Gesù e segue il suo comandamento, dopo la morte sarà trasformata in una vita nuova, piena e immortale. Come Gesù è risorto con il proprio corpo, ma non è ritornato ad una vita terrena, così noi risorgeremo con i nostri corpi che saranno trasfigurati in corpi gloriosi. Lui ci aspetta presso il Padre, e la forza dello Spirito Santo, che ha risuscitato Lui, risusciterà anche chi è unito a Lui.
Dinanzi alla tomba sigillata dell’amico Lazzaro, Gesù «gridò a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori!”. Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario» (vv. 43-44). Questo grido perentorio è rivolto ad ogni uomo, perché tutti siamo segnati dalla morte; è la voce di Colui che è il padrone della vita e vuole che tutti «l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10). Cristo non si rassegna ai sepolcri che ci siamo costruiti con le nostre scelte di male e di morte.(...) Lui ci invita, quasi ci ordina, di uscire dalla tomba in cui i nostri peccati ci hanno sprofondato. Ci chiama insistentemente ad uscire dal buio della prigione in cui ci siamo rinchiusi, accontentandoci di una vita falsa, egoistica, mediocre. «Vieni fuori!». (...) Lasciamoci afferrare da queste parole che Gesù oggi ripete a ciascuno di noi. Lasciamoci liberare dalle “bende” dell’orgoglio. (...) La nostra risurrezione incomincia da qui: quando decidiamo di obbedire al comando di Gesù uscendo alla luce, alla vita; quando dalla nostra faccia cadono le maschere (...) e ritroviamo il coraggio del nostro volto originale, creato a immagine e somiglianza di Dio.
Il gesto di Gesù che risuscita Lazzaro mostra fin dove può arrivare la forza della Grazia di Dio, e dunque fin dove può arrivare la nostra conversione, il nostro cambiamento: (...) non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti! (...) Il Signore è sempre pronto a sollevare la pietra tombale dei nostri peccati, che ci separa da Lui, la luce dei viventi.
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Dopo-Angelus. Papa Francesco ricorda il 20.mo anniversario del genocidio in Rwanda, offre preghiere e vicinanza alle popolazioni de L'Aquila colpite 5 annifa da un terremoto e prega per le vittime africane del virus Ebola
Il dono del Vangelo tascabile: "Prendetelo,
portatelo con voi,
e leggetelo ogni giorno: è proprio Gesù che vi parla!"
Si terrà domani in Ruanda la commemorazione del XX anniversario dell’inizio del genocidio perpetrato contro i Tutsi nel 1994. In questa circostanza desidero esprimere la mia paterna vicinanza al popolo ruandese, incoraggiandolo a continuare, con determinazione e speranza, il processo di riconciliazione che ha già manifestato i suoi frutti, e l’impegno di ricostruzione umana e spirituale del Paese. A tutti dico: Non abbiate paura! Sulla roccia del Vangelo costruite la vostra società, nell’amore e nella concordia, perché solo così si genera una pace duratura! Invoco su tutta la cara Nazione ruandese la materna protezione di Nostra Signora di Kibeho. (...) (Il Papa ricorda i vescovi ruandesi recentemente in visita "ad Limina" in Vaticano e poi recita con tutti l'Ave Maria)Saluto tutti i pellegrini presenti, in particolare i partecipanti al Congresso del Movimento di Impegno Educativo dell’Azione Cattolica Italiana. Investire sull’educazione significa investire in speranza!
Saluto i fedeli di Madrid e di Menorca; quelli della Diocesi di Concordia-Pordenone; il gruppo brasiliano “Fraternidade e tráfico humano”; gli studenti del Canada, dell’Australia, del Belgio e quelli di Cartagena-Murcia; gli alpini di Como e di Roma.
Saluto i gruppi di ragazzi che hanno ricevuto o si preparano alla Cresima, i giovani di varie parrocchie e i numerosi studenti.
Sono passati esattamente cinque anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila e il suo territorio. In questo momento vogliamo unirci a quella comunità che ha tanto sofferto, che ancora soffre, lotta e spera, con tanta fiducia in Dio e nella Madonna. Preghiamo per tutte le vittime: che vivano per sempre nella pace del Signore. E preghiamo per il cammino di risurrezione del popolo aquilano: la solidarietà e la rinascita spirituale siano la forza della ricostruzione materiale.
Preghiamo anche per le vittime del virus Ebola che si è sviluppato in Guinea e nei Paesi confinanti. Il Signore sostenga gli sforzi per combattere questo inizio di epidemia e per assicurare cura e assistenza a tutti i bisognosi.
Ed ora vorrei fare un gesto semplice per voi. Nelle scorse domeniche ho suggerito a tutti voi di procurarsi un piccolo Vangelo, da portare con sé durante la giornata, per poterlo leggere spesso. Poi ho ripensato all’antica tradizione della Chiesa, durante la Quaresima, di consegnare il Vangelo ai catecumeni, a coloro che si preparano al Battesimo. Allora oggi voglio offrire a voi che siete in Piazza – ma come segno per tutti – un Vangelo tascabile. Vi sarà distribuito gratuitamente. (...) Prendetelo, portatelo con voi, e leggetelo ogni giorno: è proprio Gesù che vi parla! (...)
E come Lui vi dico: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date! (...) In cambio di questo dono, fate un atto di carità, un gesto di amore gratuito. (...) Oggi si può leggere il Vangelo anche con tanti strumenti tecnologici. Si può portare con sé la Bibbia intera in un telefonino, in un tablet. L’importante è leggere la Parola di Dio, con tutti i mezzi, (...) e accoglierla con cuore aperto. Allora il buon seme porta frutto!
Vi auguro buona domenica e buon pranzo! Arrivederci!